Fanghi tossici, amianto e veleni nella "terra dei fuochi" siciliana
Rifiuti tossici messi sotto terra nelle campagne di Catania, un fiume d' immondizia non controllata arrivata dalla Campania e smaltita in nero nel Messinese. Fanghi industriali nascosti in mezza Sicilia, tonnellate e tonnellate di amianto lasciate in cave abusive oppure in miniere dismesse, vecchie discariche mai bonificate e che producono inquinamento, come denunciato dall' Arpa. Ecco la "terra dei fuochi" di Sicilia, dove soltanto negli ultimi ventiquattro mesi le procure e le forze di polizia hanno alzato il velo su 1,5 milioni di tonnellate di rifiuti smaltiti in maniera illecita, in alcuni casi grazie ai buoni uffici della mafia. Solo le aree sequestrate, e tutte ancora da bonificare, sono pari a 100 mila metri quadrati. Un angolo di Sicilia tossica, quello che emerge dai dati sulle ultime indagini e sui sequestri fatti dalle forze dell' ordine.
I RIFIUTI ABUSIVI DALLA CAMPANIA
La procura di Messina, coordinata da Guido Lo
Forte, ha appena concluso un' indagine su un traffico di rifiuti provenienti
dagli impianti campani di Tufino e Giugliano e smaltiti nella discarica di
Mazzarrà Sant' Andrea.
Un traffico di rifiuti che sarebbe stato gestito «abusivamente per ingenti
quantitativi pari a 15 mila tonnellate di rifiuti urbani indifferenziati », si
legge nella richiesta di rinvio a giudizio per gli amministratori di alcune
società di trasporto di Napoli e degli ex gestori del sito. Cosa c' era in
questi rifiuti? Come è stato possibile che senza alcun accordo tra le Regioni
tonnellate di rifiuti siano state "abbancate"?
Una cosa è certa: la discarica di Mazzarrà Sant' Andrea è seriamente a rischio
ambientale, come scrivono i tecnici della procura: «Se non si interviene subito
sulla stabilità del sito, si potrebbero accusare gravi danni per l' ambiente e
occorre l' aspirazione completa del percolato».
Quello del traffico di rifiuti dalla Campania sembra essere un filone
importante. A Catania la procura ha ottenuto il rinvio a giudizio dell'
amministratore di una società che in un ex terreno dell' Esa, nell' area
industriale etnea, avrebbe consentito lo smaltimento illecito di 123 mila
tonnellate di rifiuti, dei quali 14.400 provenienti dalla Campania. E si tratta
anche «di rifiuti speciali pericolosi», come «rifiuti da fibre tessili grezze,
feci animali, fanghi prodotti da operazioni di centrifugazione di prodotti
alimentari, scarto, carta e cartone». E, ancora, rifiuti «tossico-nocivi
originati da operazioni di costruzione e demolizioni edili, prodotti alimentari
scaduti e fanghi contenenti arsenico, antimonio, rame».
A Catania l' indagine è stata chiamata "Terra dei fuochi etnea". Già,
una sorta di delocalizzazione di quanto accaduto in Campania.
LE GRANDI DISCARICHE ABUSIVE
I rifiuti industriali dove vanno a finire? A leggere le
dichiarazioni rilasciate dell' ex comandante regionale dei carabinieri Giuseppe
Governale, oggi a capo del Ros, alla commissione parlamentare d' inchiesta sui
rifiuti, la risposta è chiara: in una miriade di discariche abusive. Governale
fa un elenco di quanto scoperto dai carabinieri dal 2014 in poi: «Ad Agrigento
abbiamo sequestrato impianti di depurazione di alcune imprese casearie che
sversavano illegalmente sul territorio, a Licata abbiamo sequestrato 10 mila
metri quadrati di terreno destinato a rifiuti pericolosi, a Ragusa la Dda di
Catania ha svolto una complessa indagine su ingerenze della criminalità
organizzata nelle imprese che gestiscono lo smaltimento della plastica dismessa
delle serre di Vittoria e Santa Croce Camerina: l' esito ha permesso di
accertare la responsabilità di un esponente legato al boss gelese Carmelo
Dominante. E, ancora, a Scoglitti sono stati sequestrati 10 mila metri quadrati
di terreni, ad Acate 8 mila, a Santa Croce 15 mila in cui si conferiva ogni
genere di rifiuto».
Governale fa riferimento anche alla scoperta di 106 tonnellate di lastre di
amianto che sono state scaricate nella miniera di Pasquasia. Ma su questo sito
da tempo si sono concentrate le indagini della procura di Enna: secondo gli
inquirenti, qui ci sarebbe stato «il deposito incontrollato di ingenti
quantitativi di materiali contenenti amianto, stimato in oltre 910 mila
tonnellate e con oltre 15 mila tonnellate di terreno contaminato, nonché di
altri rifiuti pericolosi con conseguente disastro ambientale del sito». Il procuratore
di Caltanissetta, Sergio Lari, ha invece denunciato l' inquinamento nella cava
di Bosco Palo costituto «dalle tonnellate di cemento e amianto e da 120
tonnellate di eternit scaricati abusivamente con connesso disastro ambientale
». A Caltagirone un sequestro ha coinvolto la Kalat ambiente, dove in 15 mila
metri quadrati di terreno sarebbero state sotterrate tonnellate di rifiuti
differenziati.
IL RUOLO DELLA CRIMINALITÀ ORGANIZZATA
E la mafia? Che ruolo ha la criminalità nella terra dei fuochi di Sicilia? A parte il caso di Vittoria, ci sono altri due episodi che dimostrano come la mafia spesso abbia un ruolo, eccome. A Barcellona Pozzo di Gotto una procedimento ha coinvolto il clan Mazzeo per lo smaltimento illecito di residui industriali da succhi d' agrumi. A Palermo qualche anno fa un sequestro ha coinvolto un terreno di Giuseppe Liga. «Il Liga - ha detto il procuratore Francesco Lo Voi alla commissione parlamentare - è uomo di vertice della famiglia mafiosa di San Lorenzo, un cosiddetto "uomo d' onore". In questo caso non vi era la gestione di una discarica istituzionale, bensì l' interramento di rifiuti anche pericolosi. Abbiamo proprio un traffico di rifiuti con la connotazione doc Cosa nostra». (La Repubblica)
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