Da Catania la musica che salva i giovani dall'esclusione
Cultura | 31 ottobre 2016
“I grandi ci sono, ma molto occupati a buttar via confini e steccati”.
Suona così il verso
della canzone “La Città dei Bambini” di Enrico Strobino, citata da Enzo
Bianco, presidente del Teatro Bellini e sindaco di Catania,
nel suo intervento al convegno “La musica per la legalità e l’inclusione
sociale”, svoltosi nella Sala Danzuso del Teatro Sangiorgi nell’ambito
della “Festa delle orchestre giovanili italiane”, che ieri sera ha visto
cinquecento tra piccoli musicisti e coristi
sul palco del Massimo per un entusiasmante concerto. “Vedere
– ha detto Bianco - quattrocento bambini riuniti in un’orchestra e
cento coristi italiani di ogni etnia, è stata una delle più intense
emozioni della
mia non breve attività di sindaco”.
Un’emozione resa possibile dal “Progetto Sistema” nato da un finanziamento comunitario del
PAG “Sicurezza per
lo sviluppo” – PON
“Progetto Sistema”,
gestito dal Bellini e diretto da Francesco De Zan. Un finanziamento, ha
ricordato Bianco, recuperato in extremis e che ha consentito di portare,
ieri, decine di famiglie di Librino a scoprire
per la prima volta la magnificenza del Teatro Bellini, patrimonio della
città, orgogliosi che i loro figli suonassero in un ambiente tanto
bello.
Grazie al progetto - come spiegato da Roberto Grossi,
nella doppia veste di sovrintendente del Teatro e presidente del cda
del Comitato Sistema delle Orchestre e dei Cori Giovanili e Infantili Onlus - nei quartieri
disagiati di Catania centinaia di bambine
e bambini
stanno vivendo un’esperienza
di prevenzione
del disagio e
di formazione
della personalità,
imparando a
suonare in orchestra e a cantare in un coro attraverso l’innovativa
didattica del “Sistema” inventato quarant’anni fa dal maestro José Antonio Abreu. E che propone l’orchestra come palestra di vita,
come prototipo della socialità.
“Il
Bellini – ha ricordato Grossi - è il primo teatro d’Italia a spendere
bene le risorse europee come capofila di due progetti Pon per la lotta
all’illegalità
e a favore dell’inclusione sociale: il Sistema e, assieme al San Carlo
di Napoli, un percorso per le professioni che hanno a che vedere con lo
spettacolo”.
Non
a caso la senatrice Elena Ferrara - prima firmataria del ddl dedicato
al maestro Claudio Abbado, fondatore con Grossi del Comitato Sistema -,
ha parlato
della necessità “di pensare a un’Italia vicina ai teatri e all’arte”, di
“mettere l’industria creativa al centro del nostro progetto di sviluppo
culturale, sociale ed economico”. La senatrice
Ferrara ha confermato l’impegno del governo per una normativa innovativa anche nel campo della educazione musicale.
L’unica
paura, insomma, è quella che il Progetto Sistema possa non essere più
finanziato. Perché, come ha sottolineato Raffaela Milano, responsabile
dei
Programmi Italia-Europa di Save the Children – associazione che sta per sottoscrivere un
importante accordo con il Sistema delle orchestre giovanili per contrastare, attraverso la musica, la
povertà
educativa in Italia, ossia “l’incapacità di far fiorire talenti” – “non
ci sarebbe nulla di peggio che illudere tutti questi bambini e poi non
proseguire sul percorso tracciato”.
Particolarmente
emozionante l’intervento di Julian Isaias Rodriguez Diaz, ambasciatore
in Italia della Repubblica bolivariana del Venezuela, che ha parlato
in termini poetici di quell’autentico miracolo chiamato El Sistema, che
nel suo Paese è stato seguito da oltre mezzo milione di bambini dando
risultati straordinari. L’Ambasciatore ha spiegato che il metodo Abreu
serve per “curare sofferenze emotive e spirituali”.
E questo si sposa perfettamente con il concetto che il presidente Bianco
e il sovrintendente Grossi hanno della funzione del Teatro Bellini,
visto come servizio pubblico al pari della Sanità o della Scuola.
Più
tecnici, ma ugualmente appassionati, i contributi di Antonella Coppi -
docente di Educazione alla vocalità e Fondamenti di Musica
dell'Università di
Bolzano - , di Maria Rosa De Luca – docente di Storia della Musica
dell’Università di Catania e componente del cda del Bellini -, che ha
parlato del “mandato intellettuale dei musicologi nella costruzione
della cittadinanza europea”, il musicista Paolo Damiani,
componente del Comitato nazionale del Miur per l'apprendimento pratico
musicale, che ha parlato sul tema “Musica insieme, il cantiere del
sentire e del fare” e Giulia Micheloni - consigliere della fondazione
Carispezia e
coordinatrice del Tavolo Sociale della provincia spezzina – che ha parlato dell’azione di questa “banca con un cuore”.
E
dopo l’intervento di Mattia Veggo, uno dei direttori d’orchestra del
concerto di ieri, che ha cominciato la sua carriera per gioco, come i
bambini impegnati
ieri, a trarre le conclusioni del convegno è stato Grossi, sottolineando
la necessità che l’esperienza di questo progetto cresca.
“C’è
già l’idea – ha detto - il metodo Abreu come filosofia di vita, servono
coraggio, perché gli ostacoli sono tanti, e tenacia perché l’emozione
di un
momento non è sufficiente, ma occorre soprattutto la condivisione tra
soggetti pubblici: Comuni, Teatri, Università, Privati come le banche
per dare risposte ai tanti bambini ancora esclusi. Dobbiamo avere la
forza di diventare i soggetti che creano queste
opportunità, rispondendo alla domanda inespressa di innumerevoli
bambini”.
JOSE’ ANTONIO ABREU
José
Antonio Abreu è nato 77 anni fa a Valera, una città venezuelana più o
meno delle dimensioni di Catania, ma ha origini
italiane. Suo nonno materno, Antonio Anselmi, era emigrato in Sud
America negli ultimi anni dell’Ottocento da Marciana, sull’isola d’Elba,
portando con sé un autentico tesoro: i 46 strumenti a fiato della banda
che dirigeva nel suo Paese.
Abreu,
docente di economia e diritto, uomo politico impegnato nel sociale, ha
sempre suonato. E nel 1975 ha lanciato El Sistema,
un innovativo e collaudato metodo di insegnamento della musica ai
giovani che ha dato straordinari risultati in termini di efficacia prima
di tutto sociale nel recupero di giovani esposti al crimine, alla
povertà e alla droga, ma anche artistica: gli allievi
dei corsi hanno intrapreso carriere internazionali di rilievo diventando
importanti musicisti e persino direttori d’orchestra.
Abreu è stato in Italia diverse volte, sempre in contatto con il Comitato Sistema di Grossi, programmando insieme iniziative
come un concerto congiunto in onore di Papa Francesco.
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