Sette recite e un fuori abbonamento,
necessario per venire incontro alle numerose richieste del pubblico non solo
etneo. Cresce l'attesa per il dittico operistico più rappresentato e
amato di sempre - "Cavalleria rusticana" e
"Pagliacci" - dal 3 al 12 marzo al Teatro Massimo Bellini. Una
scelta di programmazione che in questo 2022 intende celebrare un importante
anniversario. Dalla letteratura alla musica, la riproposizione dei due massimi
capolavori operistici d'ispirazione verista vuole essere un omaggio ad un
grandissimo scrittore etneo, Giovanni Verga, padre appunto del Verismo, di cui
ricorre il centenario della morte.
Due storie diverse di gelosia, amore e morte appaiono legate sul
palcoscenico fin dal debutto quasi coevo: "Cavalleria
rusticana" al Teatro Costanzi di Roma nel 1889
e "Pagliacci" al Teatro dal Verme di
Milano nel 1892. Un'accoppiata nata già l'anno seguente, con la
première dell'opera di Leoncavallo al Metropolitan di New York, il 22 dicembre
1893.
Una compagnia internazionale di artisti di chiara fama darà vita alla
doppia messinscena. Torna così al Bellini la grande lirica con il
classico abbinamento che - per consuetudine e soprattutto per l’affine
impostazione legata al movimento culturale del Realismo - propone insieme due
titoli che non hanno certo bisogno di presentazioni, e non solo per gli
appassionati della "giovane scuola".
La programmazione s'inserisce nell’ambito del Recupero della Stagione
Lirica 2020, nel rispetto delle vigenti normative anti Covid e con la fiducia
di potere presto entrare nella fase pistpandemica. Per gli abbonati basterà
esibire l'abbonamento ai turni corrispondenti, chi non è abbonato potrà
acquistare i biglietti serali. Info teatromassimobellini.it.
In questa visione di aggregazione del pubblico nel nome dell'arte e della
musica, il Teatro Massimo Bellini schiera le proprie maestranze artistiche -
Orchestra e Coro - e quelle tecniche impegnate nel nuovo allestimento
scenico.
Sul podio il maestro Antonio Pirolli. Regia, scene e coreografia sono di
Lino Privitera, i costumi di Alfredo Corno. Il coro dell'ente è istruito
da Luigi Petrozziello; in scena anche il Coro Interscolastico di voci
bianche Vincenzo Bellini, diretto da Daniela Giambra.Tratto dalle scene omonime
di Giovanni Verga. Il melodramma in un atto "Cavalleria rusticana" fu
musicato su libretto di Giovanni Targioni-Tozzetti e Guido Menasci e la
vittoria al Concorso Sonzogno segnò l'ascesa di Mascagni a livello
internazionale. Al Bellini si alterneranno nei ruoli i soprani Alessandra Di
Giorgio, Erika Beretti, Marianna Cappellani (Santuzza), i tenori Angelo
Villari, Piero Giuliacci, Carlo Ventre, Zi-Zhao Guo (Turiddu), i baritoni
Lucian Petrean, Luca Grassi, Solen Alla (Alfio), il soprano Sabrina Messina
(Lola), il mezzosoprano Sonia Fortunato (Mamma Lucia). E ancora Salvina
Rapisarda (una popolana).
Leoncavallo, autore anche del libretto dei due atti di
"Pagliacci", s'ispiro ad una tragica pagina di cronaca, che egli
stesso ridipinse in musica e versi nel segno del "vero", come recita
il celeberrimo "Prologo". Nel cast etneo i soprani Daniela Schillaci
e Maria Tomassi (Nedda), i tenori Piero Giuliacci e Rubens Pelizzari (Canio), i
baritoni Lucian Petrean, Luca Grassi, Solen Alla (Tonio), i tenori Marco
Puggioni e Enrico Zara (Beppe), i baritoni Francesco Verna ed Enrico Marrucci
(Silvio). Nelle parti di fianco Massimiliano Bruno e Alessandro Vargetto (primo
contadino); Giovanni Monti e Marcello Pace (secondo contadino).
Da segnalare in entrambi gli allestimenti i contributi dell'assistente alla
regia Hakik Xhani, dell'assistente ai costumi Giovanna Giorgianni, del
videomaker Florian Ganga, del graphic designer Benedetto Coco, del light
designer Andrea Iozzia, del direttore degli allestimenti scenici Arcangelo
Mazza.