Grandi progetti, poche opere: record siciliano
Nel momento in cui, dopo l'approvazione del piano da parte dell'Unione Europea, si avvia l'iter di utilizzo delle risorse del PNRR (i primi 25 miliardi si prevede arrivino entro l'estate) e si sta definendo l'accordo di partenariato che consentirà di avviare la programmazione dei fondi strutturali europei 2021-2027, un monito autorevole della Corte dei Conti segnala tutti i pericoli ai quali rischia di andare incontro il nostro paese se non recupera rapidamente efficacia ed efficienza nella spesa degli investimenti pubblici per lo sviluppo. La sezione di controllo per gli affari comunitari ed internazionali ha infatti reso pubblica ed inviata al Parlamento la relazione speciale sui grandi progetti della programmazione europea 2007-2013, dalla cui conclusione sono ormai trascorsi ben otto anni. Nel corso della programmazione 2007-2013 sono stati approvati, afferma la Corte, in totale 56 Grandi progetti, afferenti in massima parte all’Obiettivo convergenza, per un valore complessivo di 7,634 miliardi (di cui 5,582 miliardi risorse UE ed il resto risorse nazionali ammesse a cofinanziamento).
Alla
data del 31/12/2020, lo stato di realizzazione di tali progetti
presenta i
seguenti "numeri":
- 34 progetti sono in
funzione (alcuni di essi sono fruibili sebbene parte dei lavori debba
ancora essere ultimata);
- 11 progetti sono in corso di
realizzazione come Grandi progetti della nuova programmazione
2014-2020;
- 11 progetti sono in corso di realizzazione come
progetti "ordinari" della nuova programmazione, essendo
stati ritirati dal novero dei Grandi progetti,
cioè
sono stati "spacchettati" in più progetti di dimensioni
minori, o riconfigurati con altre caratteristiche.
Pertanto, a
distanza di quattro anni dalla data di presentazione delle
certificazioni di chiusura del ciclo di programmazione 2007-2013,
solo i due terzi dei Grandi progetti approvati risultano
effettivamente entrati in funzione.
Tra le regioni del Sud, la Campania detiene il maggior numero di progetti non ancora completati o abbandonati, ma anche Calabria e Sicilia presentano uno scarto numerico significativo tra progetti realizzati e progetti finanziati (rispettivamente 5 su un totale di 8 e 12 su un totale di 17 progetti tra PON e POR). Inoltre, per quanto riguarda la Sicilia, il POR prevedeva 10 grandi progetti, mentre sette GP che intervenivano nel territorio dell'isola erano contenuti in programmi operativi nazionali. Nel caso della Regione siciliana la totalità dei Grandi progetti presentati erano progetti cosiddetti retrospettivi (o coerenti, o di sponda) che comportano la rendicontazione -per il rimborso da parte della Commissione- di progetti non avviati con risorse comunitarie e però considerati coerenti con gli obiettivi della programmazione. La Corte fa rilevare con grande nettezza che tale pratica, pur consentita, “va a scapito del principio di programmazione, comporta discontinuità nella distribuzione temporale della spesa, e pospone nel tempo l’impatto sperato, essendo quest’ultimo condizionato al successivo reimpiego, a fini di sviluppo e negli stessi territori, delle risorse "liberate" da tale operazione. In assenza di tale reimpiego, peraltro scarsamente tracciabile e comunque diluito nel tempo, la "presentazione a rimborso" di interventi già finanziati con risorse nazionali realizza un effetto di sostituzione, opposto al principio di addizionalità, che è invece uno dei cardini dell'intervento strutturale europeo”.
Una condanna inequivocabile di una pratica che ha caratterizzato e in parte continua a contraddistinguere, l'utilizzo delle risorse dei fondi strutturali nella nostra isola. Particolarmente critico risulta lo stato di attuazione di almeno un paio di grandi progetti siciliani. Per esempio, il GP “Itinerario Agrigento-Caltanissetta - tratto dal km 44+400 al km 74+300 della S.S. 640” (POR Sicilia), il cui obiettivo temporale (maggio 2021) già da tempo appariva non conseguibile con il ritmo di lavoro sinora registrato. I tempi successivi sono ancora incerti, risultando incerta la stessa possibilità di proseguire l’esecuzione con l’attuale titolare.
Per quanto riguarda l'ex GP "Porto di Augusta", ne va segnalato il notevole ridimensionamento, avendo esso “perduto” uno dei tre interventi che in origine lo componevano. Gli altri due interventi, entrambi confermati al finanziamento europeo, sono proseguiti separatamente. Il primo è ultimato ma non ancora in funzione per non collaudabilità; il secondo, ostacolato dal contenzioso per inadempimento dell'impresa aggiudicataria, risulta avviato soltanto a dicembre 2020. Non vogliamo essere profeti di sventure, ma alla luce delle considerazioni espresse dalla Corte, appare urgentissima ed ineludibile una discussione seria e vera, a livello della Regione siciliana e dei principali enti locali dell'isola, per impedire che le ingentissime risorse che arriveranno in Sicilia nei prossimi sei/ dieci anni, quantificabili tra 23 e 24 miliardi di euro, debbano riscontrare le medesime difficoltà evidenziate dalla Corte dei Conti per il ciclo 2007.2013. Altrimenti continueremo a sentirci raccontare le solite favolette.
Franco Garufi
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