Bilancio di guerra per la Regione, Stato e Ue permettendo

Politica | 9 aprile 2020
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Il governo regionale non è in grado di presentare il disegno di legge di bilancio, ma se l'Ars  non l'approva il 30 aprile si corre il rischio che si avvii la procedura di scioglimento. Già Crocetta, qualche anno fa bloccò gli orologi per consentire all'Assemblea dei deputati  di approvare all'alba del 1° maggio la legge di bilancio.

 Alcune richieste della Giunta di governo sono chiare ma vecchie rispetto allo tsunami in atto: da anni l'assessore all'Economia, Gaetano Armao, insiste per ottenere la sospensione del miliardo di euro di compartecipazione della Regione al risanamento del bilancio dello Stato.Il problema è che se lo danno a lui debbono darlo alle altre regioni a statuto speciale. Probabilmente per questo in un  comunicato dell'assessore si fa riferimento all'incontro con il ministro Boccia. Ora l'assessore lancia l'ipotesi di tagliare a metà, sono i 700 milioni di cui parla nella dichiarazione. In realtà si punta allo sblocco di una quota sostanziosa dei fondi strutturali che la Commissione però permetterà di utilizzare esclusivamente per l'emergenza sanitaria. Tenderei ad escludere che allo stato della normativa, possa essere consentito alla Sicilia di utilizzarli per la spesa ordinaria di bilancio. 

Il riferimento all'incontro con il ministro per il Sud, Giuseppe Provenzano, fa ipotizzare che la Regione stia trattando per avere una parte del cofinanziamento italiano dei fondi che, essendo risorse nazionali, possono essere in teoria utilizzate Il cofinanziamento nazionale fu un paio di anni fa ridotto al 25%, quindi per la Sicilia peserebbe oggi attorno ad 1,2 miliardi. Tuttavia la quota di partecipazione della Regione al cofinanziamento nazionale è di circa 150 milioni, quindi il 20% ammonterebbe a circa 30 milioni. Non è una grande cifra. In realtà è probabile che la'ssessore all'Economia stia tentando di ottenere un parte più consistente del cofinaziamento nazionale. Con una punta di cattiveria, si potrebbe pensare che la sparata sull'applicazione dell'articolo 31 dello Statuto sul controllo di esercito e polizia abbia rappresentato una sorta di ballon d'essai da usare al tavolo della trattativa finanziaria. A pensar male si fa peccato...però ogni tanto ci s'indovina. 

In ogni caso è chiaro che si sta puntando a concludere finalmente in sede di commissione paritetica stato-regione l'accordo sull'attuazione delle norme di attuazione dei rapporti finanziari. E' realistico pensare ad una simile possibilità nel pieno dell'emergenza Covid19? Purtroppo, non pare il massimo del realismo. 

In realtà la partita del bilancio regionale ha poco a che fare con l'intervento di straordinaria entità che sarà necessario per affrontare l'emergenza economica che seguirà quella sanitaria. In un momento assolutamente eccezionale, la soluzione più seria e trasparente sarebbe di far un bilancio tecnico che consenta di far fronte agli impegni indifferibili, compresi quelli verso la fascia del mondo del lavoro che è sostenuta da fondi ordinari della regione, e aprire una discussione con l'opposizione parlamentare, le forze economiche e sociali, la rappresentanza degli enti locali per affrontare i temi di maggiore urgenza.

 Approvare, insomma, una sorta di "bilancio di guerra" col consenso di tutti e insediare una cabina di regia per cominciare a discutere su come affrontare i grandi - e potenzialmente disastrosi- cambiamenti che la Sicilia, il resto del Paese ed il mondo intero saranno chiamati ad affrontare. Per far questo, però, è necessaria un'operazione verità e soprattutto è indispensabile che il professor Armao la finisca di giocare al "piccolo economista".

 di Franco Garufi

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