Don Ciotti: una nuova resistenza contro la mafia

Società | 21 marzo 2015
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 Un lungo, lento elenco di nomi. Così, in piazza 8 Agosto a Bologna, dove si è conclusa la marcia di Libera, sono state ricordate tutte le vittime della mafia, delle stragi e del terrorismo. Moltissime persone si sono alternate al microfono sul palco per leggere alcuni nomi: fra loro il presidente del Senato Pietro Grasso, la presidente della Commissione antimafia Rosy Bindi, Romano Prodi, Maurizio Landini, il ministro del Lavoro Giuliano Poletti, tanti sindaci, magistrati, come Giancarlo Caselli, ma anche imprenditori, giovani, artisti e intellettuali, come l'attore Alessandro Bergonzoni e lo scrittore Carlo Lucarelli. «Il processo di liberazione non è terminato. Ci vuole un'altra liberazione dalla presenza criminale. C'è bisogno di una nuova Resistenza etica, sociale e politica», ha detto don Luigi Ciotti, fondatore di Libera, sul palco della manifestazione. «In un momento in cui si parla tanto di riforme - ha aggiunto - ricordiamoci che la riforma più importante è quella delle coscienze. Ci sono troppi che stanno nicchiando. C'è chi non vuole una legge chiara e radicale sulla corruzione, ma noi la vogliamo - ha continuato-. L'impressione è di assistere a una nuova trattativa. Ci sono questioni che non ammettono negoziati. Chi non vuole una legge sulla corruzione fa un favore ai mafiosi, alle lobby e ai potenti»In testa al corteo hanno marciato i famigliari delle vittime della mafia, dietro Libera Emilia-Romagna, poi gli studenti e i giovani, da tutta la provincia ma anche dalla Calabria e dalla Sicilia, da Mestre, da Savona, scout laici e cattolici con bandiere e zaini, intere classi delle medie e delle superiori, accompagnate dalle insegnanti, persino dalla Sardegna. Per arrivare in piazza Maggiore c'è voluta più di un'ora, due ore per piazza VIII agosto: ad accogliere lì don Luigi Ciotti centinaia di bambini delle scuole, e semplici cittadini, che lo salutano con un "Grazie don Luigi". Il presidente del Senato Pietro Grasso arriva e abbraccia i parenti delle vittime; in particolare il padre di un agente ucciso nel 1989, Antonino Agostino: Vincenzo, sempre presente alle manifestazioni di Libera, ha 86 anni e una lunga barba, che, ribadisce, si taglierà solo quando avrà giustizia per il figlio. In piazza VIII agosto, piena all'inverosimile, in un silenzio surreale, mentre la gente è con gli occhi chiusi, inizia la lettura dei nomi delle vittime innocenti delle mafie, delle stragi e del terrorismo, mentre ancora in migliaia scorrono in via Indipendenza. Dal palco di piazza VIII agosto prende la parola, a nome di tutti i famigliari colpiti da un lutto per mano della mafia, Margherita Asta, che ha perso la madre e i fratelli nella strage di Pizzolungo: "Questa piazza chiede un salto di qualità aalla politica. Ogni girono sia il 21 marzo».Per il ministro Giuliano Poletti «il Governo deve continuare a fare il lavoro che ha fatto sul piano della lotta alla corruzione, fare il proprio mestiere sul piano dell'assunzione delle responsabilità e delle decisioni che deve prendere, essere coerente da questo punto di vista, migliorare la normativa sui beni sequestrati e fare questo percorso insieme a tutta la società civile". Don Ciotti, incontrando il ministro del Lavoro, lo pungola: "L'unica legge di questo governo che è passata velocemente è la responsabilità civile dei magistrati». E il presidente di Palazzo Madama Grasso: «Spero che le norme contenute nella proposta di legge sulla corruzione arrivata nell'aula del senato "non vengano annacquate per renderle assolutamente non efficaci". E pensando a quanto è emerso in Emilia-Romagna con l'inchiesta Aemilia sulla penetrazione della 'ndrangheta al Nord, aggiunge: "Le ultime inchieste hanno dato riscontro alle cose che diciamo da anni, non da ora. L'abbiamo sempre detto anche quando ero magistrato e procuratore nazionale antimafia. Ho sempre valutato il pericolo di questo risvolto negativo anche di criminalità organizzata che utilizza la corruzione e non più tanto l'intimidazione».


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