Gli scarafaggi maculati che parlano d'altro

Cultura | 4 giugno 2015
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Lo scarafaggio maculato fa schifo solo a nominarlo, ma va difeso se la difesa della sua specie serve a impedire che venga costruito un ponte costoso e utile solo ad arricchire i boss locali. Così due storie intrecciate, nella migliore tradizione narrativa, ne fanno una bella da leggere tutta d’un fiato. Soprattutto se scritta col tono leggero che sa adottare Nonuccio Anselmo anche nella vita per sdrammatizzare i fatti più atroci. Scarafaggi Maculati (Mohicani Edizioni, 168 pagine, 12 euro), è una specie di giallo senza il morto che gioca a rimpallo tra Palermo e Corleone (forse) con faccende di cuore sul filo dell’ironia. Anselmo non fa morti ma elenca tanti feriti, tutte le personalità del paese, dal sindaco ai segretari dei partiti fino al presidente della Cassa Rurale. Tutti feriti nell’onore. Sputtanati da una misteriosa malalingua che ogni venerdì affigge cartelli diffamatori ma veritieri nei luoghi più affollati o imprevisti del paese. 

Il locale Pasquino si fa chiamare «babbu», come la fontana della piazza che un «babbu» ha per statua. Indaga un intelligente maresciallo dei carabinieri alle prese con un pavido pretore ma sostenuto, anche moralmente, da un professore di storia alla scuola media, all’ombra di una venditrice ambulante di vestiti americani usati. In questo giallo senza morti veri ma con tanta ironia ci sono anche le migliori malelingue del paese che il maresciallo ha riunito in pool nel tentativo di anticipare l'autore dei velenosi cartelli che ogni venerdì colpiscono ricchi e potenti mettendo a nudo i loro pesanti peccati. Alla fine di ogni cartello l'autore anticipa la mossa futura con il titolo di una famosa canzone siciliana da interpretare adattandolo ai protagonisti paesani. Un paio di volte il pool funziona e, molto discretamente, il maresciallo avvisa la vittima designata limitando i danni. Poi l’epilogo: mentre il clima si va arroventando sempre più, proprio alla vigilia del voto per il referendum sul divorzio, il maresciallo riesce a individuare il «babbu» che ormai ha concluso la sua opera. L’autore annuncia che non scriverà più e, in un momento di confidenza, spiega al militare perchè ha portato avanti la campagna di sputtanamento dei maggiorenti, perchè resterà impunito, quale era il vero obbiettivo e quanto ha pesato la legge dell’amore nell’ordire quella speciale strategia.

 Il romanzo sarà presentato giovedì 11 giugno alle 18 al Centro culturale Biotos di Palermo (via XII gennaio, 2). Con l’autore ne parleranno i giornalisti Filippo D’Arpa e Salvo Toscano.

 di Angelo Meli

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