Crisi, tre milioni di nuovi poveri nella morsa degli usurai
Il business annuo è di quasi 82 miliardi di euro, sommando i 37,25 miliardi di capitale prestato e i 44,7 miliardi restituiti come interessi. Le vittime presunte sono tre milioni di famiglie e un’azienda su dieci nei settori dell’agricoltura, del commercio e dei servizi. E i carnefici non sono solo le organizzazioni criminali, mafia in testa, ma anche una serie di «insospettabili» che hanno approfittato della crisi per arricchirsi a scapito di chi è finito con l’acqua alla gola. E’ il fenomeno dell’usura, secondo le stime dell’Eurispes che, incrociando una serie di dati, segnala anche che se le regioni a maggior rischio restano quelle del Sud e le Isole, il pericolo si sta estendendo in maniera significativa anche al Centro Italia e la provincia più esposta in assoluto è Parma. Non è immune nemmeno il Nord visto visto che nella fascia di rischio medio alta ci sono anche Aosta e Biella.
Le cifre sulle famiglie sono state calcolate partendo dalla media di quelle che si sono rivolte a soggetti privati (diversi da amici e parenti) per ottenere un prestito, non potendolo avere dal sistema bancario, e ipotizzando che ciascun nucleo abbia avuto bisogno di 10mila euro. E un sistema analogo è stato utilizzato per le imprese. Con gli strozzini ci hanno perso ovviamente tutti: le famiglie hanno preso in prestito almeno 30 miliardi, ma ne hanno restituito più del doppio (66 miliardi); stessa sorte per le imprese agricole (4,95 i miliardi resi a fronte dei 2,25 ricevuti) e per quelle commerciali (indietro 11 miliardi contro i 5 avuti). Numeri approssimati per difetto, anche tenuto conto che normalmente gli interessi praticati sono superiori al 120% annuo che è stato calcolato.
Per calcolare la permeabilità delle singole province al fenomeno usura, l’istituto di ricerca ha incrociato 23 variabili socio-economiche, compresi il livello di disoccupazione, quello di ricchezza complessiva del territorio e l'entità dei fenomeni estorsivi. Se la media nazionale di vulnerabilità e del 44%, la maglia nera va a Parma , che si attesta al 100%: un dato che - secondo l’Eurispes - può dipendere anche dal perdurare dello stato di sofferenza del tessuto produttivo e sociale a partire dall’inizio della crisi del 2008. Con Parma tra le prime sette province ad alto rischio, ci sono anche Crotone (96,8), Siracusa (91,9), Foggia (86,1), Trapani (85,6), Vibo Valentia (82,1)e Palermo (81,9). Pericolo medio-alto per Aosta (61,6), Imperia (52,7) e Biella (50,3).
Non sono più solo le organizzazioni criminali, mafia in testa, che usano il prestito a strozzo per riciclare denaro sporco e ottenere facilmente ingenti guadagni, ma anche "per impossessarsi di quelle imprese e attività che non sono in grado di far fronte ai debiti contratti . «Oggi la figura dell’usuraio è presente anche tra gli 'insospettabilì: negozianti, commercialisti, avvocati, dipendenti pubblici, che hanno sfruttato il lungo periodo di crisi economica e l'indebitamento di famiglie, commercianti ed imprenditori per arricchirsi, forti delle crescenti difficoltà di accesso al credito bancario. Ed è nata una nuova figura: quella dell’usuraio della stanza accanto». A evidenziarlo è il presidente dell’Eurispes Gian Maria Fara,che invoca tra gli antidoti «forme più flessibili e personalizzate di accesso al credito ufficiale che sottraggano, nei momenti di difficoltà, gli operatori economici e le famiglie alle insidie di un credito solo apparentemente facile ma funesto in sostanza».
