I ritardi della Sicilia sui fondi europei

Economia | 6 luglio 2015
Condividi su WhatsApp Twitter

Procede con lentezza il percorso di approvazione dei programmi operativi nazionali e regionali del ciclo di programmazione dei fondi strutturali e di investimento europei 2014-2020. Dei 56 programmi (su un totale di 311 dei 28 paesi membri) ancora in attesa di approvazione, ben 15 sono italiani. Particolarmente grave è la mancata approvazione dei POR delle grandi regioni del Sud  che, insieme, valgono poco meno di metà del pacchetto di risorse (circa 32,8 miliardi di euro) a disposizione dell'Italia. In realtà i problemi più pesanti riguardano Calabria, Sicilia e Campania.  Infatti, entro fine luglio, secondo notizie di fonte comunitaria, saranno approvati i POR di  Abruzzo, Basilicata e Puglia  ( insieme al Friuli Venezia Giulia e Veneto, ultime ad aver superato l'esame europeo tra le regioni più sviluppate,  oltre a Molise Sardegna che sono regioni in transizione. In fase di approvazione, inoltre,  i PON città metropolitane, Ricerca ed innovazione e Trasporti. Per gli altri se ne parlerà a settembre. La decelerazione dei tempi di approvazione dei programmi è frutto da un lato della scelta di non sovrapporre l'avvio del nuovo ciclo con la necessità di certificare entro il 31 dicembre 2015 la spesa della programmazione 2007-2013, dall'altro dalle numerose osservazioni di merito avanzate dagli uffici di Bruxelles ai testi presentati che hanno costretto le amministrazioni proponenti ad un lungo e faticoso lavoro di correzione. La situazione dei programmi operativi  nazionali FESR e FSE è  ad oggi la seguente:

Operano in tutto il paese

Per la scuola (approvato)

Sistemi di politiche attive per l’occupazione (approvato)

Inclusione  (approvato)

Città metropolitane (in approvazione)

Governance e capacità istituzionale (approvato)

 

Operano nelle regioni meno sviluppate e in transizione

Ricerca ed innovazione  in approvazione)

Impresa e competitività (approvato)

Operano nelle regioni meno sviluppate

Infrastrutture e  reti

(in approvazione)

Cultura (approvato)

Legalità (?)

Come si vede, per quanto riguarda i programmi operativi nazionali, solo per il programma operativo Legalità che è stato oggetto di molte osservazioni da parte degli uffici della Commissione, appare ancora lontana la conclusione dell'iter approvativo. Calabria, Campania e Sicilia, secondo i dati forniti dal Commissario alle politiche regionali  Corinne Cretu venerdì 3 luglio, ancora una volta costituiscono il vagone di coda del convoglio  europeo, a confermare i gravi ritardi riscontrati lungo tutto il percorso del ciclo di programmazione 2007-2013. I)n realtà, l'Italia nel suo complesso si conferma cattivo utilizzatore dei fondi strutturali e di investimento europei: la media italiana di assorbimento al 30 giugno è del 76% e ci colloca al quartultimo posto in Europa, seguiti solo da tre paesi new comers, Slovacchia, Romania e Croazia.  Non è un vanto per un paese che è stato tra i fondatori della Comunità e che nell'ultimo decennio ha delegato unicamente alle risorse europee gli investimenti nel Mezzogiorno. Personalmente, mi convinco sempre più che il nodo dell'incapacità di spesa italiana  risiede nel rapporto distorto tra politica ed amministrazione e nell'incapacità della macchina pubblica di incrementare la propria capacità di spesa. Per usare una metafora: il cavallo ha davanti il recipiente pieno d'acqua, ma nessuno gli ha insegnato a bere. Non a caso la Commissione ha enfatizzato la necessità di accompagnare la nuova programmazione con programmi di rafforzamento amministrativi (PRA), dei quali però in Sicilia nessuno ha traccia. A conferma, le cifre della Commissione ci ricordano che i fanalini di coda sono il PON trasporti (57%), i POR di Calabria (67%) e Campania (66%). La Sicilia, che di guai ne ha notoriamente pochi, non si fa mancare nulla ed è ultima con il 64% di spesa certificata alla fine di giugno.  Vero è che nel corso dell'ultimo anno si è parzialmente recuperato il ritardo, ma il rischio di restituire  circa un miliardo residuo da spendere entro il 31 dicembre 2015 non mi pare- francamente- superato.  Basti pensare che la quota di spesa delle altre regioni oscilla tra l'86 e l'87% e molte, come Valle d'Aosta, Liguria, Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Toscana, Abruzzo e Molise si avviano a conclusione. Mi rendo conto che la politica regionale e i media siciliani hanno cose ben più importanti di cui occuparsi e che il dibattito è troppo elevato (basti leggere al proposito l'articolo sullo “sbianchettamento”  scritto per “Il Fatto” da quel Pierangelo Buttafuoco tanto amato da una parte della “sinistra colta”) per occuparsi di  queste minuzie; ma  dobbiamo pur  assolvere al nostro compito di manovali dell'informazione, ricordando a chi abbia voglia di ascoltarci che se non si utilizzeranno queste risorse la Sicilia è inevitabilmente condannata ad affondare.

 di Franco Garufi

Ultimi articoli

« Articoli precedenti