Fermiamo il massacro, basta morti nel Mediterraneo

6 maggio 2015
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Un lungo elenco di associazioni attive nel mondo del volontariato
internazionale ha reso pubblico in queste ore un appello alle
istituzioni per fermare le stragi nel Mediterraneo.

Le ultime decisioni delle Istituzioni europee sono un'operazione di
maquillage mal riuscita, che rischia di causare molte altre morti. E'
il massimo che i capi di Governo riuniti nel consiglio europeo
straordinario sull'immigrazione del 23 aprile sono stati capaci di
fare.

Fermare le stragi

Noi associazioni e reti di volontariato internazionale, attive nella
promozione della pace, il rispetto reciproco e i diritti umani,
lanciamo un appello alle Istituzioni nazionali ed internazionali per
cambiare la rotta delle politiche attuali sull'immigrazione, che
stanno causando la morte e la sofferenza di migliaia di persone.
Il 19 aprile scorso oltre 800 migranti sono morti nel canale di
Sicilia nel tentativo di raggiungere le coste dell'Europa. E' solo la
più grave delle numerose stragi che attraversano il Mediterraneo e che
testimoniano il fallimento delle politiche nazionali e comunitarie di
governo delle migrazioni: anni di chiusura delle frontiere, di
controllo dei mari, di respingimenti illegittimi, di detenzioni
arbitrarie, di violazioni dei diritti umani non hanno affatto fermato
gli arrivi dei migranti in Europa, pur essendo stati al centro
dell'impegno pubblico a livello politico, normativo e anche
finanziario.
Nei fatti, il più efficace strumento di lotta all'immigrazione
"irregolare" è la facilitazione dell'ingresso legale sul territorio
sia dei migranti economici che delle persone bisognose di protezione
internazionale. Nessuna legge può fermare chi rischia la propria vita
nel proprio paese e fugge da guerre e persecuzioni.

Il diritto di arrivare e di chiedere asilo

La "Fortezza" Europa mette a rischio ogni anno la vita di migliaia di
persone. E' indispensabile:
- facilitare l'ingresso "legale" nell'Unione Europea per motivi di
lavoro e di ricerca di lavoro;
- aprire immediatamente corridoi umanitari che consentano ai profughi
di giungere in Europa senza dover mettere a rischio la propria vita;
- varare un'operazione europea che abbia come unico obiettivo la
salvezza delle vite umane grazie alle attività di ricerca e soccorso
in mare;
- sospendere il Regolamento Dublino III e abolire l'obbligo di
presentare richiesta di asilo nel primo paese di arrivo;
- sospendere gli accordi esistenti con i paesi che non offrono
adeguate ed effettive garanzie del rispetto dei diritti umani;
- predisporre un programma di accoglienza dei profughi coordinato a
livello europeo destinandovi risorse adeguate.

La stipula di nuovi accordi con paesi terzi dovrebbe essere
subordinata alla garanzia del diritto di asilo, al divieto di
espulsioni collettive e all'impegno al rispetto del principio di
non-refoulement.
Noi associazioni attive nel movimento del volontariato internazionale,
riconoscendo i diritti umani per tutti e ripudiando qualsiasi forma di
intolleranza e discriminazione, non accettiamo che le politiche
nazionali ed europee causino la morte di migliaia di persone in cerca
di un futuro migliore.
Per questo lanciamo un appello alla comunità internazionale ed alle
istituzioni europee affinchè si agisca al più presto per cambiare
rotta.

L'appello è stato firmato da oltre 50 organizzazioni di tutto il mondo.
Per l'Italia, da Legambiente, Lunaria, Youth action for Peace,
Associazione InformaGiovani e IBO


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