Competenze digitali ed educazione alla cittadinanza digitale, piano per cento scuole
Sono 100 le istituzioni scolastiche italiane coinvolte nel progetto Connessioni Digitali che si pone l’obiettivo di contrastare la povertà educativa digitale in Italia. L'iniziativa è promossa da Save the Children in collaborazione con Gruppo Crédit Agricole e supportata dal Ministero dell'Istruzione.
A seguito dell'emergenza sanitaria che ha determinato il
ricorso alla didattica a distanza, è nata l’esigenza di mettere al centro del dibattito il tema della
povertà educativa digitale. Come ha messo in luce l’Istat, infatti, molti ragazzi hanno riscontrato gravi
difficoltà sia perché un terzo delle famiglie italiane non
dispone di personal computer e di accesso a Internet da casa, sia a causa di
carenze infrastrutturali relativamente alle connessioni a banda larga e ultra
larga del Paese. L'Italia registra altresì un forte ritardo nello sviluppo
delle competenze digitali di studenti e di docenti.
Cristiana de Paoli- Quality & innovation manager di
Save the Children- ha spiegato che la povertà educativa
digitale è uno stato di privazione determinato da “l'impossibilità per i ragazzi di acquisire quelle
competenze necessarie per orientarsi nel mondo sempre più permeato dall'innovazione
digitale”.
Il fenomeno rischia di emarginare in maniera esponenziale i
minori che già soffrono una situazione di svantaggio educativo, creando un gap
nei riguardi dei coetanei più fortunati nonché nuove
esclusioni e disuguaglianze. A essere più penalizzati sono gli adolescenti e i
bambini che provengono dalle regioni del Sud e da famiglie più povere e con
genitori meno scolarizzati.
Il progetto Connessioni Digitali è dunque la risposta alla
sfida della povertà educativa digitale che nell'arco di 3 anni mira a
coinvolgere 250 docenti e 6mila studenti tra i 12 e i 14 anni. “Nel passaggio dalla scuola di primo
grado delle medie alle superiori, - spiega Cristiana de Paoli- dispersione e
abbandono scolastico iniziano ad avere una certa sostanza”. L'obiettivo è
quello di dotare i ragazzi di un bagaglio su cui possano contare per orientarsi
nelle future scelte e gestire al meglio questa fase di studio e di crescita.
Save the
Children, per identificare la povertà educativa
digitale, in collaborazione con il Centro di ricerca sull’Educazione ai media, all’innovazione e alla tecnologia dell’Università Cattolica di Milano e di Monica Pratesi, docente
del dipartimento di Economia e Management dell’Università di Pisa, ha definito un nuovo strumento,
chiamato AbCd (cioè Autovalutazione di base delle Competenze digitali). L’auspicio è quello di contribuire a colmare in questo ambito
il gap di arretratezza dell'Italia che non possiede ancora un sistema di
valutazione delle competenze digitali.
Sulla base dell'AbCd è stata condotta la prima indagine
pilota sulla povertà educativa digitale in Italia che ha interessato un
campione di 772 tredicenni di 11 città italiane.
I risultati emersi dalla rilevazione hanno messo in
evidenza gravi lacune dei giovani nativi digitali. Molti di loro, infatti, non
sono in grado di inserire un link in un testo, condividere uno schermo durante
una chiamata su Zoom, di riconoscere una password di sicurezza media o elevata
e di distinguere le fake news dalle notizie vere. Non conoscono altresì le
norme relative alla cessione della propria immagine sui social network e l'età minima
per aprire un account su TikTok e Instagram.
In questa prospettiva la scuola diventa un luogo cruciale
per evitare che i ragazzi cadano nella trappola della povertà educativa
digitale.
“La competenza digitale- ha
sottolineato Stefano Pasta, docente di Metodologia delle attività formative e
speciali e fra i referenti del progetto Connessioni Digitali- non è una
questione solo tecnica”. Si tratta anche di apprendere come si sta in Rete e di
conoscere e rendersi conto delle criticità del mondo online. Secondo Pasta la
scuola deve formare alla cittadinanza digitale, che prevede 3 dimensioni:
estetica (come produci i contenuti), critica (che implica la lettura critica) ed
etica (che attiene alle modalità con cui si vive insieme agli altri e in che
modo ci si rapporta allo spazio online).
È proprio questo l'approccio educativo che verrà sperimentato
nell'ambito di Connessioni Digitali dalle 100 scuole secondarie di primo grado,
selezionate attraverso una call to action.
Il progetto, che nel primo anno prevede la partecipazione di 40 istituti di 30
piccole e grandi città in 15 diverse regioni, consentirà agli studenti di
svolgere attività e lezioni durante le ore di educazione civica.
I ragazzi e le ragazze, seguiti da docenti e affiancati da
educatori della cooperativa Edi Onlus, avranno a disposizione video, tutorial,
app, materiale didattico e una piattaforma realizzata ad hoc per inserire i
loro lavori.
Nelle scuole verrà attrezzata una vera e propria newsroom crossmediale e gli studenti impareranno a produrre un
podcast, a scrivere una voce di Wikipedia e una petizione online. Nei temi
trattati verrà data un'attenzione particolare ai diritti e alle problematiche
del territorio e dell'ambiente in cui vivono i ragazzi.
Alla fine, il percorso didattico del singolo alunno verrà registrato e riassunto su un eportfolio.
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