Giornata Mondiale del Rifugiato: quasi 37milioni di bambini sfollati nel mondo.
Società | 19 giugno 2022
La Giornata Mondiale del Rifugiato ha messo in evidenza come milioni di bambini sono in fuga: molti sono costretti ad abbandonare la propria casa a causa di guerre o di calamità provocate dai cambiamenti climatici. Altri invece hanno lasciato la propria terra e i loro cari a causa di povertà e di mancanza di opportunità, nella speranza di trovare una vita migliore. Troppo lungo il loro viaggio: sovente affrontano pericoli, privazioni e discriminazioni o restano vittime di detenzione solo perché migranti.
Secondo le stime dell’UNICEF, alla fine del 2021 conflitti, violenze e ulteriori crisi hanno lasciato 36,5milioni di bambini sfollati dalle loro case, il numero più alto registrato dalla seconda guerra mondiale. Questa cifra comprende 13,7milioni di bambini rifugiati e richiedenti asilo e quasi 22,8 milioni di bambini sfollati interni a causa di conflitti e di violenze.
Queste cifre non comprendono i bambini sfollati a causa di shock o di disastri climatici e ambientali, né quelli degli sfollati di recente nel 2022, anche a causa della guerra in Ucraina. Il numero record di bambini sfollati è il risultato diretto di crisi a catena, tra cui conflitti acuti e prolungati come quello in Afghanistan, fragilità in Paesi come la Repubblica Democratica del Congo o lo Yemen e shock correlati aggravati dagli impatti del cambiamento climatico. Numeri che rappresentano un campanello d’allarme. L’anno scorso, infatti, il numero globale di bambini sfollati è aumentato di 2,2milioni. “Spero che questo numero allarmante- ha dichiarato il Direttore Generale dell’UNICEF Catherine Russell- spinga in primo luogo i governi a evitare che i bambini siano sfollati e quando sono sfollati, a garantire loro l’accesso all’istruzione, alla protezione e ad altri servizi essenziali che sostengono il loro benessere e il loro sviluppo ora e in futuro”.
A questo record si aggiungono crisi come la guerra in Ucraina, che da febbraio ha causato la fuga dal paese di oltre 2milioni di bambini e lo sfollamento interno di 3milioni. Bambini e famiglie vengono allontanati dalle loro case anche a causa di eventi climatici estremi, come la siccità del Corno d’Africa e nel Sahel e le gravi inondazioni in Bangladesh, India e Sudafrica. Nel 2021 si sono verificati 7,3milioni di nuovi casi di sfollamenti di bambini a causa di disastri naturali.
La popolazione mondiale di rifugiati è più che raddoppiata nell’ultimo decennio e i bambini rappresentano quasi la metà del totale. Oltre un terzo dei bambini sfollati vive nell’Africa subsahariana (3,9 milioni o il 36%), un quarto in Europa e Asia centrale (2,6 milioni o il 25%) e il 13% (1,4 milioni) in Medio Oriente e Nord Africa. Mentre il numero di bambini sfollati e rifugiati raggiunge un livello record, l’accesso ai servizi essenziali come l’assistenza sanitaria, l’istruzione e la protezione è in calo. Circa i due terzi di tutti bambini rifugiati sono iscritti alla scuola primaria, mentre circa uno su tre degli adolescenti rifugiati frequenta la scuola secondaria.
I bambini migranti- mette in guardia l’Unicef - siano essi rifugiati, richiedenti asilo o sfollati interni, possono correre gravi rischi per il loro benessere e la loro sicurezza. Ciò è particolarmente vero per le centinaia di migliaia di bambini non accompagnati o separati che sono a maggior rischio di tratta, di sfruttamento, di violenza e di abuso. I bambini rappresentano circa il 34% delle vittime registrate della tratta a livello globale.
In Italia, a fine maggio i minorenni stranieri non accompagnati erano circa 14.500 presenti nel sistema d’accoglienza. L’emergenza ha contribuito all’aumento dei flussi. Il 35% dei minori stranieri non accompagnati sono infatti di provenienza ucraina, in tutto oltre 5000. Gli arrivi recenti hanno anche abbassato l’età media degli arrivi con il 22% dei bambini e adolescenti con un’età compresa tra 7 e 14 anni. Continuano anche i flussi in arrivo dal Mediterraneo. Da gennaio a metà giugno 2022, erano già più di 22mila i rifugiati e i migranti arrivati in Italia via mare, tra cui oltre 2.500 minorenni stranieri non accompagnati. A queste cifre bisogna aggiungere tuttavia un numero imprecisato di minorenni al di fuori del sistema formale di accoglienza e di fatto invisibile ai servizi di protezione e di tutela dei diritti.
