Da Turner ad Hawking, grandi menti al cinema
Turner (2014) di Mike Leigh. Un perenne grugnito (gutturale difesa dalla retorica e dalla mediocrità degli esseri umani?); una selvaggia sessualità senile, fatta d’improvvise accensioni con donne tutt’altro che avvenenti; un viscerale amore-timore per una natura violenta, burrascosa, selvaggia e invincibile, fissata in dipinti abbaglianti che ne fanno il geniale e incontestabile precursore dell’impressionismo. E’ il “ritratto” che l’inglese Mike Leigh, regista dalla rara e insolitamente lenta produzione, dedica al suo conterraneo Joseph Mallord William Turner - pittore britannico vissuto tra la seconda metà del ‘700 e la prima dell’800 - del quale narra gli ultimi decenni di vita, “rubando” al grande artista - anche attraverso tableaux vivants (viene riprodotto con impressionante realismo “La valorosa Témerairé”, amatissimo dai sudditi di sua maestà) l’ossessione per luce (“Il sole è Dio”, saranno le sue ultime parole sul letto di morte). Creando egli stesso un “dipinto” cinematografico con un susseguirsi d’immagini cromaticamente sbalorditive, immergendo letteralmente la storia nell’atmosfera del tempo e abbigliando i personaggi (retti da interpretazioni da manuale) con precisione maniacale (e qui è d’obbligo estendere la lode all’intera troupe), Leigh realizza un’opera magistrale che lo pone sulle alte vette del cinema contemporaneo. Stizzosa apparizione della minuscola regina Vittoria (che ne disprezza la produzione) accompagnata dal possente marito e ancora l’affermazione della fotografia e dei giovani pittori (che ne denigrano e sbeffeggiano la produzione) chiudono l’esistenza del grande pittore che si spegne a Chelsea, lussuoso quartiere di Londra, nella casa della sua amante nel 1851. Interpreti: Timothy Spall (Turner, premiato a Cannes come miglior interprete) - Roger Ashton-Griffiths - Lesley Manville - Lee Ingleby - Richard Bremmer - Tom Wlaschiha - James Fleet - Leo Bill - James Norton - Jamie Thomas King - Peter Wight - Ruby Bentall
La teoria del tutto (2014)di James Marsh. Che cosa è la teoria del tutto? E’ il tentativo di spiegare con una sola formula la nascita dell’universo, unificando tutte le conoscenze scientifiche raggiunte (fisica quantistica, relatività di Einstein e molto altro). Ad elaborala è stato Stephen Hawking, astrofisico e matematico inglese, colpito in giovane età da una malattia degenerativa (quella del motoneurone o più comunemente conosciuta come SLA) che lo costringerà su una sedia a rotelle ed a parlare e scrivere soltanto attraverso il computer. L’avvincente biopic di Marsh (ottimo regista di documentari), basato sulla biografia “Travelling to infinity: My life with Stephen” scritta dalla moglie Jane (dalla quale Stephen nonostante la malattia avrà tre figli), è una vera e propria glorificazione della forza della volontà umana. Stephen, al quale dall’inizio della malattia vengono pronosticati solo due anni d’esistenza, non soltanto sopravviverà ma diventerà uno dei fisici più autorevoli, conosciuti e amati al mondo (anche per le continue apparizioni alla serie The Big Bang Theory). Ma alla fine la struggente storia d’amore e familiare prevale sulle rivoluzionarie esposizioni scientifiche del geniale scienziato britannico e pur trattandosi d’un’opera elegante e raffinatissima, con un ottimo protagonista, la commozione umana impone inevitabilmente il suo dominio su quella estetica. Interpreti: Felicity Jones - Eddie Redmayne - Charlie Cox - Emily Watson - David Thewlis - Harry Lloyd - Maxine Peake - Adam Godley - Simon McBurney - Charlotte Hope - Tom Prior - Enzo Cilenti
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