Educazione, povertà e salute: l'eterno divario
Le disuguaglianze regionali relative al rispetto dei diritti di bambine, bambini e adolescenti sono state acuite, ma non causate, dalla pandemia da Covid-19. Risultano, infatti, essere la sommatoria di problemi strutturali e di politiche territoriali non adeguate. L’accesso ai servizi scolastici e sanitari, ad esempio, è più difficile nelle Regioni del Sud: per questa ragione un bambino nato in Calabria ha il doppio delle possibilità di morire nel primo anno di vita rispetto a uno nato in Lombardia. Ha altresì minori opportunità di avere acceso a delle cure pediatriche specializzate. È la fotografia scattata dal secondo rapporto “I diritti dell’infanzia e dell’adolescenza in Italia. I dati regione per regione 2021” pubblicato dal Gruppo di lavoro per l’attuazione della Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza (Gruppo Crc). Le differenze territoriali emerse dal Rapporto e il trend negativo nel rispetto dei diritti dei minori osservato negli ultimi anni a livello nazionale, sebbene l’Italia resti un Paese con una bassa mortalità infantile, dimostrano la necessità di intervenire con delle politiche trasversali programmate in collaborazione con le amministrazioni locali.
Il Rapporto presenta un quadro della situazione delle Regioni sulla base di sette aree tematiche: demografia, risorse dedicate all’infanzia, povertà materiale ed educativa, ambiente familiare e misure alternative. Ma anche educazione, gioco e attività culturali, salute e protezione. Durante le diverse fasi della ricerca è stata tuttavia rilevata una carenza di dati che influenza negativamente l’attuazione delle politiche pubbliche: mancano, infatti, i dati disaggregati per le fasce di età tra 0 e 17 anni per diversi indicatori o per le singole regioni e, come nel caso dei minori in affidamento familiare, le informazioni non sono state aggiornate. Il Gruppo Crc sollecita pertanto le istituzioni a raccogliere e ad analizzare i dati nazionali e regionali.
L’area tematica “Dati demografici”, che era presente anche nella prima edizione del 2018, fornisce una fotografia delle tendenze socio-demografiche in corso, confermando il problema correlato alla denatalità che attraversa ormai in modo diffuso l’Italia. Tutte le regioni hanno un tasso di natalità in diminuzione, ed in particolare hanno un tasso sotto la media nazionale: la Sardegna con 5,1 per mille abitanti, seguita da Molise e Liguria con 5,7; al contrario Bolzano con un tasso pari a 9,6. La popolazione minorile rappresenta il 15,7% della popolazione totale, e solo Calabria (15,9%), Campania (17,4%), Sicilia (16,5%), Bolzano (18,8%) e Trento (17%) superano la media nazionale. In quest’area, inoltre, sono riportati i dati rispetto ai contesti familiari maggiormente vulnerabili - nuclei monogenitoriali e nuclei numerosi - che le analisi relative alla povertà minorile ci dicono essere quelli più a rischio di svantaggio economico. I nuclei monogenitoriali hanno un trend in crescita rispetto all’edizione del 2018 (in Sardegna di 5,7 punti percentuali in più rispetto alla media nazionale), mentre sono in diminuzione le famiglie con 5 o più componenti, ma in 8 regioni da Nord a Sud, la media è più alta rispetto a quella nazionale.
Nell’edizione del 2021 è stata aggiunta un’area sulle risorse dedicate all’infanzia e all’adolescenza che ripropone l’analisi realizzata dal Gruppo CRC e pubblicata a maggio 2021 nel “Dossier Risorse Infanzia 3”. Nello specifico sono stati considerati i finanziamenti europei del PON scuola che hanno un chiaro sistema di monitoraggio disaggregato per regione, ed i fondi nazionali che hanno una stretta attinenza con l’infanzia (FNPS, Fondo per la famiglia, Fondo per sistema integrato 0-6), nonché la spesa dei comuni per interventi e servizi sociali per l’area famiglia e minori e la spesa per servizi educativi alla prima infanzia.
Il Rapporto approfondisce pure il tema della povertà alimentare: nel 2021 il 2,8% dei minori non consuma almeno un pasto proteico al giorno. Si registrano, tuttavia, delle profonde differenze territoriali: in Campania la percentuale sale al 5,4%, mentre in Sicilia all’8,4%. Per rispondere a questo problema sono necessarie delle politiche trasversali che sostengano le famiglie e aumentino l’accesso alla refezione scolastica su tutto il territorio.
L’abitudine alla lettura nel tempo libero riguarda poco più della metà dei ragazzi/e (51,9%), con significative differenze regionali (-16 punti in Calabria e + 13,9 in Emilia Romagna). La percentuale di ragazzi/e che nel tempo libero pratica sport è del 59,8%, ma anche in questo caso con marcate differenze regionali (-18,4 punti in Campania e + 14,4 a Bolzano o +20,5 in Valle D’Aosta). Rispetto alla povertà educativa digitale la percentuale di famiglie che dispongono di Internet da casa varia dal 67,7% della Calabria all’85,2% della provincia di Bolzano, mentre i ragazzi/e più disconnessi, cioè che non utilizzano Internet, vivono in Campania (22,3%), Valle d’Aosta (20,8%) e Puglia (19%).
Altro aspetto che emerge è l’aumento della percentuale di bambini di 4-5 anni che frequenta la scuola d’infanzia, salita al 96% nel 2021, ma saltano all’occhio le diversità regionali: gli iscritti solo alle sezioni del mattino, ad esempio, sono il 43,41% in Sicilia, il 21,84% in Puglia e il 17,36% nel Lazio, in contrasto con lo 0,56% nel Friuli Venezia Giulia e l’1,30% in Lombardia.
Melania Federico
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