Ecco il piano per sostenere le imprese sottratte ai mafiosi
Stamane il Prefetto di Palermo, Giuseppe Forlani, ha presieduto un incontro, da remoto, sul tema della gestione dei beni confiscati e del loro riutilizzo per finalità sociali, con la partecipazione, del Direttore dell’Agenzia Nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati, Prefetto Bruno Corda, del dirigente del competente ufficio della Regione Siciliana, del Sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, nonché, dei Sindaci dei principali Comuni della Provincia e dei direttori del Consorzio Sviluppo e Legalità e del Consorzio Madonita per la Legalità e lo Sviluppo.
All’incontro hanno, altresì, partecipato i segretari generali di CGIL, CISL e UIL ed i rappresentanti delle associazioni impegnate nella lotta contro la mafia come il Centro Pio La Torre che, nei mesi scorsi, hanno avviato con la Prefettura una serie di interlocuzioni sui temi della legalità e della prevenzione delle infiltrazioni mafiose nel tessuto economico-produttivo.
In particolare, sono state esaminate la situazione dei beni confiscati nella Provincia di Palermo e le possibili forme di partecipazione dei soggetti esponenziali della società civile al processo di riutilizzo degli stessi, anche attraverso il potenziamento della banca dati dell’Agenzia sul patrimonio confiscato alla criminalità organizzata: in tale prospettiva, è stata annunciata la prossima attivazione della nuova piattaforma denominata “Copernico”.
Si è convenuto, altresì, sulla necessità di assicurare il necessario supporto ai Comuni, sia in fase progettuale, che in quella gestionale, promuovendo il rilancio del sistema consortile, anche attraverso l’adesione di nuovi Comuni ai Consorzi già in essere, nonché, attraverso il completo conferimento, da parte dei Comuni consorziati, dei beni già destinati agli stessi, nella consapevolezza dell’importanza che il riutilizzo dei beni confiscati assume per le collettività locali e come strumento di sviluppo del territorio.
Sotto il profilo del monitoraggio è stato evidenziato il ruolo fondamentale dei Nuclei di Supporto istituiti presso le Prefetture, quale “cinghia di trasmissione” tra l’Agenzia e gli enti locali destinatari dei beni; inoltre è stata sottolineata la necessità di elaborare schede informative uniformi sui beni, anche ai fini della pubblicazione sui siti istituzionali, nonché l’esigenza di definire schemi regolamentari e bandi-tipo omogenei per l’assegnazione dei beni in argomento.
Con riferimento alle aziende confiscate, che sul territorio regionale ammontano a 154, di cui 55 attive, è stato sottolineato il ruolo del Tavolo provinciale permanente di cui all’art. 41-ter del D.Lgs. 6 settembre 2011, n. 159, al fine di favorire il reinserimento nel mercato delle aziende, anche attraverso il sostegno e la collaborazione delle associazioni imprenditoriali e dei lavoratori.
Nell’ambito delle azioni tese a valorizzare il patrimonio confiscato, l’Agenzia ha segnalato l’esistenza di specifici fondi per il c.d. beni esemplari, cioè, beni che per la loro storia risultano particolarmente rappresentativi della presenza della criminalità sul territorio e la cui riconversione a scopi sociali assume, quindi, un rilievo simbolico di primaria rilevanza.
Sulla base degli spunti emersi nel corso della riunione, la Prefettura di Palermo avvierà, di concerto con gli attori istituzionali coinvolti, una serie di azioni volte a dare concreta attuazione agli obiettivi individuati, nella piena consapevolezza dell’importanza che la valorizzazione ed il riutilizzo dei beni confiscati assume quale segno tangibile della lotta contro la criminalità organizzata.
Un appello a rendere più trasparenti e accessibili i dati sui beni e le aziende confiscate per impedire ogni possibile infiltrazione mafiosa ed evitare che l'economia del territorio, particolarmente vulnerabile in questa fase drammatica, possa essere ancora più fragile nei confronti della criminalità organizzata era stato lanciato nei giorni scorsi al prefetto dalle associazioni storiche antimafia e dai sindacati, in uno spirito di cooperazione tra istituzioni e società civile. “L'obiettivo è ostacolare le condizioni che possono creare un habitat ideale per le organizzazioni mafiose che alimentano la povertà, il sottosviluppo e l’esclusione sociale – ha detto Vito Lo Monaco, presidente del centro studi Pio La Torre – da qui lo sforzo comune con le altre associazioni per costruire una rete che sia in grado di collaborare con le istituzioni nelle azioni di prevenzione e contrasto alle mafie”. Le associazioni e i sindacati coinvolti nell'appello sono Acli Palermo, Addio Pizzo, Arci, Centro Impastato, Centro Studi Paolo e Rita Borsellino, Centro Studi Pio La Torre, Fondazione Chinnici, Fondazione Costa, Fondazione Falcone, Libera Palermo, Sindacati Confederali Palermo CGIL- CISL- UIL.
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