I comuni siciliani al voto tra liste civiche e candidati anomali

Politica | 25 aprile 2019
Condividi su WhatsApp Twitter

Sono 34 i comuni che andranno al voto in Sicilia il 28 aprile per l'elezione dei sindaci ed il rinnovo dei consigli comunali. Cinque sono nella ex provincia di Agrigento: Alessandria della Rocca, Caltabellotta, Naro, Racalmuto e Santa Elisabetta; tre nel Nisseno: Caltanissetta, unico capoluogo di provincia nel quale si vota, Gela, Mazzarino. Nel Catanese si vota a: Aci Castello, Motta Sant'Anastasia, Ragalna, Zafferana Etnea. Soltanto il Comune di Aidone per la provincia di Enna. Nel Messinese il numero maggiore di Comuni al voto: Brolo, Condrò, Forza d’Agrò, Leni, Longi, Mandanici, Oliveri, Rometta, Spadafora, Tortorici. Nel Palermitano si rinnovano cinque amministrazioni: Bagheria, Borgetto, Bompietro, Cinisi, Monreale, Roccamena. Nel Trapanese, infine, si vota a Calatafimi-Segesta, Castelvetrano, Mazara del Vallo, Salaparuta e Salemi.

 In 27 centri si voterà con il sistema proporzionale perché hanno popolazione inferiore ai 15.000 abitanti, negli altri sette con il maggioritario. Su 496.350 cittadini interessati alla tornata elettorale, ben 147.000 sono nella ex provincia di Caltanissetta a partire dal capoluogo (oltre 61.000 abitanti) e passando per Gela che con i suoi 74.000 abitanti è, dopo Marsala, il più grande comune siciliano non capoluogo. Nel palermitano Bagheria (39.000) e Monreale (54.000 abitanti) sono centri importantissimi dell'hinterland metropolitani. 

Nel trapanese Castelvetrano con i suoi 31.000 abitanti rappresenta il test più significativo dal momento che si tratta di un comune sciolto per mafia, con 27 milioni di disavanzo nei conti e 42 milioni di tasse non riscosse. Il comune belicino, patria del mafioso latitante Matteo Messina Denaro, ultimo esponente della “cupola” ancora non associato alle patrie galere, è senza dubbio il test politico più significativo nel trapanese. L'altro comune dell'estremo lembo occidentale dell'isola, Mazara del Vallo, pur contando oltre 51.000 abitanti, attrae meno l'attenzione perché è su Castelvetrano che si concentrano alcuni elementi che fanno del 28 aprile una data veramente significativa per quel territorio. Innanzitutto, il lungo commissariamento non è riuscito ad eliminare dalla scena il vecchio ceto politico compromesso con la massoneria. Massone è Davide Bucalo, candidato sindaco di FdL, massone è uno degli assessori designati da Calogero Martire, vicino all'ex deputato democratico ( ma proveniente da ”Art. 4” di Raffaele Lombardo) Paolo Ruggirello recentemente coinvolto in un'inchiesta per reati di criminalità organizzata e mafiosa. Castelvetrano è anche l'unico comune in cui il partito democratico presenta simbolo e lista, candidando Pasquale Calamia, esponente storico della sinistra castelvetranese. Il neo-eletto segretario nazionale del PD, Nicola Zingaretti, ha scelto proprio la cittadina belicina per la sua prima apparizione in Sicilia che, a quanto si capisce, sarà anche l'unica in questa campagna elettorale, Il presidente della Regione Lazio“ci ha messo la faccia”, tanto che sui temi della legalità e della lotta ai rapporti tra politica, affari e mafia ha impostato l'intero suo intervento. Capillare, invece, è nella campagna elettorale la presenza in Sicilia del ministro degli Interni e leader della Lega Nord ,Matteo Salvini. In due giorni coprirà le principali piazze elettorali; da Monreale a Bagheria, da Caltanissetta a Gela, per concludere a Mazara del Vallo. Il senatore Stefano Candiani, plenipotenziario della Lega in Sicilia, ha condotto una fruttuosa campagna acquisti che ha consentito al partito del vice premier di presentare candidature nei più significativi comuni che vanno al voto 

A Monreale il candidato è Giuseppe Romanotto consigliere comunale uscente eletto in una lista civica,.responsabile del patronato e del centro di assistenza fiscale Fe.Na.Pi. A Bagheria, dove il sindaco Cinquestelle uscente Patrizio Cinque è appena stato rinviato a giudizio, la Lega appoggia invece il candidato unitario del centrodestra. Ha un passato in Forza Italia il candidato leghista a Caltanissetta, Oscar Aiello, responsabile locale del Codacons una nota associazione consumeristica, transitato alla Lega a metà dello scorso anno. Da Diventerà bellissima, il movimento del presidente della Regione, Nello Musumeci, proviene invece Giorgio Randazzo candidato di Salvini a Mazara del Vallo; anch'egli acquisizione recentissima del Carroccio. Tuttavia il caso più eclatante dell'OPA lanciata dal Carroccio sulla Sicilia è quello di Gela. Il candidato sindaco leghista è infatti Giuseppe Spata, commercialista di area cattolica, a lungo referente di Libera, l'associazione antimafia presieduta da don Luigi Ciotti, sostenuto da una coalizione della quale fanno parte FdL, il gruppo locale Noi per l'Italia e una delle componenti di Forza Italia in rotta col, resto del partito. Del resto in queste elezioni il comune che fu una delle roccaforti della industria petrolifera siciliana, si caratterizza come un laboratorio della destrutturazione della politica tradizionale: Si è parlato perfino di un patto del Nazareno in sedicesimo per l'accordo concluso attorno alla candidatura di Lucio Greco tra un rassemblement civico locale ispirato al centrodestra e il PD celato dal simbolo “Siamo gelesi”. Terranova,antico nome della città davvero sembra inaugurare un “nuova terra”, cioè una stagione in cui, con l'eccezione dei Cinque Stelle, della Lega (e del PD a Castelvetrano), i simboli dei partiti sono scomparsi dalle competizioni elettorali amministrative, generalizzando un fenomeno che si era già presentato e progressivamente diffuso nelle passate elezione. Per questo sarà tutt'altro che semplice trarre dai risultati di domenica prossima indicazioni credibili per il prossimo, decisivo, appuntamento del 26 maggio quando si dovrà eleggere il Parlamento Europeo.

 di Franco Garufi

Ultimi articoli

« Articoli precedenti