Dalla burocrazia alle infrastrutture, le priorità per la Sicilia

Politica | 5 febbraio 2020
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E’ nota la condizione di disagio della nostra regione, condizione che in questo ultimo periodo si è notevolmente aggravata: basta considerare il problema dei trasporti e delle vie di comunicazione, quello dei rifiuti e delle discariche, oltre quelli storici della disoccupazione e della scarsa efficienza dei servizi . A questi mali si sono recentemente aggiunti quelli finanziari con il risultato che, anche per la crisi della Regione, le Province sono in uno stato comatoso e molti comuni sono in stato di dissesto o di pre-dissesto con inevitabili conseguenze non solo sulla realizzazione delle opere pubbliche ma anche sui servizi e sul turnover del personale.

In questa situazione, che rende la nostra isola poco attraente dal punto di vista economico oltre che turistico, non si può sperare né in uno sviluppo endogeno , né in uno sviluppo esogeno e quindi non si può ritenere risolvibile l’annoso , rilevante, problema della disoccupazione che in Sicilia induce molti giovani anche laureati ad emigrare e che non si può certo risolvere con il reddito di cittadinanza come l’esperienza sta dimostrando.

Tutto questo ovviamente rende se possibile ancora più scettici gran parte dei siciliani molti dei quali non credono alla politica ed alle possibilità che attraverso questa si possa risorgere. In effetti senza investimenti pubblici, senza una riforma che ridia efficienza e produttività alla pubblica amministrazione , senza il ripristino dei collegamenti dell’isola con l’Europa e col mondo, senza la soluzioni di problemi essenziali per una società civile come quello dell’acqua e quello dei rifiuti, è illusorio pensare ad una rinascita della Sicilia. Né vale pensare, come si sente spesso dire, che basta puntare sull’agricoltura e sul turismo per risolvere i nostri problemi perché anche questi settori, potenzialmente produttivi, senza le riforme di cui sopra non possono decollare.

Allora volendo invertire la rotta prima di tutto occorre agire sul contesto non solo geografico ma anche amministrativo allo scopo di rendere attraente la nostra regione e ciò può farsi rendendola più sicura, meno staccata dall’Italia e dall’Europa, più efficiente , più attrezzata nelle sue strutture e nei servizi pubblici e privati. Ciò comporta un forte impegno sul piano finanziario da parte dello Stato e della Regione oltre che una revisione delle pratiche amministrative , cominciando anche da quelle nostre elettorali. In questo senso , pur comprendendo lo stato d’animo deluso di molti elettori, se si vuole fare veramente qualcosa per la nostra isola, non è una soluzione astenersi dal voto o peggio votare in modo opportunistico per l’amico o il parente per avere qualche vantaggio personale. Al contrario, dobbiamo non solo andare a votare ma dobbiamo farlo in modo diverso rispetto al passato considerando che non servono solo persone oneste ma , data la gravità della situazione siciliana, anche competenti, coraggiose, sensibili al bene comune, con una chiara visione delle chiavi dello sviluppo e delle criticità che lo ostacolano.

E’ anche necessario seguire le vicende che ci riguardano e non solo lamentarsi. In questo senso la manifestazione del 25 u.s. ad Agrigento per sollecitare il completamento della 640 e della Agrigento-Palermo e l’impegno mostrato dal Rotary che ha organizzato diversi convegni sull’importanza delle infrastrutture ai fini dello sviluppo sono motivo di compiacimento e di speranza.

 di Diego Lana

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