Dai fiori al contratto di nozze, a Bologna la fiera per le coppie gay
Società | 12 ottobre 2015
La prima fiera dedicata alle nozze fra omosessuali, Gay Bride Expo, è andata in scena questo weekend a Bologna quando la legge sulle unioni civili è ancora un miraggio. Un altro segno che la società fila molto più spedita della politica, se anche wedding planner (gli organizzatori di matrimoni), stilisti, fioristi, agenzie di catering e di viaggio, insomma tutti i soggetti che entrano in gioco quando si parla di un matrimonio qualsiasi, hanno pensato di presentare le loro proposte orientate alle persone dello stesso sesso che progettano una vita in comune.E così ecco gli addobbi, le soluzioni per le feste, gli abiti da cerimonia per gli omosessuali che vanno a sposarsi all' estero - secondo l' Arci Gay centinaia ogni anno - e si portano dietro decine di invitati.Per le coppie che vogliono celebrare la loro promessa nel nostro Paese, c' è un' agenzia che fornisce non solo il necessaire per il party di nozze, dal fotografo all' intrattenimento, ma anche un servizio di consulenza legale volto ad assicurare certe garanzie di ordine giuridico: «Siccome la nostra prima mission è dare serenità a qualsiasi coppia di fatto, proponiamo un contratto di convivenza che chiamiamo atto d' amore, in base al quale i due sposi sono tutelati per quel che consente la legge italiana attuale», dice Penelope Polver, che con la moglie Maria Paola Novelli è titolare dell' agenzia di wedding planning «Le Zie delle Fate Ignoranti».Diritti e doveri Prima della festa, un legale o una persona delegata spiega diritti e doveri alla coppia e ai testimoni durante una cerimonia di una ventina di minuti: «Il contratto di convivenza disciplina soprattutto la delega reciproca a poter visionare le informazioni cliniche e lo stato di salute, che è la principale preoccupazioni delle coppie che si rivolgono a noi - spiega l' avvocato Greta Rossini -, così come le condizioni che si verificano in caso di cessata convivenza: chi dei due deve lasciare la casa, chi si occuperà degli animali domestici, come andranno suddivisi i beni». Copia del documento viene poi rilasciata ai componenti della coppia e ai testimoni prima che, come in ogni matrimonio che si rispetti, abbia inizio la festa vera e propria: «Le richieste che ci arrivano dalle coppie gay sono diversissime, da quanti vogliono festeggiare la loro unione al lago, in discoteca, in stile country o con vestiti più o meno estrosi, come avviene con gli eterosessuali del resto - aggiunge Polver -. Ci occupiamo dei vestiti, dell' intrattenimento per gli ospiti, perché non sia una barba di pranzo, e del viaggio di nozze». Nessun eccesso Il tono del party normalmente è discreto, lontano dagli eccessi genere Gay Pride, con spettacoli che svariano fra caricaturisti, danza del ventre, musica dal vivo o l' artista di body painting, ma all' occorrenza c' è anche la possibilità di contattare una drag queen. «Spesso ci chiedono consigli, così cerchiamo di capire punti in comune e discordanze nella coppia, in modo da organizzare delle sorprese - dice la wedding planner -. Questo è un mercato promettente, nonostante la precarietà della situazione economica, ma noi cerchiamo di stare in budget contenuti, non ci interessa l' evento modello calciatore/vip». Con una cifra media di 5-6mila euro la festa è assicurata, compreso il servizio dell' avvocato, pur fra mille varianti legate al numero degli invitati e alle pretese dei nubendi. Tre i pacchetti offerti: silver, golden o platinum, secondo le disponibilità dei promessi sposi. (La Stampa)
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Flavio Romani è presidente di Arci Gay.
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Che cosa significa una fiera dedicata per la prima volta alle nozze fra persone dello stesso sesso?
«E' l' ennesima dimostrazione del fatto che la società civile corre più forte della legge italiana. Stavolta l' input è arrivato dal mondo economico e dalle attività legate all' organizzazione dei matrimoni, che si sono interessate a questa nicchia di mercato e hanno identificato un target che in Italia è ancora all' anno zero».Come valuta il fatto che l' impulso provenga dalle aziende?
«E' un segnale positivo che dovrebbe dare una svegliata ai nostri parlamentari. Sono centinaia le coppie omosessuali che vanno a sposarsi all' estero, moltissimi in Spagna e Portogallo, qualcuna in Islanda, Canada, Stati Uniti, e lo fanno soprattutto coppie di donne con figli. Questa migrazione è un tradimento del nostro Paese che costringe le persone ad andare altrove perché qui non le vuole».Si aprono anche opportunità di business.
«Anche il mondo economico se ne accorge e vede buone possibilità, eppure continua a mancare un banale strumento come una legge sulle unioni civili, di cui si discute ormai da quasi quindici anni. Nel frattempo persino la cattolicissima Spagna, che però è meno clericale, ha istituito il matrimonio già nel 2005. Da noi non è tanto la religione, quanto la debolezza della politica: tutte le volte che un vescovo alza un sopracciglio tremano tutti».[F. GIU.]Ultimi articoli
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