Grazie a chi si è classificato quarto a Olimpiadi e Paralimpiadi

Società | 4 settembre 2021
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Premiare non solo i primi, i secondi e i terzi. Ma soprattutto onorare i quarti classificati, coloro che per un niente, un secondo o un decimo di secondo, sono rimasti fuori dal podio. Il 23 settembre il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella riceverà al Quirinale i “reduci” dalla vittoriosa spedizione italiana alle Olimpiadi di Tokio per la cerimonia della “Restituzione del Tricolore”. Non sappiamo se assieme ai vertici del Coni il Presidente premierà i medagliati – lo ricordiamo: 10 ori, 10 argenti, 20 bronzi – con qualcuna delle onorificenze dell’Ordine al Merito della Repubblica. Sono sette, con una precisa graduazione. Si parte dal basso con il titolo di cavaliere della Repubblica, riservata ad esempio poche settimane fa ai calciatori della nazionale di calcio che hanno vinto gli Europei 2020. Poi a salire il titolo di ufficiale (riservato al capitano Chiellini), commendatore (titolo di cui sono stati insigniti gli accompagnatori Oriali e Vialli), grande ufficiale (onorificenza meritatamente assegnata a mister Mancini). Cavaliere di gran croce e, al top, cavaliere di gran croce decorato con gran cordone sono le onorificenze più prestigiose, quest’ultima riservata a capi di stato esteri.

E’ possibile che non solo i vincitori delle medaglie d’oro ma anche coloro che sono saliti sul secondo e sul terzo gradino del podio nella spedizione in Giappone saranno insigniti del titolo di cavaliere. Meno probabile ma possibile che ne saranno insigniti anche i loro allenatori. Qualche onorificenza forse anche più titolata potrebbe essere riservata ai vertici del Coni, a partire dal presidente Malagò.

Facciamo una proposta a proposito della cerimonia di accoglienza e ringraziamento del 23 settembre al Quirinale. La Presidenza della Repubblica recapiti un invito particolare non solo a coloro che andranno con una medaglia bene in vista sul petto ma anche ai quarti classificati. Ovvero a coloro che hanno vissuto sulla propria pelle la più cocente delle delusioni. Di quarti posti ne abbiamo collezionati in diverse gare. Come è normale che succeda. Se un atleta si classifica alle Olimpiadi ventesimo o sedicesimo amen. Ci sarà tutto il tempo di elaborare la delusione, di rifugiarsi nel decoupertiniano “l’importante è partecipare”, di migliorare tecnicamente sperando in un piazzamento più di sostanza tra quattro od otto anni. Se sarà possibile. Ma l’atleta che si piazza quarto alle Olimpiadi corre il rischio, se non forte mentalmente, di finire in psicanalisi. Poche delusioni sono brucianti come la cosiddetta “medaglia di legno” che metaforicamente va ai quarti classificati. Rischi di convincerti di aver perso l’occasione della tua vita e rischi di roderti per l’intera vita.

Ecco le ragioni della nostra proposta. Non si nomineranno i quarti classificati cavalieri della Repubblica. Transeat. Ma riceverli al Quirinale, consegnare loro ad esempio una medaglia del Presidente appositamente coniata, consegnare una attestazione di apprezzamento e ringraziamento significa fornire un segno tangibile di vicinanza e considerazione in un momento delicato per uno sportivo. E significa soprattutto infondere nuova determinazione, nuova grinta per la prossima edizione a Parigi, stavolta fra tre anni.

Con quel riconoscimento apposito a chi ha solo sfiorato il podio inizia la “rifondazione” psicologica e tecnica che farà bene non tanto ai muscoli ma soprattutto alla testa e che a Parigi 2024 potrà rivelarsi preziosa per trasformare tante medaglie di legno in medaglie di bronzo, argento, oro. Sarà l’augurio del Presidente manifestato con la concretezza dell’invito, sarà l’augurio di tutti gli italiani. I quali almeno in occasione delle Olimpiadi si rinnamorano dello sport, anche delle discipline meno diffuse, e si esaltano per le prestazioni sportive degli azzurri. Tornando ad un protagonistico, accomunante, collettivo noi: “Abbiamo vinto”. Noi. Esatto opposto dell’inequivocabile, deluso: “Hanno perso”. Loro, gli atleti.

L’ultima considerazione riguarda le guerriere ed i guerrieri della spedizione azzurra alle Paralimpiadi. Tutto quello finora proposto e motivato – nella stessa giornata del 23 o in altra data – deve valere anche per loro. Per i fantastici successi che nulla hanno da invidiare in termini di risultati rispetto ai “colleghi” delle Olimpiadi. Per le loro commoventi storie umane di forza, riscatto, tenacia, esaltazione della bellezza della vita alla faccia di ogni disabilità e limitazione. Campioni. Mille volte campioni fossero giunti anche ultimi nelle loro gare.

 di Pino Scorciapino

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