“Dalla parte giusta”, dramma didattico sul carcere di Pio La Torre

Cultura | 16 giugno 2020
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Pio La Torre sapeva di essere “dalla parte giusta” nei 18 mesi passati in carcere, dall'11 marzo 1950 al 23 agosto 1951, quando le accuse di lesione formulate nei suoi confronti dagli esponenti delle forze dell'ordine si rivelarono finalmente infondate. Viene detenuto per aver guidato a Bisacquino il movimento di occupazione dei contadini del feudo di Santa Maria del Bosco. E “Dalla parte giusta” è il titolo di un testo drammatico di Gianfranco Perriera che racconta quel periodo trascorso da Pio La Torre nel carcere Ucciardone di Palermo, rimasto in cella d’isolamento per alcune settimane in attesa dell’interrogatorio e con un figlio conosciuto solo dopo la scarcerazione definitiva.

La prima recita di “Dalla parte giusta” è stata messa in atto dagli attori-detenuti dell’Ucciardone il 30 aprile 2018. In quella stessa occasione il polo didattico della casa circondariale è stato intitolato a Pio La Torre. Del senso di quel testo e dello spirito di quelle lotte hanno discusso, insieme all'autore, Gianfranco Perriera, Vito Lo Monaco, presidente del centro studi Pio La Torre, Rita Barbera, già direttrice della casa di reclusione Di Bona - Ucciardone, e Marco Marino, giornalista e critico letterario. “Quando la polizia arriva al feudo di Santa Maria del Bosco circonda i contadini e strappa le bandiere dalle mani delle donne – ricorda Vito Lo Monaco – un gesto che scatena la reazione della folla. Eppure La Torre riesce a salvare dei carabinieri caduti nelle mani della folla, ma viene accusato ingiustamente di aver colpito violentemente un ufficiale della polizia. Insieme a 180 contadini si farà 18 mesi di galera, ma alla fine saranno tutti assolti. La Torre dice chiaramente che quello era uno scontro di classe contro i residui di un feudalesimo e una classe proprietaria aristocratica che si faceva difendere dal braccio armato della mafia”.

“Dalla parte giusta era un'operazione necessaria – spiega l'autore – le conquiste fatte in passato forse riusciranno a proteggerci dalle nuove barbarie, ma io credo nel progresso”.

“Questa è un'opera corale – sostiene Marino – dove la voce di Pio La torre si regola intorno a molte altre, è un testo del 'noi', degli eroi positivi perno etico della nostra idea di domani, contro quella facile mitologia degli ingiusti e del fascino del cattivo protagonista di tante serie tv sulla mafia”.

Un'operazione necessaria che spiega il senso del portare in carcere una storia di diritti negati: “Insieme alla scuola abbiamo scelto il carcere perché è un luogo di rieducazione – ha detto Lo Monaco – per questo oltre alla rappresentazione all'Ucciardone abbiamo scelto di coinvolgere gli studenti detenuti nel nostro progetto educativo antimafia e antiviolenza”. “Si sceglie di fare cultura in carcere per aprire una finestra e una visione della vita in chi, magari per mancate possibilità non l'ha avuta – racconta Rita Barbera – Pio La Torre era interprete di una politica dell'altruismo che ha affascinato i detenuti. Rappresentare ai loro occhi un uomo delle istituzioni che si è battuto per la libertà degli ultimi quando lo Stato nella loro ottica non li ha mai capiti, o è sempre stato dall'altra parte, è stato molto toccante per loro. L'indagine condotta tra i detenuti del centro Pio La Torre ha dimostrato un cambio di prospettiva rompendo un tabù impensabile quando ho iniziato a lavorare in carcere: e cioè che la mafia non ha la missione di aiutare i detenuti, a parte qualche boss di rilievo, il proprio riscatto deve essere affidato ad altri. E poter parlare di questo è un'evoluzione estremamente positiva”. “La mafia si sconfigge educando la coscienza pubblica a ripudiarla – ha poi concluso Lo Monaco – andando verso il 40/esimo dell'uccisione di Pio La Torre e Rosario Di Salvo ricordiamo l'evoluzione della legislazione antimafia, diventata storicamente incisiva dopo l'assassinio del generale Dalla Chiesa e di La Torre. Da lì verrà approvata una legge copiata in tutto il mondo e dal carattere rivoluzionario”. Quel seme rivoluzionario oggi rivive in un testo che da domani sarà disponibile sul sito del centro Pio La Torre.



 di Antonella Lombardi

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