Gene Wilder, attore poliedrico, surreale, sulfureo e anche scrittore
Ci lascia anche Gene
Wilder, attore poliedrico, surreale, sulfureo, originario del
Wisconsin, figlio di due ebrei russi emigrati in America: William e
Jeanne. Terminati gli studi universitari, Gene si trasferisce in
Inghilterra dove, oltre a frequentare la Bristol Old Vic Theatre
School, si iscrive ad un corso di scherma. Una volta tornato negli
Stati Uniti, egli inizia la carriera recitando nei teatri
off-Broadway e si mantiene impartendo lezioni di scherma.
Ben
presto le sue fatiche vengono premiate, quando qualche anno più
tardi, entra a far parte dell'Actor's Studio. Qui incontra la prima
moglie, Mary Mercier, da cui divorzia nel '65. L'incredibile talento
e la voglia di sfondare, lo portano nel 1967 sul grande schermo: si
tratta della pellicola di Arthur Penn, “Gangster Story”. L'anno
seguente Wilder, otterrà una nomination all'Oscar come Migliore
Attore non Protagonista nel pimpante film di Mel Brooks, “Per
Favore, Non Toccate le Vecchiette”.
Ha inizio cosi, uno
splendido sodalizio tra l'esuberante interprete e il geniale cineasta
newyorkese, una collaborazione che raggiunge il suo apice nel 1974
con il celeberrimo “Frankenstein Jr”. L'esilarante parodia,
riceve tra gli altri, il premio Oscar come Miglior Sceneggiatura non
Originale che lo stesso Wilder stila a quattro mani con il regista.
Se la carriera è alle stelle, non lo è la vita sentimentale: questo
è il periodo in cui finisce l'amore tra Gene e Mary Joan Schutz che
mette fine al secondo matrimonio.
In quegli anni
l'attore, viene scritturato da Mel Stuart nel memorabile “Willy
Wonka e la Fabbrica di Cioccolato”. L'aspetto bizzarro e
l'espressione stralunata che il divo dona al suo personaggio, hanno
fatto scuola. Memorabile, fra tutte, la sua ‘performance’
del pasticcere più stravagante e famoso del pianeta.
E' il 1984 quando un
ispirato Wilder dirige ed interpreta la spassosa sexy-comedy “La
Signora in Rosso”. Mentre cinque anni dopo, sarà protagonista
accanto Richard Pryor dell'amatissima pellicola “Non Guardarmi Non
ti Sento”, a cui seguirà “Non Dirmelo... Non ci Credo”.
Il
20 maggio 1989 una profonda tragedia segna la vita dell'attore: la
terza consorte Gilda Radner muore di tumore alle ovaie. Dopo questa
tremenda perdita, l’attore fonda la Gilda's Club, a sostegno
della ricerca contro il cancro. Da sempre ammiratore dello
sceneggiatore Thornton Wilder, l'interprete, si è voluto ispirare a
lui per la scelta del suo cognome d'arte.
"Gene" invece è un chiaro e semplice omaggio alla madre, scomparsa anni prima. Improvvisamente, dal 1999, Wilder è costretto a ritirarsi dalle scene, dopo che gli viene diagnosticato un linfoma che lo costringe a sottoporsi a frequenti sedute di chemioterapia.
Non arrendendosi al peggio, l'artista ritrova nuova linfa nell'attività di scrittore (mai ritenuta un ripiego). Nel maggio del 2005, Wilder debutta con un libro di memorie, Baciami come uno sconosciuto (Kiss Me Like a Stranger: My Search for Love and Art), pubblicato in Italia da Sagoma Editore, resoconto completo del periodo che va dalla giovinezza alla morte della Radner.
Due anni dopo pubblica il suo primo romanzo, La mia puttana francese (My French Whore), ambientato durante la prima guerra mondiale- e nel 2008 riprova con successo con The Woman Who Wouldn'
Si congeda sei anni
fa, dando alle stampe una stravagante raccolta di novelle, What
is This Thing Called Love?.
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