Giardini scolastici: risorse anche per l’educazione civica
Spazi verdi, cortili e giardini nella disponibilità delle scuole costituiscono un patrimonio inestimabile. Al di là di una questione meramente estetica, i giardini scolastici possono infatti essere utilizzati per molteplici scopi: da occasione per momenti dedicati al gioco e allo sport a delle vere e proprie attività didattiche. Legate ad esempio, come indicato dall’Indire (2016) in “Spazi educativi e architetture scolastiche: linee e indirizzi internazionali” all’apprendimento dell’educazione ambientale, ma anche a quello alimentare. La letteratura internazionale, già prima dell’emergenza Covid, aveva individuato nel “verde scolastico” una fonte quasi inesauribile di opportunità educative. Pure il WWF in un’analisi del 2020 aveva parlato di un’opportunità ancora più preziosa nel contesto della crisi pandemica. Tale materia è dunque possibile inserirla nell’ambito dell’educazione civica, dopo che la legge 92/2019 (Introduzione dell’insegnamento scolastico dell’educazione civica) ne ha reintrodotto l’insegnamento obbligatorio per tutti i gradi di istruzione e con voto. Dal punto di vista dei contenuti, la scelta è stata quella di concentrare gli studi civici su tre assi principali: costituzione e leggi, cittadinanza digitale, sviluppo sostenibile e agenda 2030. Quest’ultimo aspetto prevede una formazione incentrata su educazione ambientale, conoscenza e tutela del patrimonio e del territorio, salute e tutela dei beni comuni. Se ben sfruttata, infatti, la presenza dei giardini scolastici può giocare un ruolo cardine. Tutto ciò per rendere lo studio dell’ambiente e il suo rispetto una pratica concreta, e non solo parte di una mera lezione tra i banchi di scuola.
Openpolis fa un focus sulla presenza dei giardini scolastici nelle regioni e nelle città italiane. In quelle del nord-est i giardini scolastici per minore sono circa due volte quelli presenti nel sud. Questa quota è fortemente variabile tra le diverse aree del paese. Le città del nord-est ad esempio superano i 10 metri quadri per minore, quelle del nord-ovest raggiungono gli 8,7. I capoluoghi dell’Italia centrale e delle isole si attestano su cifre inferiori, con rispettivamente 6,7 e 6,1 metri quadri per minore. Nelle città del sud il rapporto è inferiore a 5, essendo pari a 4,9 metri quadri per minore. Tuttavia, la carenza di giardini scolastici non è una questione solo del mezzogiorno. Dal confronto regionale emerge infatti come anche territori settentrionali (ad esempio le città liguri) si trovino molto al di sotto della media nazionale. Insieme alla Liguria, hanno meno di 5 metri quadri per minore – anche i capoluoghi, in media – di Calabria, Puglia e Lazio. Nei capoluoghi del mezzogiorno i giardini scolastici sono meno diffusi. Sono infatti 51 su 109 i capoluoghi con un rapporto tra giardini scolastici e minori residenti inferiore alla media nazionale. In particolare non raggiungono i 2 metri quadri per minore 7 città: Brindisi, Reggio Calabria, Imperia, Genova, Trani, Trapani e Messina. Con una tendenza che - nel 2019 - vede una minore diffusione soprattutto nelle città del sud e in quelle liguri.
Se in media in Italia il 12,8% dei capoluoghi non raggiunge un rapporto di 3 metri quadri per bambino o ragazzo residente, la quota raggiunge il 14,3% nelle isole e il 38,5% nel sud. Significa che quasi 4 città del sud su 10 dispongono di meno di 3 metri quadri di giardini scolastici per minore residente. Nell’Italia meridionale e continentale si trovano il 23,9% dei capoluoghi italiani, ma oltre il 70% di quelli che hanno meno giardini scolastici. Sono 14 i capoluoghi con meno di 3 metri quadri per minore. Di questi, 12 si trovano nel Mezzogiorno. Viceversa, delle 11 città che superano i 15 metri quadri per minore, 5 si trovano nel nord-ovest, 3 nel nord-est, 2 nelle isole e una nel sud. Si tratta di Campobasso, che si attesta sui 15,54 metri quadri di giardini scolastici per ciascun residente tra 0 e 17 anni.
Melania Federico
Ultimi articoli
- Lotte e sconfitte
nelle campagne siciliane
al tempo di Ovazza / 1 - La legge bavaglio imbriglia l'informazione
- Perché l’Occidente si autorinnega
- Ovazza, storia di un tecnico
prestato alla politica - Si smantella l’antimafia
e si indebolisce lo Stato - C’era una volta l’alleanza progressista
- Vito Giacalone, un secolo
di lotte sociali e politiche - Violenza sulle donne, come fermare
l’ondata di sangue - Ovazza, l'ingegnere ebreo comunista
padre della riforma agraria - Uno studio sui movimenti
studenteschi e le università