Dio e marketing, Francesco prima di Jobs
Immaginiamo una grande
organizzazione multinazionale, conosciuta in tutto il mondo, fondata
grazie allo slancio visionario di un giovane fondatore carismatico,
che è diventato un mito già da vivo e ancor più dopo la morte; un'
organizzazione riconoscibile anche visivamente per le sue scelte di
comunicazione e per il look inconfondibile che la caratterizza. Sto
parlando della Apple e di Steve Jobs? No, sto parlando di san
Francesco e dell' ordine francescano.
Le analogie tra gli ordini
religiosi del Medioevo e le grandi aziende odierne sono così vistose
che viene da chiedersi se le strategie e il linguaggio delle
multinazionali non si siano ispirati consapevolmente a
quell'esperienza.
Oggi non c' è documento di marketing o manuale
di comunicazione aziendale che non impieghi a ogni riga le parole
vision e mission , che rivelano immediatamente la loro appartenenza
al linguaggio dei frati e dei monaci. E d' altra parte, perché le
aziende non dovrebbero ispirarsi a un modello di tale successo?
Dieci
anni dopo che Francesco ebbe l' intuizione di fondare il suo ordine,
i francescani erano già alcune migliaia, il che vuol dire che erano
quasi raddoppiati ogni anno; per l' esattezza, si è calcolato un
tasso di crescita dell' 80% annuo. La conquista di nuovi mercati era
gestita con campagne mirate: nati in Italia Centrale, dopo un po' i
francescani decidono di espandersi a Nord, e mandano apposite task
force in Lombardia e in Germania, affidate a frati che sanno
predicare nelle lingue straniere, «in lombardico et in
theutonico».
Nel 1219 Francesco decide di mandare un gruppo di
frati in Francia, per diffondere l' Ordine anche in quel regno; vent'
anni dopo sono già fondati qualcosa come 72 conventi.
Non
stupisce che Francesco, a un certo punto, abbia aperto gli occhi e si
sia accorto di aver creato un mostro: era a capo di una
multinazionale, lui che voleva andare in giro scalzo con un gruppetto
di amici, parlando di Gesù alla gente e scaricando casse al mercato
per mantenersi. Negli ultimi anni di vita Francesco si dimise dalla
guida dell' ordine, creando grossissimi problemi ai suoi successori,
perché per l' immagine dell' organizzazione e la motivazione dei
membri il mito del fondatore è essenziale. Fra il Novecento e il
Duemila i grandi fondatori di aziende, gli Henry Ford, i Bill Gates,
gli Steve Jobs sono stati mitizzati in vita, e sono diventati delle
leggende dopo la morte, grazie anche all' invenzione di quel
peculiare genere letterario, la biografia autorizzata, erede diretto
dell' agiografia medievale.
Il caso di Steve Jobs conferma che i
visionari del Medioevo avevano ragione quando insistevano sull'
importanza del look. La biografia autorizzata di Walter Isaacson ci
svela che non era certo un caso se Jobs vestiva sempre uguale, jeans
blu senza cintura e maglioncino nero a collo alto. Più volte il
fondatore di Apple propose che tutti i dipendenti dell' azienda si
vestissero allo stesso modo, ma i lavoratori non apprezzavano l'
idea, e Jobs dovette accontentarsi di vestirsi lui così: nell'
armadio aveva un centinaio di dolcevita neri, tutti uguali, e previde
correttamente che gli sarebbero bastati per tutta la vita. Francesco,
invece, riuscì a imporre ai frati di vestirsi tutti allo stesso
modo, con un saio bigio e un cappuccio a punta, da contadino; ma dopo
la sua morte i francescani ebbero dei sai larghi e comodi, di ottima
stoffa, e il cappuccio diventò ampio e arrotondato, come voleva la
moda.
Grazie alle tecnologie moderne gli storici dell' arte hanno
scoperto che diverse tavole col ritratto di San Francesco sono state
modificate dopo la sua morte, cancellando l' odiato cappuccio a punta
e sostituendolo con un cappuccio da giovanotto elegante.
Tutti
sapevano che l' immediata riconoscibilità era un ingrediente del
successo. Quando il monastero di Cîteaux cominciò a fare
concorrenza a quello di Cluny, i cistercensi scoprirono che nella
regola benedettina non stava scritto da nessuna parte di che colore
doveva essere l' abito; per tradizione era nero, ma loro si vestirono
di bianco, perché la gente doveva vedere la differenza. Il mantello
bianco era anche la prerogativa dei Templari, e quando un ordine
concorrente, i Teutonici, volle adottarlo, i templari protestarono
col papa, perché impedisse quella concorrenza sleale: il copyright
era loro!
Poi gli ordini militari ebbero il problema, comune a
tante aziende, di una crisi di mercato che ridusse la domanda. Dopo
la perdita della Terrasanta e la fine delle crociate non c' era più
un gran bisogno di monaci guerrieri. C' erano ben tre ordini
militari, i Templari, gli Ospedalieri e i Teutonici, e sempre più
voci si levavano contro questi enti inutili, che per la cristianità
rappresentavan o un passivo netto. Gli ordini reagirono presentando
un progetto di fusione: così, argomentò il Gran Maestro del Tempio,
si realizzeranno dei grossi risparmi, dove prima c' erano tre
poltrone ne rimarrà una sola. Ma l' antitrust intervenne: i sovrani
europei fecero sapere al papa che non avevano nessuna voglia di
trovarsi fra i piedi una multinazionale monopolistica e strapotente.
Alla fine, com' è noto, Filippo il Bello risolse a modo suo il
problema della ridondanza dei templari; ma i loro rivali, gli
Ospedalieri, esistono ancora, col nome di Ordine di Malta.
E a
questo proposito, ci sono due organizzazioni che recentemente hanno
lanciato un progetto chiamato Vision 2050. Sono progetti che non
hanno niente in comune, ma sono stati chiamati nello stesso modo per
caso da manager che condividono lo stesso tipo di linguaggio. Una è
il Wbcsd, organizzazione che riunisce circa 200 multinazionali, e che
col progetto Vision 2000 si propone di guidare la «global business
community» verso un futuro sostenibile. L' altra è appunto l'
Ordine di Malta, che col progetto Vision 2000 si propone di reclutare
giovani e finanziare iniziative fino alla metà del secolo. Così una
potentissima associazione di multinazionali, fondata nel 1992, con
sede a Ginevra, e l' Ordine di Malta, il vecchio concorrente dei
Templari, che nel suo sito ufficiale dichiara di essere in attività
dal 1048, usano lo stesso linguaggio; ed è molto difficile decidere
chi è che sta imitando l' altro. (La Stampa)
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