I magistrati al governo: salvate i beni confiscati

Società | 16 maggio 2015
Condividi su WhatsApp Twitter

Assicurare la rotazione di amministratori giudiziari altamente specializzati, rafforzare il ruolo dell'Agenzia nazionale per i beni confiscati soprattutto nella fase di destinazione dei beni, sgravandola del peso dell' amministrazione diretta, pagare subito i creditori in buona fede delle aziende sequestrate, creare tribunali distrettuali specializzati con competenze pluridisciplinari.

Sono alcuni punti di un decalogo elaborato dagli esperti e dai magistrati che hanno partecipato a Palermo alla due giorni dedicata alla riforma del codice antimafia di cui si discute in questi giorni in Parlamento. Un convegno organizzato dal Dems, il Dipartimento dell'Università di Palermo, in collaborazione con il centro studi Federico Stella dell'Università Cattolica di Milano, l'Agenzia per i beni confiscati e la Direzione nazionale antimafia. Il testo del decalogo è stato consegnato al sottosegretario alla Giustizia Cosimo Ferri.

 Nel documento si chiede di «rispettare criteri di trasparenza per la nomina degli amministratori giudiziari, i quali dovranno dichiarare il numero e il tipo di incarichi in gestione, garantire i livelli occupazionali delle aziende e incrementare la redditività dei beni in sequestro». Ma il testo prevede anche l'obbligo di presentare un business plan per quelle aziende che possono rimanere sul mercato che sia discusso in udienza con il pm e con l'Agenzia, e predisposto dopo avere sentito i sindacati.

Sul fronte, poi, della tutela dei creditori delle aziende, si chiede all'amministratore di procedere tempestivamente ai pagamenti dei debiti con quei creditori «strategici per la prosecuzione dell'attività e di accelerare i procedimenti di verifica della buona fede per i crediti di origine incerta». Non manca un riferimento all'Agenzia nazionale dei beni confiscati e sequestrati, per la quale si chiede una «razionalizzazione delle competenze e personale qualificato». L'obiettivo del documento elaborato da magistrati ed esperti è migliorare l'efficienza e la rapidità del procedimento di prevenzione, «anche nell'ottica di incrementare le garanzie per un giusto procedimento di prevenzione».

  «È un documento tempestivo che costituirà un contributo importante nei lavori parlamentari in corso», ha detto il sottosegretario alla Giustizia, Cosimo Ferri. Il sottosegretario si è detto d'accordo sulla necessità di specializzare ulteriormente i tribunali distrettuali ampliandone le competenze: «Sappiamo quanto sia importante la creazione di sezioni specializzate» ha detto Ferri, che ha espresso condivisione su molti punti del documento elaborato a Palermo. Il sottosegretario si è poi pronunciato sugli amministratori giudiziari: «Va bene porre al centro la trasparenza e la rotazione - ha detto Ferri alla platea - a patto che se ne riconosca la professionalità.

Abbiamo il dovere di restituire al tessuto socio-economico un'azienda ripulita di tutte le infiltrazioni mafiose, è un messaggio che va dato alla società civile, altrimenti è difficile chiedere una collaborazione nelle denunce. L'amministratore che riesce a riportare un'impresa nel tessuto economico sano manda un messaggio positivo ai lavoratori e alla società, non vedo perchè la magistratura non debba valorizzare una professionalità che esiste e va riconosciuta.

Piuttosto - ha concluso - si potrebbe pensare a un coordinamento e a degli elenchi nazionali che tengano conto anche di questi criteri, in modo che chi ha ottenuto dei risultati vada premiato» Ecco il documento integrale All'esito dell'incontro promosso dall'Università di Palermo e dall'Università Cattolica di Milano, che ha visto la partecipazione dei magistrati delle principali sezioni di misure di prevenzione, si è convenuto sull'auspicio che ogni intervento normativo abbia come obiettivo migliorare l'efficienza e la rapidità del procedimento di prevenzione, anche nell'ottica di incrementare le garanzie per un giusto procediemnto di prevenzione.

A tal fine occorre:

  1.  istituire sezioni specializzate sia in primo grado sia in appello con competenza distrettuale, sezioni composte da magistrati assegnati in via esclusiva con professionalità integrate, civili e penali;
  2. disciplinare il procedimento garantendo i diritti di difesa , un adeguato approfondimento istruttorio, la ragionevole durata , fissando termini per le richieste e le eccezioni delle parti, in particolare per l'eccezione di incompetenza territoriale;
  3.  definire organicamente il ruolo dell'amministratore giudiziario attraverso i seguenti interventi: nomina secondo criteri di trasparenza e rotazione, previa acquisizione della dichiarazione del nominato sul numero ed il tipo di incarichi in corso; creazione dell'ufficio di coadiuzione organizzato con le professionalità necessarie per la specificità della gestione e con preventivo di spesa; obbligo di predisporre un piano di prosecuzione (business plan) per quelle aziende che possono rimanre sul mercato, proiettato su tutte le fasi del giudizio e per quello successivo alla confisca definitiva, discusso in udienza con il PM e con l'Agenzia e predisposto dopo avere sentito i sindacati;
  4.  tutelare i creditori delle aziende consentendo all'amministratore di procedere tempestivamente ai pagamenti dei debiti con i creditori strategici per la prosecuzione dell'attività e accelerare i procedimenti di verifica della buona fede per i crediti di origine incerta;
  5. prevedere la facoltà di assegnazione provvisoria dei beni in sequestro al fine di programmare tempestivamente la futura destinazione da parte dell'Agenzia;
  6. semplificare i rapporti tra il procedimento di prevenzione e le procedure fallimentari\esecutive al fine di evitare esiti contraddittori per i titolari di diritti di credito;
  7. introdurre la nuova misura di prevenzione attenuata del controllo giudiziario, nei casi di agevolazione incolpevole, subordinata alla valutazione del giudice, previo parere del PM ;
  8.  dotare l'Agenzia di personale adeguato e qualificato, razionalizzandone le competenze e concentrantrandole sulla destinazione e sulla liquidazione dei beni; prevedere e rafforzare il supporto strategico all'Autorità giudiziaria durante il sequestro al fine predisporre quanto necessario per una piu' celere destinazione;
  9. viva preoccupazione per lo schema di decreto sulla liquidazione dei compensi agli amministratori giudiziari erroneamente e acriticamente assimilati ai curatori fallimentari laddove svolgono funzioni ben piu' variegate, complesse e ardue con l'obiettivo, ove possibile, di mantenere le imprese sul mercato ( e non gia' di liquidarle), garantire i livelli occupazionali, incrementare la redditività dei beni in sequestro.
 di Antonella Lombardi

Ultimi articoli

« Articoli precedenti