Bruxelles: distruggere i barconi, rafforzare Frontex
Rafforzare Frontex, almeno raddoppiando le risorse economiche ed i mezzi a disposizione. Prevedere meccanismi di emergenza per la redistribuzione dei profughi. Lanciare un nuovo programma per il rimpatrio «dai paesi in prima linea» come l'Italia dei migranti irregolari che non hanno diritto all'asilo. Ma anche e soprattutto lanciare un «sistematico sforzo per sequestrare e distruggere le barche dei contrabbandieri» di esseri umani. Potrebbe essere l'inizio della guerra europea contro quelli che Matteo Renzi ha definito gli «schiavisti del 21/o secolo».
Sono i punti principali dei dieci previsti dal piano d'azione europeo sull'immigrazione, presentato dalla Commissione ed approvato oggi a Lussemburgo dai ministri degli Esteri e degli Interni. Sarà la base di lavoro del vertice straordinario convocato per giovedì dal presidente Tusk dopo 24 ore di «consultazioni». Per la caccia ai trafficanti viene evocato il modello della operazione Atalanta, con le navi militari della Ue in missione anti-pirateria nel Corno d'Africa. Per realizzarlo servirebbe un mandato del Consiglio di Sicurezza dell'Onu, ma la Ue è pronta ad attivarsi. E c'è già chi, come il Belgio, si dice disposto a mettere a disposizione mezzi militari. Nell'ambizioso piano d'azione preparato da Avramopoulos, il rafforzamento delle risorse per Frontex e l'operazione Triton appare però ancora limitato. Nell'ultima bozza circolata si parlava di raddoppio, una quantificazione lontana dal «cambio di ordine di grandezza» chiesto da Gentiloni che definisce gli appena «tre milioni al mese» attualmente a disposizione per Triton come «non all'altezza della maggiore potenza economica del pianeta».
Nel testo finale si parla genericamente di «aumento» e Avramopoulos indica che la cifra potrebbe essere rivista. Per Alfano è comunque «un primo passo». Nella guerra ai trafficanti sono previste anche operazioni di intelligence. Il punto 3 chiede «riunioni regolari» tra Europol, Frontex, l'agenzia europeo per l'asilo (Easo) e Eurojust per «raccogliere informazioni sul modus operandi» e «tracciare i finanziamenti». E il punto 10 lancia l'idea di inviare nei paesi chiave 'Ufficiali di collegamento per l'immigrazionè: degli 007 dei flussi migratori di stanza nelle delegazioni della Ue. L'Easo poi schiererà team in Italia e Grecia per dare assistenza nella valutazione delle domande di asilo. Ma gli Stati dovranno «assicurare» la raccolta delle impronte digitali, punto su cui l'Italia più volte è stata richiamata.
Inoltre il piano chiede di «considerare» opzioni per la redistribuzione dei profughi richiedenti asilo: da una parte un «meccanismo di emergenza», dall'altra quello di avviare un «progetto pilota» per ridistribuire tra gli Stati membri «quote» di persone bisognose di protezione, sempre però su base volontaria vista l'opposizione di molti paesi dell'est. Infine, rilanciato impegno di collaborazione con i paesi attorno alla Libia, aumentando anche la presenza di personale civile per il controllo dell'immigrazione per rafforzare la missione già esistente.
Come funziona la rete dei trafficanti
Un efficiente tour operator internazionale, ma per chi viaggia nessuna assicurazione. Tanto meno sulla vita. Funzionano così le reti di trafficanti d'uomini che spostano i migranti in fuga attraverso due continenti e per ogni tratta si fanno pagare dalle loro stesse vittime o dai loro parenti che li attendono al di là del Mediterraneo. Documenti come il decreto di fermo emesso dalla Dda di Palermo nei confronti dei membri della rete criminale scoperta dalla polizia e dedita al favoreggiamento dell'immigrazione e della permanenza clandestina, offrono uno spaccato chiaro di come si muovono queste organizzazioni, capaci di gestire gli spostamenti di grandi numeri di persone dall'Eritrea, l'Etiopia e il Sudan fino ai paesi del Magreb, soprattutto la Libia, e poi da lì la rischiosa e costosa traversata verso la Sicilia e quindi i viaggi attraverso l'Italia verso il Nord Europa, Scandinavia, Regno Unito, Olanda e Germania.
Nell'ordinanza si stimano - con approssimazione per difetto - in 20mila in 20 anni le vittime dei 'viaggi della speranzà. La Libia si conferma uno snodo centrale, con due città chiave nel nord ovest del Paese da cui partono le traversate in mare su barconi sempre più fatiscenti: Tripoli e Zwarah. Proprio da quest'ultimo centro sarebbe partita anche l'imbarcazione che ha fatto naufragio l'altra notte, inghiottendo quasi tutto il suo carico di uomini. Il viaggio può costare tra i 1.500 e i 2mila dollari. Il guadagno per un solo barcone stipato di passeggeri può così aggirarsi anche sul milione di dollari. Per accrescere i profitti i migranti sono generalmente ammucchiati in grandi numeri sulle imbarcazioni e ciò porta ad un peso eccessivo ed aumenta il rischio di capovolgimento.
Ma in Libia - dove operano specifiche cellule delle organizzazioni - vengono anche organizzate le rotte terrestri dei migranti provenienti dal Centro Africa, fase in cui i migranti talvolta vengono trattenuti per mesi e costretti a lavorare per i trafficanti, allo scopo di pagarsi il viaggio. La parte libica del viaggio è controllata da milizie locali, gonfiate dagli ex soldati del regime di Gheddafi, che spadroneggiano sulle città costiere. Le organizzazioni criminali conoscono bene le leggi per eluderle e quando i migranti arrivano in Italia vengono istruiti su come sottrarsi alle procedure di fotosegnalamento e agli accertamenti di rito, nonchè su come evadere dai centri di accoglienza; e in ogni caso, prima della regolarizzazione sul territorio nazionale, vengono trasferiti verso il nord Italia e il nord Europa. Gli spostamenti in ambito nazionale avvengono per lo più con bus di linea, perchè per acquistare i biglietti non bisogna esibire documenti e non ci sono controlli delle forze dell'ordine.
Se serve, per il pagamento vengono contattati i parenti dei migranti, e questi ultimi restano bloccati finchè non sono arrivati i soldi. Le somme richieste per l'ospitalità di uno-due giorni nel territorio siciliano ed il biglietto per Roma o Milano, si aggirano dai 200 ai 400 euro a testa. Ci vogliono poi altri 1000-2000 euro per arrivare in uno degli Stati europei di destinazione. Per gestire questi spostamenti, i capi delle organizzazioni hanno contatti in mezzo mondo, sono sempre 'connessì, con scambi telefonici nell'ordine di diverse migliaia di contatti al mese a cui si aggiungono Skype, Viber, Whatsapp. E hanno un giro d'affari di milioni di dollari. Denaro che arriva e vien fatto circolare attraverso diversi canali, compresa la cosiddetta Hawala. Il metodo è nato in India molti secoli fa. Il termine deriva dalla parola araba "Hwl" che vuol dire "cambiare" o "trasformare" e talvolta è usata come sinonimo di "fiducia". In effetti il sistema è basato sulla fiducia e consente di trasferire denaro o beni tra due persone utilizzando un terzo come intermediario. In realtà si tratta di un sistema bancario sotterraneo e illegale con commissioni che arrivano al 10%.
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