Fatti d'amore siciliano dal tempo degli spagnoli alla Belle epoque
L’amore è stato da
sempre il protagonista delle storie narrate da poeti e scrittori. Alcune sono leggenda, altre reali, altre
ancora sono il frutto della fantasia, ma qualunque sia la loro provenienza,
sono legami d’amore passati alla storia. Difficile stabilire quale sia la
relazione più famosa e quale sia la coppia più amata: Romeo
e Giulietta, giovani e sfortunati amanti cantati da William Shakespeare? Lara e Zivago, protagonisti del romanzo
di Pasternak? Oppure le storie vissute dalle eroine di Jane Austen, come il
legame tra Elizabeth Bennet e
Mister Darcy?
Un altro amore famoso tra la realtà e la
fiaba è quello vissuto da Grace Kelly,
diva del cinema e poi principessa di Monaco fino alla sua prematura scomparsa.
Impossibile non ricordare l’amore tra la pittrice Frida Kahlo e Diego Rivera, così come non possiamo ignorare un re
che abdica per amore, come fece Edoardo
VIII quando decise di sposare la divorziata Wallis Simpson.
Spesso le fiabe finiscono con “…e vissero felici e contenti”, ma nella vita le cose vanno diversamente, anche le coppie più famose della storia celano a volte oscure verità! Se poi si parla d’amore in Sicilia e di amori siciliani, tutto può accadere. Questo potremmo scoprirlo nel libro di Antonino Cangemi dal titolo “D’amore in Sicilia”, edito da Flaccovio, con prefazione di Matteo Collura. Il libro di Cangemi racconta in 222 pagine tante storie d’amore, tutte diverse tra loro, anche per il contesto storico, infatti, si parte dal ‘500, l’epoca della dominazione spagnola e dei viceré in Sicilia, per arrivare agli ultimi anni del ‘900, passando per l’età dei lumi e per la Belle Ėpoque. Storie condite di profonda passione che si mescolano con intrighi di potere, come nella relazione adulterina del viceré Marcantonio Colonna con Eufrosina; altre dove l’amore si confonde con l’onore e con la “roba” come nel legame tra la baronessa di Carini e Ludovico Vernagallo; in altre ancora l’amore vive dimensioni di drammatiche tensioni come nelle vicende di Topazia Alliata e di Fosco Maraini; vi sono amori in cui prevale la passione dei sensi, come quello tra Giulia Trigona e Vincenzo Paternò che si conclude in un tragico epilogo; amori in cui la componente intellettuale prevale sull’attrazione fisica, come quella tra Tomasi di Lampedusa e Licy Wolff; amori che ispirano l’arte e la letteratura come quella tra Renato Guttuso e Marta Marzotto che ha infiammato la carica erotica e la vocazione dell’artista; oppure l’amore di Pirandello per la sua musa ispiratrice Marta Abba. Amori anche molto infelici, come quelli di Rosa Balistreri, spesso non pienamente corrisposti; amori così intensi da superare ostacoli immensi come quello del poeta siculo-americano Nat Scammacca e Nina Di Giorgio. Uno specchio da dove si può osservare con critica obiettività come i siciliani vivono le storie d’amore, e perché gli amori sbocciati in Sicilia diventando alcune volte anche materia letteraria oltre che di cronaca, ma dove l’essere siciliani c’entra sempre qualcosa. Ma ancor di più c’entrano spesso le madri nella vita di grandi uomini d’ingegno siciliani, come gli amori di Federico de Roberto e di Gesualdo Bufalino, entrambi “ubbidienti alla madre” e perciò inadeguati mariti o amanti. Strani amori, questi raccontati dall’autore, spesso tragici, misteriosi, fantastici, felici e infelici, ma che fanno crescere e sorridere, che fanno sognare e piangere, ma che pur sempre continuano a vivere nella memoria collettiva.
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