Docenti in campo e un Giornale della legalità

20 ottobre 2021
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Colpire al cuore le mafie con l'istruzione, analizzare l'evoluzione e gli strumenti di contrasto, conoscerne codici linguistici e strumenti di intimidazione per un futuro sostenibile libero da ogni condizionamento: è il senso delle videoconferenze che saranno al centro del nuovo progetto educativo antimafia e antiviolenza portato avanti dal Centro Studi Pio La Torre. “Il 2022 sarà un anno particolare – ha detto Vito Lo Monaco, presidente del centro – è il terzo dall'inizio della pandemia, il 30° delle stragi del 1992 e quello nel quale ricorreranno il 40° anniversario dell’uccisione politico-mafiosa di Pio La Torre e Rosario di Salvo e della prima legge antimafia dello Stato italiano, la Rognoni-La Torre dell’11 settembre 1982, attuata da giudici moderni e coraggiosi che hanno messo in luce il rapporto mafia-affari e politica-corruzione. Una legge che ha contribuito a sconfiggere le vecchie mafie e che, opportunamente adeguata, potrà contrastare le nuove, più sottili ma non meno agguerrite”.

 

Il titolo del primo incontro, previsto per domani, giovedì 21 ottobre, dalle ore 9 alle 11.30, sarà dedicato al “Quarantesimo anniversario della Legge Rognoni – La Torre. Evoluzione giuridica, politica ed economica” e sarà trasmesso in diretta streaming sul sito www.piolatorre.it e sul portale Ansa Legalità&Scuola. Relatori dell'incontro, che inaugura la 16ª edizione del progetto educativo antimafia, saranno: Antonio Balsamo, presidente del Tribunale di Palermo, Vincenzo Militello, docente di Diritto penale all'Università di Palermo e Walter Veltroni, politico, scrittore, giornalista e regista, al lavoro su un documentario sulla vita di Pio La Torre. Nel corso della videoconferenza saranno trasmessi dei video contributi da parte del ministro dell'Istruzione, Patrizio Bianchi. A partecipare saranno anche Franco La Torre, figlio di Pio, e il presidente Vito Lo Monaco, che modererà l'incontro. L'iniziativa, causa restrizioni sul numero dei partecipanti imposte dalle norme anti Covid19, sarà trasmessa in video dalla sede del centro Pio La Torre dove l'ingresso sarà consentito soltanto ai relatori e allo staff del Pio La Torre e visibile sulla homepage del sito www.piolatorre.it.

 

Il progetto educativo, in linea con i percorsi ministeriali di educazione civica, prevede la partecipazione di quasi 100 scuole che si collegheranno alla prima videoconferenza interagendo tramite App, insieme agli studenti detenuti di 9 case circondariali, da Nord a Sud Italia. Il progetto educativo ha il patrocinio del Ministero dell'Istruzione e la collaborazione della direzione del Dap per la partecipazione degli studenti – detenuti. Questi ultimi scriveranno un Giornale della legalità che sarà promosso dal centro studi.

 

“Siamo contenti di partecipare ad un'iniziativa che coinvolge scuole da tutta Italia in un momento come questo nel quale la condivisione dell'esperienza è particolarmente importante – dice l'insegnante Flavia Carderi, referente del progetto per la scuola IIS Leonardo da Vinci di Roma - Inizieremo dalle prime classi perché riteniamo fondamentale parlare di diritti, legalità, uguaglianza e confronto con l'altro già con i ragazzi di 13 e 14 anni”. “La nostra è una scuola di frontiera, con un'utenza difficile – spiega Patrizia D'Urso, docente referente per l'IIS Cascino di Palermo - Conoscere la storia dei beni confiscati o i protagonisti della lotta alla mafia come Pio La Torre fa svegliare i ragazzi da una sorta di letargo, aiutandoli a comprendere la realtà storica che li circonda e che magari hanno ignorato, facendo aprire gli occhi”. 

 

“La storia della mafia è la storia di un potere che ha fortemente condizionato la vita della vostra terra – ha detto Walter Veltroni - ne ha segnato il destino e in qualche modo negato possibilità e opportunità di crescita e sviluppo. La mafia è violenza, intimidazione, condizionamento, potere, intrigo, relazione sporca con la politica e le istituzioni, scambio di affari e promesse. Pio La Torre lo aveva capito tra i primi, intuendo che non era un fenomeno solamente siciliano e per questo, grazie alla sua azione, la mafia è stata colpita nel controllo dell'economia e nell'esercizio del potere di acquisizione di beni e ricchezze”.  

 

“Quest'anno ricorrono due anniversari importanti – ricorda il presidente del tribunale di Palermo, Antonio Balsamo - ho indossato la toga da magistrato per la prima volta la notte del 24 maggio 1992, quando facevamo il picchetto accanto ai corpi straziati di Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, Antonio Montinaro, Rocco Dicillo e Vito Schifani. “Quella notte ha segnato il destino di tante persone: alcuni, come Nino Di Matteo, hanno dedicato la loro vita alla lotta alla mafia e da allora l'intera cultura collettiva della città di Palermo e la percezione che di noi italiani hanno gli altri è cambiata radicalmente.  Spero che con gli studenti nasca un progetto di liberazione da tutte quelle forme di sfruttamento che imprigionano il futuro, per realizzare quel diritto alla speranza che credo fosse il sogno di quelle persone che nel 2022 ricorderemo”. Vincenzo Militelloprofessore ordinario di diritto penale all'Università di Palermo, puntualizza un dato: “Tra le prime manifestazioni della mafia e la legge Rognoni - La Torre passa quasi un secolo. Sono i pilastri della legge a colpire al cuore le mafie, inserendo una norma specifica sull'associazione per delinquere di tipo mafioso e con il contrasto ai proventi illeciti”.

 

Anche quest'anno è prevista la somministrazione agli studenti di un questionario sulla percezione del fenomeno mafioso i cui risultati saranno pubblicati il 30 aprile 2022, data del 40° anniversario.

 

 di Antonella Lombardi

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