Le organizzazioni criminali - spiega Gian Maria Fara, Presidente dell’Eurispes - hanno ben compreso che l’usura rappresenta un metodo di straordinaria efficacia: da un lato per riciclare denaro sporco e ottenere facilmente ingenti guadagni, dall’altro per impossessarsi di quelle imprese e attività che non sono in grado di far fronte ai debiti contratti, divenendo dapprima soci e in seguito veri e propri proprietari. Tutto questo con rischi più contenuti rispetto a quelli connessi ad altre attività illecite come ad esempio il traffico di stupefacenti. Secondo il Presidente dell’Eurispes: “La mafia - soprattutto dove e quando sia colpita da inchieste che ne disarticolano pesantemente alcune componenti - sceglie un comportamento “di tregua” che possa, fra l’altro, far scendere su di sé un cono d’ombra e rendere meno individuabile la sua organizzazione. In quest’ottica, seleziona le sue attività privilegiando quelle che consentono il massimo vantaggio col minor rischio e tra queste vi è certamente l’usura, attraverso la quale si perpetua un sistema di radicamento sui territori e di assoggettamento silenzioso quanto efficace”. “Oggi - dichiara il Presidente dell’Eurispes, Gian Maria Fara - sappiamo che la figura dell’usuraio non è rintracciabile solo tra criminali e mafiosi, ma è presente anche tra gli “insospettabili”: negozianti, commercialisti, avvocati, dipendenti pubblici, che hanno sfruttato il lungo periodo di crisi economica e l’indebitamento di famiglie, commercianti ed imprenditori per arricchirsi, forti delle crescenti difficoltà di accesso al credito bancario. Ed è nata una nuova figura: quella dell’usuraio della stanza accanto. Si tratta, evidentemente, - conclude Gian Maria Fara - di un problema di grande complessità che postula un approccio multidisciplinare che preveda, insieme alla repressione, un forte impegno sul fronte della prevenzione e quindi culturale. Ma, soprattutto, la individuazione di forme più flessibili e personalizzate di accesso al credito ufficiale che sottraggano, nei momenti di difficoltà, gli operatori economici e le famiglie alle insidie di un credito solo apparentemente facile ma funesto in sostanza”.
Quanto vale il business dell'usuraValori in euro
Settore |
Capitale prestato |
Capitale restituito |
Famiglie |
30 miliardi |
66 miliardi |
Imprese agricole |
2,25 miliardi |
4,95 miliardi |
Imprese commercio e servizi |
5 miliardi |
11 miliardi |
Totale |
37,25 miliardi |
81,95 miliardi |
Fonte: Eurispes.
L'Indice di Permeabilità dell’Usura nei Territori
L’InPUT (Indice di Permeabilità dell’Usura nei Territori) realizzato dall’Eurispes è costruito dall’incrocio di 23 variabili socio-economiche per rappresentare la permeabilità o la vulnerabilità di una data provincia rispetto al fenomeno usura, in considerazione delle caratteristiche intrinseche alla provincia stessa e quindi sia dei fattori aggravanti (il livello della disoccupazione o i fenomeni estorsivi) sia di quelli lenitivi (ad esempio, il livello di ricchezza complessivo).
L’Indice è calcolato come combinazione lineare degli indicatori, opportunamente indicizzati e con pesi diversi in funzione della loro correlazione con il numero di reati di usura.
L’Indice assume valori da 0 a 100 in funzione crescente del grado di vulnerabilità del territorio aggregati in quattro classi di rischio usura (alto, medio-alto, medio-basso, basso).
Le regioni a maggior rischio usura sono quelle meridionali e insulari, ma il fenomeno sembra propagarsi, su scala geografica, anche nel Centro Italia, attestandosi su di un livello di rischio medio-alto.
Il rischio di permeabilità del territorio nazionale è pari a 44,0. Crotone (96,8), Siracusa (91,9), Foggia (86,1), Trapani (85,6), Vibo Valentia (82,1) e Palermo (81,9) rientrano nel novero delle prime sette Province ad alto rischio usura. In termini assoluti, la provincia più esposta risulta essere Parma (100,0). Questo risultato può dipendere sia dall’eccezionalità di accadimenti specifici sia, in termini generali, dal perdurare dello stato di sofferenza del tessuto produttivo e sociale locale a partire dall’inizio della crisi nel 2008. Tale interpretazione è sostenuta dalla presenza di altre province centro-settentrionali nella fascia di rischio denominata medio-alta, quali, ad esempio, Aosta (61,6), Imperia (52,7) e Biella (50,3).
