Così la Uil si prepara all'appuntamento con l'Europa
Lavoro | 7 novembre 2016
L'embargo, fino alle ore 15 di ieri, ci ha impedito di scrivere, meglio ancora di raccontare, minutoper minuto, la Uil, alla sua prima giornata di apertura della IX conferenza d'organizzazione,recuperiamo il punto, solo oggi. In un ring, posto al centro della sala, un concerto introduce l'evento, con due obbligatori passaggi, l'inno nazionale italiano e quello europeo, quest'ultimo, talmente sconosciuto, che non soltanto i delegati della Uil ci hanno messo alcuni minuti per alzarsi, quanto per la stessa indecisione delleautorità presenti di onorare in piedi, un'Europa unita, ancora molto di là da venire.E la prima novità è proprio questa, l'accento europeo, all'unisono, di Uil, Cgil e Cisl, assolutamenteconvinti di giocare i destini dei cittadini, dei lavoratori, dei giovani e dei pensionati non dentro iconfini nazionali, quanto nell'arena europea, sempre più affollata di pulsioni xenofobiche e dirigurgiti di nazionalismo becero, condito dall'intolleranza e su da un'austerità letale per i tantigiovani in cerca di un futuro dignitoso.Proprio questo rapporto con i giovani costituisce, negli interventi dei tre leader, CarmeloBarbagallo, Susanna Camusso e Anna Maria Furlan, un comune campo di ricerca e d'impegno.Nel senso della consapevolezza, ormai acquisita, d'impegnare la Uil, la Cgil e la Cisl in uno sforzocongiunto di aprire un'interlocuzione stabile, non solo con i giovani ma con i ragazzi, gli studenti, ilavoratori precari.La dignità del lavoro incombe accigliata, dietro la relazione di apertura di Pier Paolo Bombardieri,segretario organizzativo della Uil, il quale s'interroga sul ruolo del sindacato di cultura laica,riguardo alle tante, troppe riforme del mercato del lavoro, che anziché agevolarne l'accessol'hanno destrutturato, introducendo il mercato dei voucher, ultima, devastante tendenza a trattare ilavoratori alla stregua di occasionali strumenti.Questa riflessione sul decadimento del ruolo dei lavoratori e dello stato primario dell'occupazione,appare ancora più credibile, in quanto coniugata con un' auto-analisi dell'adeguamento della Uilalle istanze sociali e ai momenti dell'attualità, una sorta di modernizzazione, peraltro annunciata findalla scorsa assise di Bellaria, nel 2012, da alcune strutture applicata, dalla maggioranzadisattesa, che prevedeva, fin da allora, la pubblicazione dei bilanci a tutti i livelli.Senza dubbio, se vi fosse stata un bisogno mediatico di novità, questo è stata soddisfatto dal pigliosicuro della relazione di Bombardieri, indicante un rinnovamento d'idee, di metodi e unavvicendamento ineludibile nei gruppi dirigenti.Il nuovo assetto della Uil poggia, leggendo tra le righe, su un radicale, seppure presentato inmaniera oltremodo prudente, cambio di rotta, rispetto al passato, intuibile e orientato, anche daidati pubblicati.Del corpo associato della Uil, il 28% ha meno di quarantacinque anni e il 24% sono donne.Il passo successivo potrebbe essere una massiccia riorganizzazione, già iniziata, in cuicinquantenni e donne occuperanno i posti di vertice, dei giovani, almeno in questa fase sipreparerà l'avvento, acquisendoli nei gruppi dirigenti di fascia intermedia, per improntarnel'apprendistatoNessun accenno, peraltro, alla risorsa anziani, seppure, all'interno della UilPensionati, si sonomossi, negli ultimi anni, le idee più stimolanti e peraltro linee guida, poi, entrate a tutto tondonell'elaborazione di questa conferenza di metà mandato.Nel 2018 la Uil andrà a congresso, avendo sperimentato, una linea di sicuro respiro, cioè il pattoofferto alle nuove generazioni, il potenziamento delle rappresentanze dentro i luoghi di lavoro el'ulteriore puntata sulle istanze regionali, chiamate a coordinare i servizi, all'interno della regione di competenza.Nei commenti, più che negli interventi dei delegati, secondo un costume diffuso, aleggia unapreoccupazione, quella del depotenziamento dell'organizzazione sul territorio, peraltro auspicata eperseguita, negli ultimi vent'anni da una corrente della Uil, disposta ad abolire le camere sindacaliterritoriali. Insomma, una sorta di parallelo improprio si potrebbe stabilire tra la cancellazione delleprovince e la scomparsa delle camere sindacali territoriali.Ma l'impressione, peraltro suffragata dai precedenti, porterebbe a credere in una lenta e sapientesperimentazione, che usufruirà di verifiche periodiche per effettuare correzioni in corsa.Il tema dell'Europa, ripreso nell'intervento di Luca Visentini, segretario generale dellaConfederazione europea dei sindacati, ha mostrato per sovrappiù, la consonanza tra Uil, Cgil eCisl, sui destini dell'Europa e sulle intese possibili dei prossimi mesi sul tema dominante del lavoroe dei cittadini.Carmelo Barbagallo ha lanciato con insistenza, in questi ultimi mesi, ribadendo il concetto inquest'occasione, l'esigenza di cedere porzioni di sovranità sindacale dalle istanze nazionali aquelle europee, puntando a costituire un aggregato mondiale in grado di difendere le prerogativedei lavoratori e comunque delle istanze più deboli di una società, sempre più globalizzata.Luca Visentini ha lanciato il più efficace degli slogan, costituiamo il consesso permanente deimostri del lavoro dell'Europa.Nel suo intervento, il segretario generale della Confederazione europea, consapevole dellanecessità di dare spessore all'azione sindacale, nell'ambito, abbastanza variegato della condizionedel lavoro nel continente, ha invocato unità d'intenti, consolidamento delle alleanze e indirizzopolitico, comune alle forze del lavoro europeo per cessare l'austerità, in favore di politiche disviluppo e di sostegno dell'occupazione."Considerato - a detta di Visentini - la devastante influenza del Patto di stabilità, dannoso più cheinutile, a cui si deve il tasso più basso di produttività in Europa, rispetto ai rimanenti continenti, irinnovi dei contratti, ai vari livelli nazionali e, soprattutto, l'incentivazione del lavoro stabile el'incremento dei salari, risultano gli obiettivi di breve termine, da affiancare con mobilitazioni distampo continentale per spingere l'abolizione del Patto di stabilità e del Fiscal compact."Se dubbi vi fossero stati sulla capacità di trasformare il più grande sindacato del mondo, in unavera e propria corazzata, con l'investimento effettuato da Cgil, Cisl e Uil sul progetto politico ditrasformazione dell'Europa della moneta, nell'Europa dei popoli, l'intervento di Luca Visentini allaconferenza Uil ha spazzato via i dubbi.
di Angelo Mattone
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