Contro la resa all’emergenza quotidiana scendano in campo Università e Ordini

Politica | 9 agosto 2021
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Siamo convinti che questo sia il tempo della responsabilità. Sulla responsabilità, sul senso di responsabilità, vogliamo lanciare una sfida: superare non solo la logica dell’io, ma anche quella del noi, per essere collettività. Abbiamo risposto all’appello di Repubblica, lanciato da Carmelo Lopapa nel suo editoriale del 27 giugno. Un appello rivolto soprattutto ai partiti del centrosinistra, ma che riguarda anche noi tutti, mondo associativo, culturale, sociale e le singole persone che sentono di appartenere alla Sicilia democratica e progressista.

L’appello lanciato da noi come Comitato promotore ha portato al primo appuntamento degli Stati generali della Sicilia democratica, il 22 luglio scorso a Palermo, raccogliendo un’ampia adesione sia dei partiti sia del mondo associativo ma anche di singoli cittadini e cittadine. La prima cosa che abbiamo voluto sottolineare è che sapevamo di essere parte, anzi "parte di parte". E abbiamo espresso l’auspicio che anche le "altre parti" della politica potessero avviare il loro "luogo di incontro", così come noi, in modo trasparente e rispettoso degli altri.

Noi abbiamo scelto di chiamarli "Stati generali" della Sicilia democratica perché ci è parso evidente quanto la politica siciliana — tutta la politica — sia arretrata rispetto alla società dell’Isola. Spesso il mondo produttivo e lavorativo — non tutto — i luoghi di elaborazione e del "pensiero del fare" si scontrano con il "pensiero del non fare e del non far fare", se non con un rapporto di sudditanza, di sottomissione alla parte politica. Ma ancora di più ci si trova di fronte a un sistema che non sa o non vuole scegliere.

Scegliere, in assenza di una visione, di una prospettiva, è impossibile. Rifiuti, incendi, carenze infrastrutturali, divari sociali e cattivo utilizzo del territorio non trovano soluzioni nella politica attuale.

C’è un termine che regna sovrano sulla Sicilia tutta: "emergenza". E l’emergenza, ormai non più tale, essendo divenuta strutturale, permette di fare tutto e il contrario di tutto, ovvero di non fare, non scegliere. Da qui la nostra richiesta di incontro con le Università siciliane e gli Ordini professionali, che non vuole essere una richiesta a essere di parte: è la richiesta a esserci. A creare insieme la visione e la prospettiva della Sicilia che vogliamo. A non essere neutrali o, peggio ancora, indifferenti allo stato delle cose esistenti.

Il non far fare è purtroppo ancora la cifra dominante. E non riguarda il futuro, ma il presente.

Pensiamo al Pnrr. Quante sono le amministrazioni comunali che non sanno cosa potranno fare, o se potranno utilizzare queste risorse che condizioneranno la vita e il futuro di ogni siciliano per molte generazioni. L’impossibilità per tantissimi Comuni siciliani di presentare i bilanci e superare le tantissime situazioni di dissesto finanziario, insieme all’assenza di competenze e risorse umane per la progettazione, rendono impossibile accedere alle risorse del Pnrr e intervenire sulla "Next Generation Eu". Tempi e responsabilità sono le basi di una forte azione di cambiamento. Chiediamo che Stato e Regione attivino subito il "capitale di competenze" di Università e Ordini professionali, che venga definito un apposito fondo di progettazione con procedure rapide di accesso e, ancora, che le amministrazioni e gli enti pubblici siamo immediatamente messi in grado di reclutare le competenze necessarie.

Ma non serviranno solo le competenze tecniche per la progettazione. Abbiamo bisogno di strutturare osservatori, centri di analisi sulla ricaduta occupazionale — per giovani e donne prima di tutto — per evitare che parte di queste risorse finiscano nelle mani dei soliti sistemi affaristico-mafiosi o che vadano disperse senza creare sviluppo; per analizzare l’impatto sociale, oltre che economico, degli interventi. Un’analisi che deve essere "ex ante, in itinere ed ex post".

La "palestra" del Pnrr e della Next Generation Eu sarà fondamentale per i prossimi anni. Sarà strategica per la "Sicilia del Mediterraneo". Non si tratta di definire solo l’utilizzo di queste risorse, ma di costruire la visione della Sicilia del Mediterraneo, quella politica, culturale, sociale ed economica, mediterranea ed europea.

In questo chiediamo a Università e Ordini di essere animatori e strumento della "democrazia partecipata".

Coordinamento degli Stati generali della Sicilia democratica 



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