Bagarella e la Palermo dei boss tra equivoci, sangue e trippa
Cultura | 23 giugno 2016
Sembra di essere trascinati dentro la "Vucciria", il celebre dipinto di Renato Guttuso. Inizia così Lo scambio di Salvo Cuccia e pare di percepire anche gli odori di un mercato di Palermo. Poi la ferocia del duplice omicidio, il primo di una serie di equivoci e di orrori che, lungo il corso di una giornata, segneranno una tappa importante nello scontro e nella Trattativa degli anni Novanta tra Stato e Cosa Nostra.
La giornata è quella del feroce boss Leoluca Bagarella.
Anche se nel film non viene mai nominato e se le ventiquattr' ore raccontate sul grande schermo fanno riferimento a fatti che nella realtà si compirono in una quindicina di giorni tra il febbraio e il marzo 1995, con l' epilogo del suicidio di Vincenzina Marchese, moglie di Bagarella, il 12 maggio. Il mafioso venne poi preso dalla Dia il 24 giugno. La sua cattura fu solo uno dei successi investigativi del magistrato Alfonso Sabella, che ha contribuito alla scrittura della sceneggiatura del film.
"Il soggetto del film - racconta il regista, Salvo Cuccia - è nato in seguito ad alcuni incontri con Alfonso Sabella. Ho voluto fare questo film proprio insieme a lui raccontando una storia di agghiacciante quotidianità, con l' intento di sfatare la presunta infallibilità della mafia, che ha seminato tante vittime innocenti. Ci tenevo molto - conclude Cuccia - a raccontare dei fatti realmente accaduti estrapolandoli dalla cronaca per portarli in una dimensione cinematografica". È proprio su una catena di omicidi quasi dimenticati, di vittime innocenti e sbagliate, che nasce l' idea de Lo scambio. "Salvo mi ha chiamato sette anni fa - ricorda Sabella -, incuriosito da alcune storie accennate nel mio libro Cacciatore di mafiosi, e di un momento di caos per Cosa Nostra, in cui non c' era più una direzione unitaria, ma piuttosto conflitti interni come quello tra Bagarella e Provenzano, conflitti figli della Trattativa". Lo scambio è un film a più livelli, c' è quello superficiale di una storia con un grande colpo di scena godibile per tutti. E c' è il livello che sarà molto apprezzato dagli appassionati di Storia della mafia: gli effetti all' interno di Cosa Nostra a seguito della Trattativa che alcuni uomini dello Stato avrebbero imbastito con la Cupola durante e dopo le stragi del '92. "È proprio così - spiega Sabella -. Sono storie e fatti di cui mi sono occupato in prima persona a Palermo, in quella Procura guidata da Gian Carlo Caselli. Abbiamo cercato di ricostruire, nel racconto del film, il mondo di quella Cosa Nostra senza farne un' agiografia, senza alcuna mitizzazione, questa è l' unica condizione che ho posto a Salvo. Gli dissi chiaramente, già in quella prima telefonata, pezzi di merda sono e pezzi di merda devono apparire".
Lo scambio è una libera interpretazione basata su fatti reali, a cominciare dagli errori di Cosa Nostra, mostrata, appunto, come tutt' altro rispetto a un' infallibile organizzazione criminale. Uccidere, senza pietà, innocenti: Domenico Buscetta, la cui unica colpa è stata essere nipote di Tommaso; i ventenni Marcello Grado e Luigi Vullo (nel film hanno nomi diversi), il primo colpevole di essere figlio del pentito Tanino Grado e il secondo colpevole di accompagnarsi all' amico quella mattina; il loro coetaneo Gianmatteo Sole, ancora più innocente degli altri, come chi ricorda l' omicidio già sa e come chi guarderà il film capirà. E, ovviamente, il piccolo Giuseppe Di Matteo, figlio del pentito Santino, sciolto nell' acido. Una vicenda la sua "per la quale ancora, certe volte, non dormo la notte", racconta Sabella. Nel film la banalità del male applicata alla quotidianità delle vite di Cosa nostra è racchiusa tutta in una sequenza: il primo piano sulla trippa al sugo cucinata da Vincenzina Marchese e lo stacco sugli uomini del commando del marito Bagarella mentre mescolano qualcosa in una cisterna colma di acido.
E si lamentano, uno perché deve ripulirsi e vestirsi per un battesimo e l' altro perché rischia di perdersi una partita di calcio.
Nell' acido c' è il corpo di un' altra vittima della ferocia di Cosa Nostra.
Alla scrittura del film, oltra ad Alfonso Sabella, hanno collaborato col regista anche Marco Alessi e Federica Cuccia. Lo Scambio è prodotto da Eleonora Cordaro per Abra&Cadabra in collaborazione con Gianluca Fernandez, con Rai Cinema e Sicilia Film Commission. Sarà nelle sale da oggi, proprio alla vigilia dell' anniversario della cattura di Leoluca Bagarella, avvenuta il 24 giugno 1995 a Palermo. (Il Fatto Quotidiano)
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