Dalla Chiesa e La Torre, due storie morali
Cultura | 20 giugno 2015
«Pio La Torre e Carlo Alberto Dalla Chiesa sono due storie che si parlano. Due personaggi
uccisi dagli stessi mandanti, entrambi in un'auto da un commando; sono due storie diverse,
la prima nel Partito Comunista, la seconda nell'Arma dei Carabinieri, ma che si iscrivono
nella stessa moralità». Parte da questa considerazione Nando Dalla Chiesa, nella penultima
giornata di Passaggi, il festival della saggistica in corso a Fano, per presentare il libro «Sulle
ginocchia. Pio La Torre, una storia» (Melampo) scritto da Franco La Torre, figlio del
segretario del Pci siciliano assassinato dalla mafia nel 1982, pochi mesi prima dell'omicidio
del generale Dalla Chiesa.
Una storia che prende avvio dalla Sicilia contadina, - dove Pio La Torre era riuscito ad
affrancarsi «da quel destino di miseria» con gli studi in ingegneria e le lotte sindacali che lo
avevano portato anche in carcere, - e arriva a confrontarsi oggi con lo scandalo di Mafia
capitale. «La Roma di oggi sembra la Palermo degli anni '60 - ha osservato Franco La Torre
-, quello che è successo a Roma è stato possibile perchè per tanti anni in molti hanno girato
la testa dall'altra parte, non hanno voluto capire cosa stava accadendo». «Mi rammarico
quando sento dire che la relazione di minoranza della Commissione antimafia del 1976, di
cui mio padre fu redattore, è ancora attuale: è assurdo che in politica un'analisi di
quarant'anni fa sia ancora attuale».
La storia di Pio La Torre si intreccia con le vicende del Partito Comunista dell'isola e le
battaglie sindacali di quegli anni: «Mio padre era un figlio della sua terra, e non ha mai
smesso di essere, nel corso della sua vita, un siciliano nel vero senso della parola. Come
diceva Pajetta, era uno dei pochi nella dirigenza del Pci in grado di tradurre la questione
siciliana in italiano».
Nell'intervento non mancano ricordi personali e il riconoscimento del ruolo di Libera
nell'aiutare le famiglie vittime della mafia: «a distanza di 33 anni dall'omicidio di mio padre
non sono ancora riuscito a raggiungere quel distacco che gli scrittori assumono quando
scrivono» ha ammesso Franco La Torre, oggi responsabile dei rapporti internazionali della
associazione fondata da don Luigi Ciotti. «Libera ha svolto un grande ruolo in quel processo
che in termini psicanalitici è l'elaborazione del lutto, processo che non si conclude mai.
L'emozione resta sempre».
Commovente il ricordo di Nando Dalla Chiesa delle parole di suo padre su Pio La Torre
nella celebre intervista rilasciata dal generale a Giorgio Bocca venti giorni prima di morire.
Alla domanda secca sul motivo dell'assassinio di La Torre, Dalla Chiesa rispose: «lo hanno
ucciso per tutta la sua vita, non perchè ha fatto la legge (quella che ha introdotto
l'associazione di stampo mafioso e la confisca dei beni, ndr)».
Passaggi Festival ha assegnato il premio «Ad personam» al giornalista Massimo Fini per il
suo «Una vita. Un libro per tutti o per nessuno» (Marsilio).
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