“D’estate andavamo a Iosi”, Nonuccio Anselmo rievoca gli amori di “Katuso”,

Cultura | 15 febbraio 2022
Condividi su WhatsApp Twitter

Questo “D’estate andavamo a Iosi” è il seguito ideale di “Katuso”, pubblicato l’anno scorso con lo stesso editore. Non è un seguito nei personaggi e nei luoghi, è un seguito di vita, quasi “storico”. In Katuso un gruppo di giovani vitelloni di paese, cacciati dal tempo, erano stati costretti a lasciare le loro stravaganze e ad emigrare, perentoriamente richiamati dalla vita. Ma la storia di questi ex vitelloni non è finita qui. Ogni estate, in altre forme e con altri nomi, ma con lo stesso destino, tornavano per passare la villeggiatura nella celebre e rinomata stazione estiva del loro paese. E si portavano appresso i figli, ragazzi e ragazze giovanissimi, che per passare senza eccessivi traumi quel periodo incomprensibile, finivano col fare comunella, con l’aiuto di coetanei del luogo.

Siamo in pieni anni Sessanta. Ma per scoprire quanto siano stati “mitici”, per loro o almeno per una rappresentanza di loro, dovranno passare cinquant’anni. Calipso e Giorgio hanno lasciato un conto aperto, un conto d’amore incredibilmente sopravvissuto. E finalmente arriva il momento di riannodare quel filo rimasto pendente.

Ma dopo tanto tempo, soddisfatta la promessa d’amore, si dovrà comunque, in qualche modo, pagar pegno. Si scoprirà che quel mondo sognato e ancora vivo nella memoria, non esiste più. Sono scomparsi i protagonisti, è scomparsa perfino l’immagine dei protagonisti – e in mezzo secolo questo è nel conto – ma sono stati terremotati incredibilmente anche i luoghi. E quel centro di villeggiatura, tanto amato e tanto vissuto con la forza della giovinezza, ha perduto sostanza anche lui. E’ rimasto soltanto il nome, ma adesso nessuno va più a viverlo immaginando di vivere l’estate. I visitatori di un tempo non ci sono più e i figli – i protagonisti di allora – hanno scoperto che le spiagge della Toscana, della Liguria e dell’Adriatico sono molto più vicine. E non solo: hanno pure il mare. Resta l’ipotesi d’amore riannodata in extremis prima che il nuovo millennio travolgesse anche quella.


Nonuccio Anselmo è nel giornalismo da quarant’anni, in grandissima parte legati al Giornale di Sicilia. Dopo un lungo periodo di collaborazione, ha iniziato dalla redazione di Trapani nel 1971. Poi, a Palermo, si è occupato della cronaca siciliana seguendo da inviato i principali fatti negli anni Settanta e Ottanta. E’ stato a capo di diversi servizi del giornale e, infine, segretario di redazione e redattore capo.

E’sempre rimasto molto legato a Corleone, paese del padre, dove ha trascorso la fanciullezza. Al paese della gioventù ha dedicato numerosi saggi.

Ha scritto anche per il teatro. E’ suo – in coppia con l’autore delle melodie Massimo Sigillò Massara – il musical “Corleone, la storia di Filippo Latino”, andato in scena con grande successo nel settembre del 2006, con la partecipazione di Marco Morandi e Paride Acacia.

“D’estate andavamo a Iosi” è il decimo romanzo dopo “Farmacia Bisagna” (2000), “I leoni d’oro” (2004), “I campieri di Cristo” (2009), “Nostalgia della luna” (2011), Scarafaggi maculati (2015), L'erba nera della notte (2015), "I figli del deserto" (2017), “La casa dorata” (2019), “Katuso” (2021).




Ultimi articoli

« Articoli precedenti