Secondo le stime dell’UNICEF, alla fine del 2021 conflitti, violenze e ulteriori crisi hanno lasciato 36,5milioni di bambini sfollati dalle loro case, il numero più alto registrato dalla seconda guerra mondiale. Questa cifra comprende 13,7milioni di bambini rifugiati e richiedenti asilo e quasi 22,8 milioni di bambini sfollati interni a causa di conflitti e di violenze.
Queste cifre non comprendono i bambini sfollati a causa di shock o di disastri climatici e ambientali, né quelli degli sfollati di recente nel 2022, anche a causa della guerra in Ucraina. Il numero record di bambini sfollati è il risultato diretto di crisi a catena, tra cui conflitti acuti e prolungati come quello in Afghanistan, fragilità in Paesi come la Repubblica Democratica del Congo o lo Yemen e shock correlati aggravati dagli impatti del cambiamento climatico. Numeri che rappresentano un campanello d’allarme. L’anno scorso, infatti, il numero globale di bambini sfollati è aumentato di 2,2milioni. “Spero che questo numero allarmante- ha dichiarato il Direttore Generale dell’UNICEF Catherine Russell- spinga in primo luogo i governi a evitare che i bambini siano sfollati e quando sono sfollati, a garantire loro l’accesso all’istruzione, alla protezione e ad altri servizi essenziali che sostengono il loro benessere e il loro sviluppo ora e in futuro”.
A questo record si aggiungono crisi come la guerra in Ucraina, che da febbraio ha causato la fuga dal paese di oltre 2milioni di bambini e lo sfollamento interno di 3milioni. Bambini e famiglie vengono allontanati dalle loro case anche a causa di eventi climatici estremi, come la siccità del Corno d’Africa e nel Sahel e le gravi inondazioni in Bangladesh, India e Sudafrica. Nel 2021 si sono verificati 7,3milioni di nuovi casi di sfollamenti di bambini a causa di disastri naturali.
La popolazione mondiale di rifugiati è più che raddoppiata nell’ultimo decennio e i bambini rappresentano quasi la metà del totale. Oltre un terzo dei bambini sfollati vive nell’Africa subsahariana (3,9 milioni o il 36%), un quarto in Europa e Asia centrale (2,6 milioni o il 25%) e il 13% (1,4 milioni) in Medio Oriente e Nord Africa. Mentre il numero di bambini sfollati e rifugiati raggiunge un livello record, l’accesso ai servizi essenziali come l’assistenza sanitaria, l’istruzione e la protezione è in calo. Circa i due terzi di tutti bambini rifugiati sono iscritti alla scuola primaria, mentre circa uno su tre degli adolescenti rifugiati frequenta la scuola secondaria.
I bambini migranti- mette in guardia l’Unicef - siano essi rifugiati, richiedenti asilo o sfollati interni, possono correre gravi rischi per il loro benessere e la loro sicurezza. Ciò è particolarmente vero per le centinaia di migliaia di bambini non accompagnati o separati che sono a maggior rischio di tratta, di sfruttamento, di violenza e di abuso. I bambini rappresentano circa il 34% delle vittime registrate della tratta a livello globale.
In Italia, a fine maggio i minorenni stranieri non accompagnati erano circa 14.500 presenti nel sistema d’accoglienza. L’emergenza ha contribuito all’aumento dei flussi. Il 35% dei minori stranieri non accompagnati sono infatti di provenienza ucraina, in tutto oltre 5000. Gli arrivi recenti hanno anche abbassato l’età media degli arrivi con il 22% dei bambini e adolescenti con un’età compresa tra 7 e 14 anni. Continuano anche i flussi in arrivo dal Mediterraneo. Da gennaio a metà giugno 2022, erano già più di 22mila i rifugiati e i migranti arrivati in Italia via mare, tra cui oltre 2.500 minorenni stranieri non accompagnati. A queste cifre bisogna aggiungere tuttavia un numero imprecisato di minorenni al di fuori del sistema formale di accoglienza e di fatto invisibile ai servizi di protezione e di tutela dei diritti.
Melania Federico
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