Dal digitale ai trasporti, il Recovery Fund per la Sicilia
A che punto è il Recovery fund? A poco più di un mese dalla scadenza dal 30 aprile, data ultima per la presentazione a Bruxelles del testo definitivo e dei progetti del piano nazionale per la resilienza e la ricostruzione (PNRR), alcune risposte sono state fornite alle commissioni riunite Bilancio e Finanze del Senato nel corso dell'audizione del ministro all'economia Daniele Franco lo scorso 8 marzo. Il ministro ha dichiarato che, a seguito della precisazione contenuta nel regolamento europeo emanato nel febbraio scorso nella quale si chiarisce che il riferimento per la determinazione della componente dei prestiti è il reddito nazionale lordo del 2019, la stima dell’entità delle risorse è stata rivista; è dell’ordine di 191,5 miliardi invece dei 196 in precedenza ipotizzati. In secondo luogo, mentre il 70 per cento dei trasferimenti è allocato tra paesi sulla base di dati già noti, la distribuzione del restante 30 per cento sarà definita nel giugno 2022, sulla base dell’andamento del PIL dei paesi dell’Unione nel biennio 2020-21. Complessivamente, nella bozza del Piano, i progetti in essere ammontano a circa 65 miliardi di euro; in quest'ambito le risorse del PNRR copriranno interventi già finanziati con risorse nazionali e inclusi nei tendenziali di finanza pubblica. Il beneficio consiste in un minor onere di finanziamento nazionale e perciò in un minor peso futuro sul debito pubblico. Il resto è rappresentato da nuovi progetti, cioè da interventi non ancora definiti che, in larga parte, non trovano una copertura specifica in un corrispondente stanziamento di bilancio nazionale.
Gli elementi strategici su cui puntare saranno la produzione di energia da fonti rinnovabili, l’abbattimento dell’inquinamento dell’aria e delle acque, la rete ferroviaria veloce, le reti di distribuzione dell’energia per i veicoli a propulsione elettrica, la produzione e distribuzione di idrogeno, la digitalizzazione, la banda larga, le reti di comunicazione 5G, l'inclusione sociale, la sanità.
Occorrerà tarare il valore finanziario delle misure del Piano alla luce di quanto sarà effettivamente disponibile per l’Italia. Infine, alcuni progetti, ancora non sono pienamente delineati, Franco ha precisato che si sta predisponendo un capitolo che contenga una puntuale descrizione della governance del Piano, ma ha ribadito che il Governo ha incardinato la governance del PNRR presso il Ministero dell'Economia e delle Finanze, che si coordina con le Amministrazioni di settore cui competono le scelte sui singoli progetti e il compito di indirizzo sulle proposte di riforme. La responsabilità primaria sui progetti (investimenti e riforme) rimane dei singoli Ministeri, che lavorano congiuntamente laddove la trasversalità degli obiettivi e degli interventi previsti lo richieda. È altresì prevista un’interlocuzione con ulteriori attori, in particolare con le autonomie territoriali. Questa complessità e articolazione di soggetti, competenze e vincoli richiede, pertanto, un’efficace organizzazione del lavoro e una chiara definizione dei ruoli.
Nella cabina di regia è stato inserito anche il ministero per il Sud e la coesione territoriale. Presso il ministero dell’Economia nascerà una struttura centrale di presidio, monitoraggio e supervisione del piano che avrà in mano quasi tutto: il supporto alla gestione e al monitoraggio degli interventi, la gestione dei soldi che correranno lungo l’asse Bruxelles-Roma, ma anche la rendicontazione degli avanzamenti del piano alla Commissione europea. E poi ancora controllerà che i soldi siano spesi bene e regolarmente, valuterà i risultati e gli impatti. Secondo notizie di stampa, il lavoro è già iniziato perché al Tesoro ci sono già 50 tra dirigenti e funzionari che si stanno dedicando a tempo pieno alla progettazione del Recovery plan. La struttura si andrà sempre più allargando. Alla struttura centrale si affiancherà un’unità di audit indipendente: sarà responsabile delle verifiche per tutelare gli interessi finanziari dell’Unione europea e della “sana gestione del progetto” . L'altra novità rispetto al testo presentato dal governo Conte il 12 gennaio, che è comunque ancora il documento su cui la Camere stanno conducendo le audizioni, è che il nuovo PNRR in elaborazione collega le riforme, come leggi, norme e piani nazionali, a ognuna delle sei “missioni” e a ognuna delle sottostanti “componenti”.
Oltre all’Agenda digitale, due riforme fondamentali riguardano la Pubblica Amministrazione e la giustizia civile. Si trovano quindi nelle schede del Pnrr il “Decreto Semplificazioni” (legge n.120/2020), la legge 106/2014 completata dalla legge di stabilità per il 2016 per il “Piano Strategico Grandi Progetti Beni Culturali”, il “Piano Borghi” della legge 158/2017 e la “Strategia per le aree interne” per la missione 1 componente 3 (turismo e cultura) e per la missione 5. La “Strategia nazionale per la bioeconomia” che faceva parte della “Strategia nazionale di specializzazione intelligente” del 2016 si ritrova per la missione 2 (transizione verde), in cui ci si riferiscono anche il “Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima” del 2020, il “Programma Nazionale per la Gestione dei Rifiuti” di cui all’art. 198bis del Dlgs 152/2006, la “Legge Clima” n.141/2019, che interessa per esempio anche le foreste. Le altre Missioni sono accompagnate da simili riferimenti alle “riforme”: il “Decreto biometano” del 2 maggio 2018, il “Piano Nazionale Infrastrutturale per la Ricarica di veicoli alimentati a energia elettrica (PNIRE)” di cui alla legge n.134/2012 (per la missione 3 Mobilità), il “Piano nazionale degli interventi nel settore idrico” previsto dal DPCM 1 agosto 2019, gli indirizzi generali del Contratto di programma con Rfi (che riguarda lo spostamento del trasporto dalla gomma al ferro, sempre per la missione 3 Mobilità), la legge n.84/1994 di “Riordino della legislazione in materia portuale”, variamente modificata che manca però di un Piano strategico aggiornato, il “Piano nazionale per la formazione dei docenti”, lo sviluppo degli Istituti Tecnici Superiori, la riforma dei dottorati di ricerca, il Piano Nazionale della Ricerca, tutti per la missione 4 “Istruzione, formazione ricerca e cultura”.
