Emergenza profughi, i centri al collasso
Continua l’emergenza sbarchi nelle nostre coste: nel solo mese di gennaio sono arrivati nel nostro paese oltre 3.500 profughi, il 63% in più rispetto a gennaio 2014. Arrivi che nel 10 febbraio si sono trasformati in tragedia, riaccendendo i riflettori sul tema. La morte accertata di 29 migranti e il numero incerto di dispersi (400 secondo l’Alto Commissariato ONU per i rifugiati) riporta l’attenzione su temi ancora irrisolti: il controllo delle frontiere, la sicurezza di migliaia di persone, le politiche di accoglienza in Italia e il ruolo dell’Europa.
La Fondazione Leone Moressa ha analizzato i dati del Ministero dell’Interno relativi agli sbarchi di migranti sulle coste italiane e alle presenze nei centri di accoglienza del territorio (strutture temporanee, CARA, SPRAR). Nonostante i posti SPRAR (sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati) siano stati portati a 20 mila nel 2014, il sistema non sembra attualmente in grado di far fronte al gran numero di richieste, determinando una situazione di emergenza continua.
Sbarchi in aumento nel 2015. Secondo i dati dell’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM), nel mese di gennaio gli sbarchi registrati sulle coste italiane sono stati 3.528, il 63% in più rispetto allo stesso periodo del 2014 (2.171 sbarchi) e oltre 10 volte il dato del 2013 (217 sbarchi). Sicuramente è ancora presto per fare stime sull’andamento annuale, ma il trend sembra dimostrare che l’emergenza non è finita. Ricordiamo che nel 2014 sono arrivati nel nostro Paese oltre 170 mila profughi, più della somma dei tre anni precedenti e quasi il triplo del 2011, anno dell’emergenza Nord Africa.
Cosa fa l’Europa? Conclusa l’operazione italiana Mare Nostrum, si discute sull’efficacia dell’operazione Triton, gestita dall’agenzia europea Frontex. In realtà Triton non è il proseguimento di Mare Nostrum, ma un’azione molto diversa per modalità (Triton opera al confine delle acque territoriali - a 30 miglia dalle coste - mentre Mare Nostrum arrivava in prossimità delle coste libiche) e risorse (il costo di Triton è 2,9 milioni di euro al mese, contro i 9 milioni di Mare Nostrum). Lo stesso Schulz (presidente dell'Europarlamento) il 13 febbraio ha ammesso “la mancanza di una politica migratoria adeguata dell’Unione Europea”.
Le regioni del Sud le più “accoglienti”. Il sistema di accoglienza italiano è stato riorganizzato lo scorso mese di Luglio dal Ministero dell’Interno in accordo con Regioni ed Comuni: il numero di posti SPRAR è stato aumentato proprio per far fronte alla crescente richiesta. Tuttavia, il peso dell’accoglienza non è equamente distribuito a livello nazionale: la Sicilia, ad esempio, accoglie 9 mila migranti in più rispetto a quanti le spetterebbero secondo il criterio della proporzionalità con la popolazione residente. Al contrario, se si applicasse correttamente la ripartizione, molte regioni dovrebbero accogliere un numero maggiore di profughi: in particolare la Lombardia (5.535) e il Veneto (3.322), ma anche Piemonte, Toscana ed Emilia Romagna.
Secondo i ricercatori della Fondazione Leone Moressa, “il sistema di accoglienza italiano appare in difficoltà di fronte al crescente afflusso di profughi e rifugiati. La fine dell’operazione Mare Nostrum, anziché far diminuire gli arrivi, ha generato una situazione di ancor maggiore incertezza. Il risultato è l’aumento degli sbarchi, che a gennaio 2015 hanno già superato quota 3.500 (il 63% in più rispetto al 2014).”
