Corridoi aerei umanitari contro la tratta degli schiavi

Società | 30 marzo 2016
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Creare dei corridoi umanitari sicuri “lungo rotte raggiunte in aereo dai migranti per colpire lo sfruttamento del crimine organizzato”. È una delle proposte lanciate durante la conferenza del progetto antimafia promossa dal centro studi Pio La Torre che si è tenuta al cinema Rouge et noir di Palermo.

All'incontro, dedicato ai flussi migratori, all'accoglienza e alla lotta al terrorismo internazionale, sono intervenuti anche Corrado Lorefice, arcivescovo di Palermo, Maurizio Ambrosini, docente di sociologia dei processi migratori all'università degli studi di Milano, e Alessia Sinatra, magistrato del pool della Direzione distrettuale antimafia di Palermo che si occupa di indagini in materia di immigrazione, moderati da Vito Lo Monaco, presidente del centro. “Abbiamo bisogno di una politica dell'accoglienza e dell'integrazione, non possiamo non ammettere di essere ancora impreparati di fronte a questo, non basta la generosità del singolo o l'emotività del momento se non abbiamo centri di accoglienza o se questi sono solo serbatoi di merce umana.

Questo è un vuoto mentale, prima ancora che normativo”, ha detto il magistrato Alessia Sinatra, che ha ricostruito le indagini seguite al naufragio del 3 ottobre 2013 a Lampedusa in cui sono morti 366 migranti e che ha portato alla prima sentenza di condanna contro il traffico di esseri umani con rito abbreviato. “È stato un risultato investigativo importante - ha aggiunto il magistrato - anche perché c'è stato il primo collaboratore di giustizia che grazie alla sua testimonianza ha potuto fornire informazioni utili, beneficiando di uno sconto di pena, dopo essere stato portato in una località protetta per evitare ritorsioni”.

In quell'occasione, grazie a un complesso lavoro di intercettazioni e traduzione in diversi idiomi e dialetti stranieri, fu anche scoperta dagli inquirenti la rete dei trafficanti, cosi capillare da poter contare anche sulla “presenza di una cellula criminale ad Agrigento – ha aggiunto il magistrato – un appoggio del genere non può non avvenire se non con la compiacenza delle organizzazioni criminali locali che vedono nel migrante una risorsa da sfruttare, dalla manodopera da impiegare nel lavoro nero al trafficante per lo spaccio di droga fino alla prostituzione delle donne, anche minorenni”.

“Dietro la migrazione c'è una scelta precisa dell'Occidente, che ora si scandalizza e sceglie la via della preclusione o dello sfruttamento", ha poi detto monsignor Corrado Lorefice nel corso dell'incontro, ricordando il caso del Congo, tra i Paesi dall'immensa importanza economica e strategica per la presenza di un minerale, il Coltan, essenziale per la produzione di tablet e telefoni cellulari. "Noi abbiamo invaso il Sud del mondo e continuiamo a farlo", ha aggiunto Lorefice. Abbiamo dimenticato troppo presto - ha concluso l'arcivescovo di Palermo - che fino a ieri eravamo noi a chiedere di essere accolti. Noi conosciamo la gioia dell'essere accolti e il dolore dell'essere rifiutati”.

“Gli immigrati in Italia provengono prevalentemente da paesi di tradizione cristiana, i musulmani presenti nel nostro Paese statisticamente sono meno di un terzo. Inoltre, l'86% dei rifugiati viene accolto nei Paesi del cosiddetto terzo mondo, l'Unione europea ne accoglie meno del 10%. Ma gli immigrati sono il vaso di Pandora, fanno saltare il coperchio delle inquietudini moderne”. A dirlo è stato il docente Ambrosini che, attraverso le sue ricerche, ha sfatato il mito “dell'invasione straniera”. “I paesi più coinvolti nell'accoglienza - ha aggiunto Ambrosini - sono Turchia con 1,59 milioni, Pakistan (1,51 milioni) e Libano (1,15milioni, forse 2). In rapporto al numero di abitanti, sul fronte dell'accoglienza il primo è il piccolo stato del Libano, con un rapporto di 232-300 migranti per 1000 abitanti, seguito dalla Giordania”.

Secondo i dati a disposizione del docente, “I numeri europei sono decisamente inferiori: la Germania accoglie 494mila tra rifugiati riconosciuti e richiedenti asilo, la Francia 310mila, la Svezia 226mila, l'Italia 140mila. Questo fa pensare su percezione e pregiudizi sul fenomeno”. “I migranti non provengono dai paesi più poveri del pianeta, se non in minima parte - ha proseguito Ambrosini - In Italia i primi paesi di provenienza sono Romania, Albania, Marocco, Cina, Ucraina, Filippine. I migranti e anche gli irregolari, stimati attualmente in 300-400mila unità, sono molti di più degli sbarcati via mare (circa 170mila nel 2014, e 150mila nel 2015) ma solo 70mila hanno chiesto asilo in Italia. La grande maggioranza degli irregolari arrivano regolarmente, soprattutto con visti turistici, se necessario”.

 di Antonella Lombardi

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