È da notare che si tratta di riforme tutte statali e dall’alto: rispetto alle competenze regionali saranno attuate con accordi di programma e intese. Altri elementi di riforma sono invece ancora da costruire e sono oggetto di negoziato con le forze economiche e sociali, come il “Programma nazionale per l’occupabilità garantita dei lavoratori” per la missione 5 Equità sociale, di genere e territoriale o il “Piano strategico nazionale per nuove competenze”, gli interventi per gli asili nido. Alcune priorità, come l’idrogeno vedono progetti finanziati (al Politecnico di Torino con Horizon) ma appaiono carenti di base giuridica e di strategia. Infine si annuncia una netta riforma del modello di assistenza sanitaria territoriale nel quadro della Missione 6 “Salute”. Tra tutte le riforme, una importante e citata nelle Raccomandazioni della Commissione per l'Italia riguarda la giustizia. La bozza di Pnrr in circolazione le dedica un allegato, con tre segmenti di riforma: uno del processo civile (un solo rito civile semplificato), uno del sistema giudiziario, il terzo della giustizia amministrativa.
Alle risorse per il Mezzogiorno sarà riservata una attenzione speciale: nel Pnrr, infatti ci sarà un capitolo specifico dedicato al Sud, non previsto originariamente: "Non sarà una missione ad hoc, né una semplice messa in rassegna di numeri e stime, quanto piuttosto una costruzione ragionata, strategica e costantemente monitorata attraverso la quale il Pnrr dovrà sviluppare in concreto l'obiettivo della crescita del Mezzogiorno, delle sue condizioni di benessere, sostenibilità sociale ed ambientale, competitività economica", ha dichiarato la ministra per il Sud Mara Carfagna al Senato. Per la gestione dei progetti verranno avviate a brevissimo le selezioni con una procedura rapida per 2800 assunzioni, ha aggiunto la ministra, da destinare alle Regioni, alle Città Metropolitane ed ai Comuni, nonché all'Amministrazione centrale, per dare supporto nell'attuazione delle misure ed azioni progettuali che partiranno nei prossimi mesi. Per quanto si comprende dalle affermazioni della ministra vi dovrebbe essere uno spostamento di risorse dalla strategia per le aree interne all'implementazione delle ZES. Francamente non ci pare una buona scelta. L'11 marzo il governo ha inviato alle Camere, ed ai diversi interlocutori, tra cui le associazioni datoriali ed il sindacato, quasi 500 pagine di schede dettagliate relative agli impatti delle missioni, delle componenti e delle singole misure. Il testo è circolato in inglese, ma esiste anche una versione in italiano che, tuttavia, non abbiamo rintracciato sull'open data. Le schede rispondono all'esigenza posta dal Regolamento europeo di dettagliare tempi, modalità e risultati attesi degli interventi e rappresenteranno il principale strumento di verifica da parte della Commissione della congruità e finanziabilità degli interventi.
Abbiamo verificato per esempio, le previsioni che riguardano le infrastrutture trasportistiche , la portualità e la logistica in Sicilia:
a) High-speed traila connections to the South for passengers and freight: three highspeed railway lines will be extended towards the South of Italy, i.e. the Naples-Bari (funded so far from ERDF), the Palermo-Catania and some functional lots of the Salerno-Reggio Calabria (the completion of which could be funded from national funds and ERDF). These lines will also increase the capacity to transport freight from the ports of the South.
b) Sicilian network: upgrading of Caltagirone-Gela line and electrification of Palermo-Trapani line; Sicily: upgrading of safety standards and renewal of the rolling stock on the Circumetnea line; • Sicily: – Node of Catania – Ring road of Palermo – Upgrading Palermo - Agrigento - Porto Empedocle – Intermodality and accessibility to Trapani Birgi airport – Link to the port of Augusta . Upgrading railway stations in the South: Palermo Notarbartolo, Acireale and Marsala (Sicily));
c) Logistica e portualità: In particular, the accessibility and connectivity of ports in the Centre and South needs to be improved in order to stimulate local value chains. In this respect, the creation and development of Special Economic Zones in the South of Italy will provide incentives for the location of production and logistic centres close to ports.
ci) Catania: consolidation of the breakwater; -
ciii) Palermo: consolidation of the quays south of the Piave and S. Lucia piers and adjustment of the Vittorio Veneto quay - consolidation of the breakwater Acquasanta - completion of the outer breakwater of the Arenella harbour.
ciii) Trapani: Dredging works at the outer port and at areas to the west.
Chi si prendesse il fastidio di tradurre dall'inglese, si accorgerebbe che, almeno su questo, non c'è niente di nuovo rispetto a quanto scritto nel documento di gennaio. Anche e soprattutto per questo è sempre più urgente aprire una discussione seria e competente sull'occasione irripetibile che il Recovery fund rappresenta per la Sicilia. Se la perdessimo, l'isola sarebbe irrimediabilmente condannata ad affondare.
Franco Garufi
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