Green Spass, a Catania una patente per il teatro
Si apre con due spettacoli di derivazione letteraria – La patente e Uno, nessuno, centomila, entrambi da Luigi Pirandello – la rassegna teatrale Green spass che prenderà il via il prossimo venti luglio nel Giardino Fava di via Caronda 84 a Catania per concludersi il 26 settembre. “Green spass” – organizzata da Fabbricateatro diretta da Elio Gimbo e Daniele Scalia, Cts Centro Teatrale Siciliano diretto da di Graziana Maniscalco e Gruppo Iarba/Gria Teatro diretto da Nino Romeo – offrirà al pubblico nove spettacoli – drammaturgie originali, rappresentazioni sia d’impegno civile, sia d’intrattenimento colto e teatro per ragazzi adatto anche agli adulti – per complessive 45 repliche. Quanto al titolo della rassegna, come hanno sottolineato i due direttori artistici, Romeo e Gimbo, si è voluto ironizzare sulle indispensabili ma gravose misure che regolano l’accesso agli spettacoli in presenza.
Si comincia dunque
con Pirandelliana, doppio omaggio ai personaggi del genio di Girgenti, sempre
in cerca di una verità sfuggente, inafferrabile. “La nostra Patente – ha spiegato il regista
Salvo Valentino -, andrà in scena, come tutti gli altri spettacoli, alle 21,
dal 20 al 22 luglio. Si tratta di un mix tra la novella e i testi scritti da
Pirandello in italiano e in girgentano, con due pantomime, una iniziale e una
finale, in cui si rievocano, attraverso dei filmati registrati, dei brani
tratti dal saggio L’Umorismo, in cui Pirandello segna la differenza tra il
comico e, appunto, l’umoristico. Delle chiavi di lettura perfette per la nostra
messinscena: ecco perché abbiamo voluto inserirle”.
Dal 23 al 25 luglio sarà invece
rappresentato “Uno, nessuno e centomila”. “Soltanto a sentire questo titolo – ha sottolineato il regista,
Pietro Cucuzza -, un attore si esalta. Noi siamo partiti dal romanzo per andare
anche oltre il testo e indagare quella che è la natura trasformista
dell’attore. E lo abbiamo fatto giocando a esplorare tutte le sfumature che
abitano dentro di noi“.
“Green Spass”
prevede poi la rappresentazione di “Libere, donne contro la mafia” scritto e
diretto da Cinzia Caminiti (dal 27 al 29 luglio e dal tre all’otto) agosto, “La
mia vita sognata”, dalle poesie di Antonia Pozzi nell’adattamento Elena
Ragaglia (venti e 21 agosto), “La fanciulla stregata” da Alexander Afanasiev
per la regia di Graziana Maniscalco (dal 25 al 29 agosto), “Lu re d’amuri e
altri racconti” da Giuseppe Pitrè, con la regia di Nino Romeo (dal 31 agosto al
cinque settembre), “Entro i limiti della media europea”, Premio Calcante 2010,
scritto e diretto da Nino Romeo (dal sette al dodici settembre), “Molly Bloom”
da James Joyce, per la regia di Elio Gimbo (dal 16 al 19 e dal 23 al 26
settembre) con l’intermezzo (dal 20 al 22 settembre) del “Vocifero live” a cura
di Graziana Maniscalco con una monografia dedicata alle novelle di Maupassant.
Poiché lo spazio del Giardino Fava offre,
con le misure anti-Covid, un massimo di cinquanta posti, il pubblico è invitato
a prenotare o telefonando al 347 3637379 oppure inviando allo stesso numero un
messaggio sulla piattaforma Whatsapp.
La patente
Luigi Pirandello
scrisse la commedia in un atto unico “La Patente” nel 1917 destinandola alla
rappresentazione teatrale in lingua siciliana con il titolo “’A Patenti” per
l’attore Angelo Musco. La vicenda ruota attorno al personaggio di Chiarchiaro
il quale si presenta in tribunale, poiché in paese corre voce che lui sia un
menagramo. Per questo Chiarchiaro pretende una “patente” che legalizzi la sua
figura e gli possa procurare un vero e proprio lavoro da iettatore. Il giudice
D’Andrea, seriamente convinto che la iella non esista, vuol rendere giustizia
al pover’uomo così ingiustamente messo al bando dalla società per una sciocca
superstizione e quindi si rifiuta non solo di concedere la patente ma è anche
disposto a dar ragione a Chiarchiaro contro i comportamenti scaramantici usati
contro di lui dal figlio del sindaco e da un assessore. Lo spettacolo prende
spunto sia dalla novella che dall’atto unico teatrale, in un mash-up con brani
dal saggio “L’Umorismo”, per una moderna e divertente forma di narrazione e
prosa.
Uno, nessuno, centomila
È l’ultimo romanzo di Pirandello ma anche il più famoso. L’autore stesso, in una lettera autobiografica, lo definisce come il “più amaro di tutti, profondamente umoristico, di scomposizione della vita”. Il monologo interiore del protagonista, Vitangelo Moscarda (detto Gengè) diventa pre-testo per la messa in scena e si scompone in dialogo per i due attori coinvolti. Vitangelo si trova a parlare da solo (uno), al suo doppio immaginario (nessuno) e al pubblico (centomila). Racconta la sua storia: il suo rapporto matrimoniale con Dida, con gli amministratori dei suoi affari Quartorzo e Firbo, con il padre e con la banca di famiglia, e infine con Anna Rosa l’amica della moglie. Da tutto quello che nella realtà lo opprime cerca l’evasione attraverso la follia, accettando una nuova, ennesima maschera, quella dell’adultero, e sconta per essa una pesante e immeritata pena. Ma in questa sconfitta trova una sorta di vittoria, accogliendo di buon grado l’alienazione completa da sé stesso.
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