Fondi Ue, corsa per salvare 250 milioni in bilico virtuale

Economia | 31 marzo 2016
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Mi propongo di dare un piccolo contributo alla trasparenza della politica e  dell'azione legislativa  dell'ARS, contribuendo a rendere comprensibile il linguaggio arcano delle leggi.

L'articolo 17 della Minifinanziaria  approvato in Commissione Bilancio all’Assemblea Regionale Siciliana viene presentata come la norma in grado di salvare i 247,5 milioni di euro che verrebbero disimpegnati    , cioè restituiti all'Unione Europea, perché non utilizzati entro il 31 dicembre 2015.  In realtà l'effetto si ottiene attraverso l'utilizzo di risorse “liberate” provenienti da altri fondi per lo sviluppo: insomma una sorta di partita di giro che è bene spiegare ai rari lettori, svelando i misteri del linguaggio tecnico.

La ratio dell'art.17 pare quella di consentire la salvaguardia dei progetti FESR e FSE della precedente programmazione europea non portati a compimento entro il 31/12/2015, attraverso la creazione di una sorta di riserva di liquidità, capace di superare quello che è si era rivelato il principale ostacolo  alla spesa (la Regione non aveva risorse per far partire i progetti in attesa del rimborso dall'Unione). I riferimenti normativi sono l'ultima  legge di stabilità nazionale (art.1 comma 804) che recita “al fine di assicurare il completamento  dei progetti 2007-13 non conclusi al 31/12/2015...il Dipartimento politiche di coesione presenta proposte di utilizzo...in relazione alla delibera CIPE 10/2015....per l'attuazione dei programmi di azione complementare ...(che sarà successivamente) reintegrata a valere sulle risorse  FSC successive al 2016...” La delibera CIPE 10 del 24 gennaio 2015, a sua volta, aveva  definito i criteri di cofinanziamento dei programmi comunitari 2014-2020 e destinato le risorse derivanti dalla riduzione del cofinanziamento nazionale  ai cosiddetti programmi complementari. La Regione siciliana, dopo aver ricevuto dal CIPE l'autorizzazione a usare circa 780 milioni di euro del FSC 2007-2013 per il ripianamento del bilancio 2015, aveva- con delibera 268 del novembre 2015- autorizzato lo spostamento della copertura dei fondi necessari ai programmi o  opere pubbliche precedentemente finanziate con quei fondi sui programmi complementari 2014-2020.

A tal fine è interessante vedere il documento di programmazione finanziaria del PAC  (suddiviso in PAC piano di completamento, PAC piano di cambiamento) allegato alla predetta delibera. L'art. 17 del disegno di legge, in sostanza, autorizza la prosecuzione dei progetti pubblici e  privati  non completati fino al 31/12/2016 oppure al 31/12/2018 qualora essi siano di entità superiore a 5 milioni di euro (comma 2). Mentre (comma 3 ) i soggetti privati beneficiari di aiuti dovranno garantire la copertura finanziaria con risorse proprie, le società e gli enti in house, gli enti pubblici economici e i concessionari statali o regionali di servizi pubblici o opere pubbliche (comma 4) potranno godere di un'anticipazione da parte della regione pari al 90% .  Nel momento in cui entrerà in vigore quanto previsto dal comma 804 della legge 208/15 (legge di stabilità nazionali) le risorse dovranno essere prelevate dalle fonti ivi indicate; nel frattempo, però si provvederà a garantire la prosecuzione a valere per quanto riguarda i progetti PO Fers a carico del “piano di salvaguardia” del PAC 2007-2013 (vedi sopra delibera Giunta siciliana 268/15), mentre per i progetti del PO FSE saranno utilizzate le risorse ancora disponibili del “piano giovani Sicilia”” ex GURS 17/12/2012 n. 293 pag 52  (si tratta proprio del progetto che l'allora ministro Barca propose come buona pratica europea) e del “piano straordinario per rafforzare l'occupabilità.”

Si tratta formalmente di un'anticipazione, che dovrebbe successivamente rientrare....ma qui il condizionale è d'obbligo come tante volte è già successo in Sicilia.

 di Franco Garufi

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