I parchi eolici che costellano la Sicilia e la norma che li blocca

Economia | 30 settembre 2016
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Senza dubbio favorire la fonti energetiche rinnovabili è positivo si riduce progressivamente e decisamente il riscaldamento globale di cui si parla molto ma per cui si è fatto poco per eliminarlo. Il “Global warming” riconosciuto come effetto catastrofico che porterebbe l’intero nostro pianeta Terra a scenari disastrosi per gli esseri umani e tutti i viventi è in atto, ormai gli scienziati sono in totale accordo. Il IV Rapporto dell’ “ Intergovernamental Panel on Climate Ch’ange “ ( IPCC ) del 2007 sul fenomeno di incremento della temperature medie della superficie della Terra nel corso del XX secolo ( studi dal 1880) attribuito alle emissioni nell’atmosfera di crescenti quantità di gas di serra e altri fattori dovuti all’attività umana. L’aumento della temperatura ha come importanti conseguenze: imponenti perdite di ghiaccio, aumento del livello del mare, oceani più acidi.

Le energie rinnovabili, solare, idroelettrico, eolico etc sono le più efficaci per eliminare tale fenomeno ma occorre una regolamentazione e una legislazione intelligente specie per l’eolico.

La Sicilia nel 2015 con la legge 29 dell’attuale governo Crocetta, si pone in questo percorso virtuoso e importante per l’eolico “Norme in materia di tutela delle aree caratterizzate da vulnerabilità ambientale e valenze ambientali e paesaggistiche” comprende una importante previsione di tutela delle aree e del paesaggio agricolo di pregio (emandamento Cracolici e Di Marco e altri), poiché le torri di oltre 100 m delle pale eoliche di impianti che non furono programmati e inserite razionalmente nel tessuto di produzione hanno segnato e ferito il paesaggio siciliano. Parliamo di impianti posti anche in siti UNESCO e vicino aree naturalistiche che non sono “riserve indiane”, occorre per questo una decisa svolta uno stop prima di riproporre invece delle cattedrali le nuove “Torri nel deserto”.

I dati sugli impianti esistenti e realizzati negli ultimi 20 anni in Sicilia:

191 parchi eolici;1500 pale eoliche; alcune strutture realizzate in zona SIC (Siti di Interesse Comunitari per la Conservazione della flora e della fauna selvatica );parchi realizzati in aree agricole;2.900 Gigawattora pone la Sicilia al secondo posto per produzione di energia elettrica da eolico seconda solo alla Puglia; sono giacenti ancora altri progetti per 40 impianti presso il Dipartimento Regionale dell’Energia, eppure la Sicilia ha superato gli obiettivi strategici per il 2020 delle normative e programmazioni nazionali; la potenza nominale degli impianti ha superato di molto la possibilità della rete di assorbirne la produzione benché sia in corso di nuova realizzazione l’anello elettrodottistico di Terna anch’esso non potrebbe assorbirla.

Nella L.29 la filosofia è quella di non indirizzare interventi verso il cosiddetto “minieolico” di tipo industriale tra 20 KW e 60 KW ( indicati con E2 nella L.29) con torri a 75-80 metri di altezza (alti come palazzi di 15 piani) che stravolgerebbero il paesaggio della Sicilia, e sostenere il microeolico a 20 KW ( indicati con E1 nella L.29) con torri minori a 1,5 a 25 m massimo, questi ultimi di autoproduzione e adatte a servizio delle aziende agricole o di aziende in genere. Ma a oggi manca ancora il provvedimento decreto chiave della L.R.29 del Dipartimento Energia la Mappa delle aree non idonee per gli impianti eolici previsti sul territorio sicilianio, infatti benché delineata non è stata approvata dal governo regionale. Ma c’è da registrare che sono state prodotte le indicazioni dal Dipartimento Energia che è divenuta una Delibera di Giunta dello scorso Giugno 2016, è sul tavolo del governo per il Decreto che deve firmare il Presidente Crocetta e il governo ma ha alcuni gravi difetti che contrastano con la L.29:

non prevede come aree non idonee SIC e ZPS ( Zone a Protezione Speciale per gli habitat degli uccelli migratori), così le aree con vincolo idrogeologico, tutte vengono considerate come “aree sensibili” un istituto sconosciuto e introdotto crediamo per avviare una solita procedura da nulla-osta, invece sono da inserire chiaramente e decisamente in AREE NON IDONEE. La precedente mappa del 2013 più valida, era visibile fino al 2015 nel sito del Dipartimento Energia poi sparita e che era un riferimento valido anche se da integrare oggi con altre due tipologie di aree indicate dalla L.29 i Geositi e le Emergenze Geologiche.

Il Decreto n.215 del Ministero dell’Ambiente che recepisce la direttiva UE 52/11 riconosce alle regioni a statuto speciale la possibilità di soglie più restrittive per l’assoggettamento alle procedure di valutazione strategica e ambientale in considerazione delle specifiche situazioni ambientali. Bene farebbe il governo regionale a difendere efficacemente il suo rilevante patrimonio paesaggistico anche davanti alla Corte Costituzionale invocando l’art.9 della Costituzione vista la sua competenza regionale in materia di beni culturali e paesaggistici spazzando una volta per tutte queste pretese di sviluppo “colonialista” per la Sicilia, e di sfruttamento deciso altrove che non ci appartiene e che non è la nostra vocazione.

Il patrimonio paesaggistico ambientale, naturalistico,agricolo e artistico monumentale della Sicilia è un potente elemento dello sviluppo futuro della Sicilia, elementi preziosi di coesione sociale e costruttivi di una coscienza civile e ambientale. La Regione Siciliana, e il governo Crocetta, con la L.R.29 si pone all’avanguardia in Italia di fronte a processi rapidi e invasivi dell’eolico non regolamentato, ha indicato un approccio precauzionale, operando sul limite dimensionale degli impianti e sulla loro attenta distribuzione territoriale. Infine gli impianti andrebbero concentrati esclusivamente a ridosso e a servizio di aziende agricole, di aree industriali, e collegati alle rete di distribuzione a tutt’oggi il forte sospetto è che tra l’80% e il 90% degli impianti presenti siano scollegati. I tetti fotovoltaici che sfruttano l’energia solare in edifici pubblici, in aziende e per i privati sarebbe un’altra ipotesi di uso delle fonti energetiche. Intanto la febbre economica finanziaria di conquista delle ditte specializzate quasi tutte site nel Nord Italia e nel Nord Europa, continua a pressare la nostra isola, le ditte guadagnano tantissimo negli impianti presenti non funzionali con gli incentivi previsti a fronte di non uso degli impianti. Questa visione è sbagliata per l’isola di Sicilia così ricca di stratificazioni culturali e varietà di ambienti naturali di rara qualità, dal clima eccezionale e dai prodotti agricoli di grande qualità tra grani e frutti che tutto il mondo ci invidia.

 di Ernesta Morabito

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