Effetto Covid sulle università, controesodo dei fuorisede

Giovani | 1 settembre 2020
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Covid e università in Italia. Quello che si preannuncia è un controesodo dei fuorisede. Dopo la pausa estiva, uno studente su cinque non rientrerà nella città in cui ha sede la propria facoltà. E sono molti i giovani che rinunceranno ad immatricolarsi lontano dalla propria città. 2 su 3, infatti, si iscriveranno in un ateneo più vicino al proprio luogo di residenza, mentre chi già ha iniziato il percorso universitario lontano da casa proseguirà gli studi nell’ateneo scelto mediante la didattica a distanza. Succede anche questo in tempo di pandemia, come emerge da una ricerca del portale Skuola.net, che ha coinvolto circa 2.000 studenti fuori sede dell’A.A. 2019-2020 su un totale di 340.000.

Le scelte dei giovani sul prossimo anno accademico sono determinate dalle difficoltà economiche delle famiglie e dai non facili spostamenti a causa della pandemia tutt’ora in atto. La crisi economica conseguente al lockdown costituisce la principale ragione che spinge i giovani a restare vicino alle famiglie, considerato che molte non sono più in grado di mantenere i figli lontano da casa. Il 45% degli studenti intervistati adduce a ragioni economiche la scelta di ritornare definitivamente a casa, mentre le difficoltà economiche sono il principale motivo per il 32% di coloro che, per il momento, seguiranno le lezioni a distanza. Ad incidere su questa scelta anche la problematicità degli spostamenti attuali e potenziali, che generano timori in 1 giovane su 10. La paura di restare lontano dalla propria famiglia per troppo tempo, nell’eventualità di nuove chiusure, rappresenta un deterrente a spostarsi. Anche la qualità della didattica a distanza nei mesi di lockdown, sperimentata dagli studenti già immatricolati, ha spinto 1 su 4 a voler tornare a casa. L’offerta didattica è stata garantita adeguatamente, quindi ciò spinge gli universitari fuori sede a voler approfittare della formula “blended” – un po’ in presenza e un po’ online- programmata dagli atenei per il prossimo anno accademico, per risparmiare sulle spese di vitto e alloggio. L’80% dei fuori sede di vecchia data (a cui vanno aggiunte le matricole) ha, comunque, deciso di restare. Non manca tra di loro, però, il senso di confusione. Alla fine di agosto, più 1 su 2 ancora non ha un alloggio per il prossimo anno e, tra questi, circa la metà è indeciso su quale soluzione sia migliore per meglio proteggersi in questa emergenza sanitaria: condividere un appartamento con degli sconosciuti o cercare un monolocale, sperando nell’abbassamento dei canoni di affitto per via del controesodo in atto? Tra chi ha già provveduto alla sistemazione per settembre, il 15% ha cambiato casa e si registra un boom di richieste per piccoli appartamenti e una lieve flessione per le coabitazioni. A parte quelli che per motivi economici sono "costretti" alla convivenza, in generale la necessità di distanziamento sociale, unita alle favorevoli condizioni di mercato, ha fatto crescere il ricorso agli appartamenti del 70% rispetto a dodici mesi fa. Il 27%, infatti, ha puntato sulla casa da solo (nel 2019, di questi tempi, il dato si fermava al 16%); mentre le stanze in case condivise finora hanno attirato il 60% dell'utenza (un anno fa erano il 66%); dimezzato l’appeal di collegi e convitti (dal 10% al 5%), stabile quello degli studentati (8%).

I costi? Solo 1 su 5 crede di riuscire a contenere le uscite per l’affitto nei 200 euro mensili. Il 44% prevede di spendere tra i 200 e i 400 euro al mese, il 23% anche di più (tra i 400 e i 600 euro al mese), il 13% pensa addirittura che sforerà questo tetto. Chi pensa di riuscire a contenere i costi rispetto agli scorsi anni non rimarrà deluso. L’aumento della offerta ha avuto come effetto una frenata dei prezzi. Da una stima a livello italiano, riportata da La Repubblica.it del 24 agosto u.s., è emerso che la disponibilità di camere rispetto al 2019 segna un +149%. Milano registra un record in tal senso: +290% su base annuale, seguita da Bologna (+270%). Seguono Padova (+180%), Firenze (+175%), Torino (108%), Roma (+130%) e Napoli (+100%).

 di Alida Federico

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