Fondi europei, la spesa necessaria nella legalità
Presentato a Palermo, alla Sala Gialla di Palazzo dei Normanni, il primo
Rapporto dell'Osservatorio sui fondi europei promosso dal Centro Pio La Torre di
Palermo.
Il presidente del Centro, Vito Lo Monaco, ha sottolineato come
"l'obiettivo deve essere la crescita per alleggerire la pesantezza della
situazione sociale ed economica siciliana. La spesa dei 16 miliardi dei
precedenti cicli di programmazione dei fondi europei non ha dato i risultati
sperati, sono diminuiti Pil e Va, sono aumentate le diseguaglianze sociali.
Troppe dispersioni ed inefficienze hanno minato l'efficacia della spesa europea.
Vanno affrontate nel nuovo ciclo - ha continuato Lo Monaco - le questioni relative alla trasparenza, alla velocità dei controlli e al decentramento territoriale della spesa. Inoltre va istituito un "Comitato di monitoraggio sui fondi europei" fondato dalle rappresentanze del mondo associativo che, fermo restando i controlli amministrativi interni, quelli parlamentari e della magistratura, abbia accesso agli atti e serva da supporto democratico alle autorità istituzionali, amministrative e giudiziarie".
Proposta condivisa e accettata dall'assessore all'economia, Alessandro Baccei: "Accolgo la proposta della costituzione di un comitato che verifichi la corretta spesa e la giusta direzione degli investimenti. Bisogna sfruttare i fondi e non essere schiavi della burocrazia. Senza sprecare riscorse. Siamo assolutamente in linea con i curatori del Rapporto con individuazione delle priorità da perseguire, peraltro già delineate nel DPEF: gli assi portanti della Sicilia sono turismo e beniculturali; sanità e scienza della vita; agroalimentare ed economia siciliana; energia e vivibilità della Città. Vanno potenziate infrastrutture e trasporti perché senza collegamenti e servizi non si riescono a attrarre investitori internazionali. Sposo pienamente - continua Baccei - la politica del cooperare insieme ai territori. Lavoriamo già con gli assessori per individuare le risorse prevalenti del territorio e in ognuno di essi sviluppare e sfruttare le potenzialità e far ripartire l'economia della Sicilia".
Per l'economista
Franco Garufi, uno dei curatori del rapporto, "siamo a un punto che potrebbe
essere di non ritorno. I fondi europei non rappresentano la soluzione di tutti i
problemi, sono richiesti coraggio e decisioni non congiunturali, però al momento
sono l'unica quota di risorse disponibile per aiutare la Sicilia a uscire dalla
crisi in cui giace. Ma la politica in Sicilia ha assoluta attenzione alla
quotidianità, al conflitto, e non riesce a capire e attuare le strategie di
crescita".
Presenti per il Governo regionale gli assessori all'agricoltura,
Nino Caleca, ai Beni culturali, Antonio Purpura; al Turismo, Cleo Li Calzi e
alle Attività produttive, Linda Vancheri.
Ultimi articoli
- La marcia del 1983, si rinnova la sfida alla mafia
- Bagheria, consiglio
aperto sulla “marcia” - La nuova Cortina
di ferro grande campo
di battaglia - La riforma agraria che mancò gli obiettivi / 2
- Mattarella, leggi
di svolta dall'incontro
con il Pci - Mattarella fermato
per le aperture al Pci - La legalità vero antidoto per la cultura mafiosa
- Natale, un po' di rabbia
e tanta speranza
nella cesta degli auguri - Lotte e sconfitte
nelle campagne siciliane
al tempo di Ovazza / 1 - La legge bavaglio imbriglia l'informazione