Femminicidio e violenza sulle donne, da Palermo appello alla corretta informazione
Società | 8 maggio 2022
Sensibilizzare l’opinione pubblica, raccontare i fatti e informare correttamente, scavare a fondo su come e perché il femminicidio sia un fenomeno presente nella nostra società, individuare il modo di affrontarlo sia da un punto di vista di politiche di genere che di azioni delle forze dell’ordine: questi sono stati solo alcuni dei punti cardine affrontati nelle due giornate del convegno “Rappresentazioni sociali della violenza maschile contro le donne: il femminicidio”, tenutosi nella Sala Magna di Palazzo Steri, a Palermo, il 6 e il 7 maggio. La conferenza, che ha visto molta partecipazione sia da remoto che in presenza, ha rappresentato la conclusione della ricerca Prin e ha coinvolto docenti universitari, magistrati, giornalisti, esponenti delle forze dell’ordine, figure istituzionali e politiche.
Ad aprire il seminario Alessandra Dino che ha portato i saluti del direttore del dipartimento Culture e Società dell’università di Palermo, Michele Cometa, seguita dai saluti del rettore Massimo Midiri e dagli interventi di Elisa Giomi, commissaria Agcom, Beatrice Pasciuta, prorettrice all’inclusione, Pari Opportunità e politiche di genere dell’ateneo palermitano e Cristina Demaria, delegata all’Equità, inclusione e diversità dell’università di Bologna. Successivamente, la proiezione di un video tratto da “Sciarpe rosse, il dovere di cambiare” realizzato da un’idea di Gioacchino Lavanco, direttore del Dipartimento di Scienze Psicologiche, Pedagogiche, dell’Esercizio Fisico e della Formazione, e della docente Licia Adalgisa Callari, per la regia di Ruben Monterosso; un progetto già presentato il 25 novembre 2021 presso l’aula magna Vincenzo Li Donni, in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. A ciò hanno fatto seguito gli interventi della senatrice Valeria Valente e la discussione sulla rappresentazione della violenza di genere nei media, presieduta dalla docente Alessandra Dino e incentrata sul lavoro svolto da Pina Lalli e dall’unità di ricerca dell’ateneo bolognese, che ha avuto come tematica principale il ruolo delle cronache giornalistiche nella costruzione del dibattito pubblico sul femminicidio. I capitoli del libro “L’amore non uccide. Femminicidio nel discorso pubblico: cronaca, tribunali, politiche” sono stati illustrati da Chiara Gius e Michele Zingone dell’università di Bologna, da Renato Stella e Cosimo Marco Scarcelli dell’università di Padova nonché da Valentina Cremonesini e Stefano Cristante, appartenenti all’unità di ricerca dell’università del Salento. Sulla stessa scia, gli interventi di Monia Azzalini dell’Osservatorio Pavia ed Emanuela Abbatecola dell’università di Genova. Le rappresentazioni nell’arena giudiziaria e nelle politiche sono state il focus principale degli interventi di Alessandra Dino, Gaetano Gucciardo, Clara Cardella e Roberta Teresa Di Rosa dell’università di Palermo, di Marinella Belluati e Simona Tirocchi dell’università di Torino e di Saveria Capecchi dell’università di Bologna. A far comprendere l’importanza della formazione di magistrati, professionisti del diritto e membri delle forze dell’ordine sul tema della violenza di genere sono state invece le parole della giudice Paola Di Nicola, di Carlo Pennisi dell’università di Catania, di Giuditta Bassano dell’università di Bologna, nonché di Simona Feci dell’università di Palermo e dell’ufficiale dei carabinieri Francesca Lauria. La prima giornata del convegno si è conclusa sulla discussione in merito alle politiche di contrasto applicate in Sicilia: ha presieduto Ida Fazio dell’università di Palermo e sono intervenute Mirella Agliastro, precedentemente giudice di Cassazione, la referente regionale del Cismai Maria Luisa Benincasa, la comandante dei carabinieri di Gallipoli Beatrice Casamassa, il comandante provinciale dei carabinieri di Modena Antonio Caterino, la psicologa e referente del progetto Re.S.P.I.R.O. Marisa Cottone, l’avvocata penalista del centro antiviolenza Le Onde di Palermo Elvira Rotigliano, la coordinatrice del gruppo Fasce deboli della Procura di Palermo Laura Vaccaro e infine l’assistente sociale e presidente della onlus Evaluna, Cettina Restuccia.
