Favino: io, Craxi e Buscetta? Un privilegio interpretarli

Cultura | 30 giugno 2019
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Una cosa è certa, il carisma unisce due personaggi diversi come Tommaso Buscetta e Bettino Craxi, entrambi interpretati da Pierfrancesco Favino rispettivamente ne 'Il traditorè di Marco Bellocchio e in 'Hammamet' di Gianni Amelio. Parola dell’attore. «Ma di Craxi non parlo - dice oggi alla masterclass tenuta al Taormina Film Festival che si apre stasera -. Lo deve fare prima Amelio». E aggiunge poi a margine: «Non posso in realtà parlare né dell’uno né dell’altro, sono personaggi troppo grandi per me, ma il privilegio di averli interpretati entrambi nello stesso anno con due grandi registi è una cosa davvero meravigliosa». Questo solo uno dei momenti di una masterclass animata dal talento di quest’attore davvero straordinario per bravura e intelligenza. Ecco una sintesi per voci del suo intervento. 

BUSCETTA - Di eroi ci sono solo i magistrati che ci hanno rimesso la vita nella lotta contro la mafia. Buscetta invece fa una scelta precisa, non appartenendo a una famiglia mafiosa si ritrova ad aderire alla mafia. Non solo. Mi riesce davvero difficile credere a una persona che cambia faccia in continuazione come faceva lui, come se non volesse mai somigliare a se stesso. Quando lo studiavo per interpretarlo, la domanda che mi ponevo sempre: 'Cosa vuole dire Buscetta che io non sappia di lui? 

TRADIMENTO - Di sicuro la genialità di Buscetta è stata quella di tradire facendo intendere che tradiva di fronte al tradimento di certa mafia. Comunque un uomo che aveva il piacere di stare sul palco.

 SUCCESSO - Spero che questo di ora non sia l’apice del successo e che debba ancora arrivare. Ora sono felice di ciò che sono, faccio il mestiere sognato da bambino che mi permette anche di pagare i conti, che posso volere di più?

 MASCHERA - Tutti quanti noi abbiamo una maschera. Tutti facciamo la voce da bambino quando vogliamo qualcosa. Noi stessi non esistiamo davvero, ma siamo in un certo modo in relazione con la persona con cui ci stiamo relazionando in quel momento. A me l’identità non mi ha mai interessato davvero. Prendiamo sempre esempio da Buscetta parlava in un modo con Falcone e in un altro con Calò.

 LETTERA - Io e Bellocchio abbiamo ricevuto una lettera da una scuola media che diceva una cosa bellissima sul senso de Il traditore, ovvero che questo film parla soprattutto di una scelta.

 FIGLIE D’ARTE - Mio padre non era d’accordo che facessi l'attore, era in fondo un genitore sano. Se le mie figlie volessero seguire il lavoro dei loro genitori come potrei impedirlo, non potremmo entrambi dire di no. Lo farei solo se intuissi che dietro quella loro scelta ci sia più volontà di emulazione che vera passione.



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