I numeri dell’operazione Mare Nostrum
Migranti soccorsi in mare dalla Marina Militare |
91.000 |
Interventi in mare |
558 |
Scafisti arrestati |
728 |
Costo mensile dell’operazione |
9 milioni di € |
|
|
Migranti sbarcati in Italia (anno 2014) |
170.000 |
Presenze nei centri di accoglienza in Italia (al 30.11.2014) |
65.462 |
Elaborazioni Fondazione Leone Moressa su fonti varie
Serie storica degli sbarchi in Italia – confronto Gennaio 2013, 2014, 2015
Anno |
2013 |
2014 |
2015 |
N. migranti sbarcati nel mese di Gennaio |
217 |
2.171 |
3.528 |
Elaborazioni Fondazione Leone Moressa su dati OIM
Serie storica degli sbarchi in Italia 2011 – 2014
Anno |
2011 |
2012 |
2013 |
2014 |
N. migranti sbarcati |
62.692 |
13.267 |
42.925 |
170.816 |
Elaborazioni Fondazione Leone Moressa su dati Ministero dell’Interno
Nazionalità dichiarate dai migranti al momento dello sbarco
Anno 2012 |
Anno 2013 |
Anno 2014 |
|||
Prime 6 nazionalità |
Inc. % su totale sbarchi |
Prime 6 nazionalità |
Inc. % su totale sbarchi |
Prime 6 nazionalità |
Inc. % su totale sbarchi |
Tunisia |
17,1% |
Siria |
26,3% |
Siria |
23,6% |
Somalia |
16,4% |
Eritrea |
22,9% |
Eritrea |
22,0% |
Afghanistan |
13,1% |
Somalia |
7,6% |
Mali |
5,8% |
Eritrea |
12,2% |
Egitto |
6,4% |
Nigeria |
5,2% |
Pakistan |
9,4% |
Nigeria |
6,2% |
Gambia |
4,4% |
Egitto |
9,2% |
Gambia |
6,1% |
Palestina |
3,3% |
Fonte: elaborazioni Fondazione Leone Moressa su dati Ministero dell’Interno
Presenze di migranti nei centri di accoglienza al 30 Novembre 2014
Territorio |
Totale presenze (strutture temporanee, Centri d’Accoglienza, SPRAR) |
Distribuzione |
Differenza tra presenza effettiva e prevista* |
Sicilia |
14.878 |
22,7% |
+9.379 |
Lazio |
8.499 |
13,0% |
+2.411 |
Puglia |
6.027 |
9,2% |
+1.576 |
Campania |
5.579 |
8,5% |
-771 |
Lombardia |
5.201 |
7,9% |
-5.535 |
Calabria |
4.057 |
6,2% |
+1.897 |
Emilia-Romagna |
3.462 |
5,3% |
-1.317 |
Piemonte |
2.960 |
4,5% |
-1.819 |
Toscana |
2.410 |
3,7% |
-1.649 |
Veneto |
2.046 |
3,1% |
-3.322 |
Marche |
1.794 |
2,7% |
+92 |
Friuli-Venezia Giulia |
1.510 |
2,3% |
+201 |
Liguria |
1.271 |
1,9% |
-431 |
Sardegna |
1.207 |
1,8% |
-560 |
Molise |
1.174 |
1,8% |
+847 |
Umbria |
1.019 |
1,6% |
+37 |
Abruzzo |
909 |
1,4% |
-531 |
Basilicata |
808 |
1,2% |
+153 |
Trentino Alto Adige |
589 |
0,9% |
-524 |
Valle d'Aosta |
62 |
0,1% |
-69 |
Nord |
17.101 |
26,1% |
-12.816 |
Centro |
13.722 |
21,0% |
891 |
Sud |
34.639 |
52,9% |
11.990 |
Totale |
65.462 |
100,00% |
|
* Il criterio utilizzato per definire le “presenze previste” è quello della proporzione con la popolazione residente, ovvero il criterio di ripartizione generalmente utilizzato dal Ministero dell’Interno. Nella stima è stato calcolato un coefficiente d dato dal rapporto fra la popolazione residente in ciascuna regione e la popolazione nazionale.
Fonte: elaborazioni Fondazione Leone Moressa su dati Ministero dell’Interno
Dati Frontex al 31.12.2014
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