Gli studenti universitari non si accontentano della laurea

Giovani | 15 dicembre 2018
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Gli studenti universitari italiani, secondo quanto emerge dallOttava Indagine Eurostudent Le condizioni di vita e di studio degli studenti universitari” per il periodo 2016-2018, studiano molto, non si accontentano della laurea, ma mirano a proseguire la formazione con dei percorsi post universitari. Partecipano altresì a programmi di mobilità internazionale, fanno piccoli lavori part-time per mantenersi e per non pesare sulle loro famiglie. La ricerca, finanziata dal Miur e condotta dal Centro Informazioni Mobilità Equivalenze Accademiche (Cimea), disegna il profilo dello studente universitario italiano così come si è venuto a delineare negli ultimi tre anni e consente di metterlo in parallelo con quello dei colleghi degli altri 27 Paesi europei che hanno partecipato allindagine. Lidentikit che ne viene fuori è quello di uno studente dinamico e in grado di competere con la media degli studenti europei. Dallanalisi dei dati raccolti emerge che gli studenti italiani impegnano nello studio quasi 44 ore settimanali, il 30% in più della media calcolata in Europa. Oltre la metà intende proseguire gli studi dopo la laurea e, non appena possibile, si dà da fare per contribuire a mantenersi con piccoli lavori part-time in modo da non pesare eccessivamente sulle loro famiglie. Circa il 20% degli iscritti alla laurea magistrale ha già partecipato a progetti di mobilità internazionale: una percentuale non lontana dalla media complessiva europea. Secondo i dati forniti dalla Commissione Europea, il tasso di disoccupazione a lungo termine degli ex allievi Erasmus si ferma al 2% (equivalente alla metà esatta di quello registrato fra gli studenti che non hanno partecipato al programma, il 4%). Otto studenti su dieci (il 79%) si dichiarano soddisfatti per la preparazione teorica data dalluniversità e per la sostenibilità del carico di lavoro (il 63%); quasi la metà degli studenti (il 45%) chiede di poter avere una maggiore preparazione pratica, soprattutto nei corsi delle lauree giuridiche (il 27,6%). Mentre, allopposto, la valutazione è decisamente positiva per i corsi che formano paramedici e insegnanti: risulta essere soddisfatto oltre il 70% degli studenti.

Per le famiglie italiane, gli studi dopo il diploma rappresentano ancora le fondamenta su cui costruire il futuro dei propri figli, anche se non sono più riconosciuti quale “ascensore sociale” come accadeva fino ad alcuni anni fa. Le condizioni socio-economiche generali, e in particolare quelle della famiglia di provenienza, rappresentano elementi determinanti per la scelta delluniversità e spesso anche del modo in cui affrontarla. Lanalisi dei dati evidenzia come i giovani che provengono dalle famiglie meno agiate, pur di raggiungere lobiettivo del titolo di studio, facciano scelte compatibili con le proprie risorse, come ad esempio Atenei o corsi di studio disponibili nel proprio territorio di residenza, mantenendo così la percentuale del pendolarismo al 50%. E’ nelle università del Sud che si registra il minor numero di studenti fuori sede. Nel Nord-ovest il pendolarismo è una soluzione praticabile per molti, grazie anche ad una sviluppata rete locale di trasporti. Dai dati presi in esame emerge altresì che a rendere attraente un Ateneo non è tanto la sua fama scientifica o lustro accademico, quanto la capacità di sostenere gli studenti nel loro percorso offrendo servizi. I giovani, infatti, tendono sempre più a scegliere luniversità in base allofferta di borse di studio e di servizi per la didattica, meglio ancora se lAteneo dovesse risultare inserito in un contesto urbano e sociale atto a favorire la possibilità di trovare un lavoro che aiuti a mantenersi.

Gli studenti provenienti da famiglie con condizioni economiche non privilegiate hanno accesso agli aiuti economici più di quelli figli di genitori laureati e fra gli studenti in condizioni socioeconomiche non privilegiate, quasi uno ogni due ha usufruito di uno o più aiuti economici. Questi ultimi consistono in esoneri totali o parziali, borse di studio e collaborazioni part time con le università o gli enti. In tutti questi casi, l’accesso ai benefici è regolato da bandi che tengono in considerazione la condizione economica. Negli ultimi tre anni, in media l’importo pagato dagli studenti è aumentato di circa 370 euro, il 30% rispetto agli anni precedenti. L’aumento ha riguardato soprattutto gli studenti iscritti ai corsi di Laurea Magistrale o Laurea Magistrale a Ciclo Unico. Gli importi medi delle tasse pagate dagli studenti sono maggiori nelle università del Nord- ovest e più bassi nel Sud e nelle isole. Le tasse degli studenti in condizioni economiche privilegiate sono circa un terzo più alte della media e circa il doppio di quelle pagate dai figli di genitori in condizioni socioeconomiche non privilegiate.

 di Melania Federico

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