La seconda giornata ha compreso le testimonianze dei professionisti della comunicazione in fatto di narrazione della violenza sulle donne: a tal proposito sono intervenuti l’ex presidente dell’Ordine dei Giornalisti di Sicilia Giulio Francese, la scrittrice Serena Maiorana, e i giornalisti Benedetta Della Rovere de La Presse, Alessia Candito de la Repubblica Palermo, Federico Berni del Corriere della Sera, Chiara Di Cristofaro de IlSole24Ore e Alessia Ripani de la Repubblica. Delle azioni di contrasto nelle politiche pubbliche, argomento conclusivo della manifestazione, hanno parlato invece Sveva Magaraggia dell’università Milano Bicocca, Cirus Rinaldi dell’università di Palermo, Angela Maria Toffanin dell’ateneo padovano, Maria Virgiglio di GIUDIT Giuriste Italiane, Maria Giuseppina Muratore dell’Istat e Lorena Saracino, presidente del Corecom e già giornalista. Claudia Capelli ha successivamente illustrato l’Osservatorio di Ricerca sul Femminicidio dell’università di Bologna mentre le considerazioni finali sono state fatte da Alessandra Dino e Pina Lalli. Il convegno rappresenta senz’altro sia la fine di un lungo, articolato e capillare percorso di ricerca, prodotto di una feconda sinergia tra i tanti poli universitari italiani protagonisti, che l’inizio di nuovi e vivaci dialoghi multidisciplinari e multidimensionali tra vari livelli, nella consapevolezza che il fenomeno della violenza sulle donne, socialmente trasversale seppur ancora difficile da riconoscere e nominare senza scatenare perplessità e fraintendimenti, vada analizzato da varie prospettive tra loro comunicanti. L’interazione dialettica nata da questo progetto e intrattenuta da giurisprudenza, scienze della comunicazione, sociologia e amministrazione della giustizia ha dimostrato la necessità di abbandonare stereotipi e pregiudizi nell’affrontare le questioni legate al fenomeno del femminicidio e di studiare lo stesso con puntualità, costanza e rigore scientifico.
di Giorgia Garda
Ad aprire il seminario Alessandra Dino che ha portato i saluti del direttore del dipartimento Culture e Società dell’università di Palermo, Michele Cometa, seguita dai saluti del rettore Massimo Midiri e dagli interventi di Elisa Giomi, commissaria Agcom, Beatrice Pasciuta, prorettrice all’inclusione, Pari Opportunità e politiche di genere dell’ateneo palermitano e Cristina Demaria, delegata all’Equità, inclusione e diversità dell’università di Bologna. Successivamente, la proiezione di un video tratto da “Sciarpe rosse, il dovere di cambiare” realizzato da un’idea di Gioacchino Lavanco, direttore del Dipartimento di Scienze Psicologiche, Pedagogiche, dell’Esercizio Fisico e della Formazione, e della docente Licia Adalgisa Callari, per la regia di Ruben Monterosso; un progetto già presentato il 25 novembre 2021 presso l’aula magna Vincenzo Li Donni, in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. A ciò hanno fatto seguito gli interventi della senatrice Valeria Valente e la discussione sulla rappresentazione della violenza di genere nei media, presieduta dalla docente Alessandra Dino e incentrata sul lavoro svolto da Pina Lalli e dall’unità di ricerca dell’ateneo bolognese, che ha avuto come tematica principale il ruolo delle cronache giornalistiche nella costruzione del dibattito pubblico sul femminicidio. I capitoli del libro “L’amore non uccide. Femminicidio nel discorso pubblico: cronaca, tribunali, politiche” sono stati illustrati da Chiara Gius e Michele Zingone dell’università di Bologna, da Renato Stella e Cosimo Marco Scarcelli dell’università di Padova nonché da Valentina Cremonesini e Stefano Cristante, appartenenti all’unità di ricerca