Inoltre, il dato della Parma, per quanto possa sembrare sorprendente, deve essere considerato nel contesto dei reati denunciati negli ultimi anni: questi infatti hanno fatto registrare un andamento anomalo. Va altresì evidenziato come la numerosità delle denunce per usura e i risultati delle attività della Magistratura e delle Forze di polizia possiedano un peso considerevole nel calcolo dell’Indice.
InPUT (Indice di Permeabilità dell’Usura sul Territorio)
GEO |
IRU |
GEO |
IRU |
GEO |
IRU |
Parma |
100,00 |
Imperia |
52,67 |
Pistoia |
31,90 |
Crotone |
96,79 |
Matera |
51,30 |
Bologna |
31,86 |
Siracusa |
91,87 |
Biella |
50,31 |
Modena |
31,71 |
Foggia |
86,07 |
Chieti |
49,45 |
Firenze |
31,50 |
Trapani |
85,65 |
Gorizia |
48,70 |
Ferrara |
31,01 |
Vibo Valentia |
82,15 |
Roma |
48,58 |
Siena |
30,38 |
Palermo |
81,89 |
Terni |
47,72 |
Piacenza |
28,75 |
Avellino |
79,73 |
Novara |
47,44 |
Grosseto |
28,63 |
Catania |
77,85 |
L'Aquila |
46,39 |
Varese |
27,78 |
Caltanissetta |
75,94 |
Rimini |
44,24 |
Asti |
27,34 |
Potenza |
74,48 |
Italia |
44,02 |
Reggio nell'Emilia |
27,09 |
Napoli |
73,45 |
Viterbo |
42,69 |
Venezia |
26,94 |
Catanzaro |
73,36 |
Teramo |
42,46 |
Padova |
26,22 |
Sassari |
72,79 |
Macerata |
41,43 |
Verona |
25,44 |
Caserta |
72,14 |
Oristano |
40,93 |
Bergamo |
25,37 |
Reggio di Calabria |
72,04 |
Ancona |
40,48 |
Pesaro e Urbino |
25,17 |
Cosenza |
71,72 |
Livorno |
40,04 |
Brescia |
23,84 |
Messina |
69,15 |
Torino |
39,61 |
Rovigo |
23,70 |
Benevento |
68,45 |
Trieste |
39,08 |
Cremona |
23,50 |
Pescara |
66,97 |
Verbano-Cusio-Ossola |
38,73 |
Monza e della Brianza |
21,10 |
Salerno |
66,85 |
Arezzo |
38,61 |
Pavia |
19,20 |
Bari |
66,65 |
Lucca |
36,93 |
Cuneo |
19,19 |
Isernia |
66,07 |
Prato |
36,48 |
Mantova |
18,34 |
Cagliari |
65,16 |
Milano |
36,41 |
Forlì-Cesena |
18,24 |
Lecce |
64,53 |
Pisa |
36,34 |
Lecco |
17,95 |
Barletta-Andria-Trani |
64,14 |
Alessandria |
36,22 |
Lodi |
15,92 |
Nuoro |
62,43 |
Ascoli Piceno |
35,79 |
Udine |
15,52 |
Aosta |
61,60 |
Perugia |
35,79 |
Como |
15,38 |
Latina |
61,32 |
Massa-Carrara |
35,18 |
Pordenone |
14,70 |
Frosinone |
59,86 |
La Spezia |
34,02 |
Vicenza |
13,73 |
Taranto |
59,09 |
Ravenna |
33,69 |
Belluno |
12,46 |
Enna |
58,70 |
Genova |
33,51 |
Treviso |
7,80 |
Ragusa |
58,56 |
Fermo |
33,48 |
Sondrio |
7,41 |
Campobasso |
56,67 |
Vercelli |
33,21 |
Trento |
3,00 |
Brindisi |
56,30 |
Rieti |
32,90 |
Bolzano |
0,00 |
Agrigento |
52,94 |
Savona |
32,45 |
Olbia-Tempio |
- |
|
|
|
|
Ogliastra |
- |
|
|
|
|
Medio Campidano |
- |
|
|
|
|
Carbonia-Iglesias |
- |
Fonte: Eurispes.
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