Depressione non solo economica, l'Italia non perda l'ottimismo

Società | 23 marzo 2020
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Purtroppo anche la Sicilia sta vivendo la grande tragedia del Coronavirus, un fatto epocale, una pandemia come è stata riconosciuta per la sua grande diffusione. Come è noto si tratta di un virus in gran parte sconosciuto che da una provincia della Cina sì sta propagando, concentrandosi molto in Italia, soprattutto in Europa ed ora anche in America. Il fatto, in un primo tempo da tutti noi italiani sottovaluto data la nostra lontananza dalla Cina, a mano a mano che ha toccato l’Italia e gli italiani, ha sconvolto la nostra vita, ha pian piano annullato le nostre certezze, ci ha fatto sentire non lontani dalla morte, ci ha fatto sprofondare anche sul piano economico-sociale in una profonda crisi i cui effetti saranno ancora di più percepibili quando usciremo dall’epidemia, speriamo presto.

Tutto ciò ha indotto i nostri governanti, tutti i nostri governanti, dal Presidente del Consiglio e dal Ministro della salute ai Presidenti di Regione ed ai Sindaci che bisogna riconoscerlo si stanno  molto prodigando in condizioni estremamente difficili, ad introdurre, sulla base dello slogan “restate a casa”, a più riprese, delle restrizioni alla nostra libertà di uscire da casa , restrizioni pesanti ma necessarie che ci hanno dimostrato come la vita è in gran parte basata sulle relazioni umane al punto che se mancano queste buona parte delle attività, non solo quelle economiche e quelle sociali,  vengono meno.

Il risultato è che le strade delle nostre città sono in gran parte deserte  nel tentativo che sentiamo tutti di potere presto debellare questo terribile virus causa di molte morti e di molti lutti fino ad ora concentrati in gran parte nella zona nord del nostro paese, soprattutto in Lombardia, Piemonte, Veneto, Emilia Romagna, Marche e Toscana.

E’ inutile dire che tutti viviamo una situazione di ansia e di angoscia non solo per l’attesa del calo dei contagi e del calo dei morti ma anche  per la sempre più precaria situazione delle nostre strutture sanitarie in relazione alla crescente richiesta di ricoveri, attualmente più forte nel centro nord, ma che si va estendendo anche al sud costringendo il  Governatore della nostra Regione ad intervenire con altre restrizioni, soprattutto ai collegamenti dal nord, nel timore che crescano i contagiati nella nostra regione e mettano in crisi le nostre modeste strutture sanitarie.

 Tutti ci chiediamo se durerà e quanto durerà la diffusione di questo virus. Purtroppo non ci sono risposte convincenti anche perché a quanto pare, come si è detto, si tratta di un virus in gran parte sconosciuto. Nel complesso si ritiene decisivo cosa avverrà in questi ultimi giorni del mese di marzo ed i primi giorni del mese di aprile per vedere se produrranno effetto le restrizioni via via introdotte dal governo nazionale e da quello regionale. Nel caso della Sicilia si aggiunge l’ansia per sapere se i numerosi rientri dal nord di cui si è ampiamente occupata la stampa nazionale porteranno un aumento del numero dei contagiati.

Intanto non possiamo non registrare la bella immagine che nel complesso sta dando l’Italia, di un paese finalmente unito e solidale, in grado di porre in essere provvedimenti imitati in tutta l’Europa, con una classe medica ed operatori sanitari impegnati fino alla morte, con una protezione civile all’altezza della situazione. A questo si aggiunge rispetto al passato un diverso atteggiamento dell’Ue che si è dimostrata più solidale e più disponibile anche per quanto riguarda il Patto di stabilità, cosa questa importantissima per affrontare la gravissima  situazione economico-sociale del nostro paese .

Unico appunto che si può fare è l’unilaterale indirizzo delle trasmissioni tv che spesso non hanno tenuto conto del pericolo paventato anche dai neurologi di una depressione diffusa, non solo economica.

                                                                                             

 di Diego Lana

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