dell’università del Salento. Sulla stessa scia, gli interventi di Monia Azzalini dell’Osservatorio Pavia ed Emanuela Abbatecola dell’università di Genova. Le rappresentazioni nell’arena giudiziaria e nelle politiche sono state il focus principale degli interventi di Alessandra Dino, Gaetano Gucciardo, Clara Cardella e Roberta Teresa Di Rosa dell’università di Palermo, di Marinella Belluati e Simona Tirocchi dell’università di Torino e di Saveria Capecchi dell’università di Bologna. A far comprendere l’importanza della formazione di magistrati, professionisti del diritto e membri delle forze dell’ordine sul tema della violenza di genere sono state invece le parole della giudice Paola Di Nicola, di Carlo Pennisi dell’università di Catania, di Giuditta Bassano dell’università di Bologna, nonché di Simona Feci dell’università di Palermo e dell’ufficiale dei carabinieri Francesca Lauria. La prima giornata del convegno si è conclusa sulla discussione in merito alle politiche di contrasto applicate in Sicilia: ha presieduto Ida Fazio dell’università di Palermo e sono intervenute Mirella Agliastro, precedentemente giudice di Cassazione, la referente regionale del Cismai Maria Luisa Benincasa, la comandante dei carabinieri di Gallipoli Beatrice Casamassa, il comandante provinciale dei carabinieri di Modena Antonio Caterino, la psicologa e referente del progetto Re.S.P.I.R.O. Marisa Cottone, l’avvocata penalista del centro antiviolenza Le Onde di Palermo Elvira Rotigliano, la coordinatrice del gruppo Fasce deboli della Procura di Palermo Laura Vaccaro e infine l’assistente sociale e presidente della onlus Evaluna, Cettina Restuccia.
La seconda giornata ha compreso le testimonianze dei professionisti della comunicazione in fatto di narrazione della violenza sulle donne: a tal proposito sono intervenuti l’ex presidente dell’Ordine dei Giornalisti di Sicilia Giulio Francese, la scrittrice Serena Maiorana, e i giornalisti Benedetta Della Rovere de La Presse, Alessia Candito de la Repubblica Palermo, Federico Berni del Corriere della Sera, Chiara Di Cristofaro de IlSole24Ore e Alessia Ripani de la Repubblica. Delle azioni di contrasto nelle politiche pubbliche, argomento conclusivo della manifestazione, hanno parlato invece Sveva Magaraggia dell’università Milano Bicocca, Cirus Rinaldi dell’università di Palermo, Angela Maria Toffanin dell’ateneo padovano, Maria Virgiglio di GIUDIT Giuriste Italiane, Maria Giuseppina Muratore dell’Istat e Lorena Saracino, presidente del Corecom e già giornalista. Claudia Capelli ha successivamente illustrato l’Osservatorio di Ricerca sul Femminicidio dell’università di Bologna mentre le considerazioni finali sono state fatte da Alessandra Dino e Pina Lalli. Il convegno rappresenta senz’altro sia la fine di un lungo, articolato e capillare percorso di ricerca, prodotto di una feconda sinergia tra i tanti poli universitari italiani protagonisti, che l’inizio di nuovi e vivaci dialoghi multidisciplinari e multidimensionali tra vari livelli, nella consapevolezza che il fenomeno della violenza sulle donne, socialmente trasversale seppur ancora difficile da riconoscere e nominare senza scatenare perplessità e fraintendimenti, vada analizzato da varie prospettive tra loro comunicanti. L’interazione dialettica nata da questo progetto e intrattenuta da giurisprudenza, scienze della comunicazione, sociologia e amministrazione della giustizia ha dimostrato la necessità di abbandonare stereotipi e pregiudizi nell’affrontare le questioni legate al fenomeno del femminicidio e di studiare lo stesso con puntualità, costanza e rigore scientifico.
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