Aumentano gli incendi boschivi nelle regioni mafiose
“Il fenomeno degli incendi boschivi resta un’altra terribile piaga del nostro Paese. Quello che sta accadendo in Sicilia e in particolare a Palermo, colpita da ieri da una serie di incendi, molto probabilmente di natura dolosa, dimostra che non bisogna abbassare la guardia e che occorre lottare senza paura contro i piromani utilizzando tutti gli strumenti necessari. Si valuti con grande attenzione se dagli incendi, per le loro caratteristiche, la loro diffusione e gli impatti che causano, oltre alle aggravanti già previste dal delitto regolato dall'art. 423bis del Codice penale, non si debba contestare anche quello di disastro ambientale.
Al ministro Alfano, che questa mattina incontrerà il capo del dipartimento della protezione civile e il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, lanciamo un appello affinché si punti su una maggiore prevenzione e tutela del territorio e delle aree boschive, si realizzino campagne informative e di sensibilizzazione e soprattutto si incrementino le risorse da destinare ai soggetti che cooperano nella lotta agli incendi boschivi e ai comuni, con meccanismi premiali per chi riduce il fenomeno utilizzando efficaci sistemi di prevenzione”, così dichiara Stefano Ciafani, direttore generale di Legambiente.
In Italia gli incendi boschivi sono in aumento anche per mano di piromani, ecocriminali ed ecomafiosi. La conferma arriva dal Rapporto Ecomafia 2016, di cui oggi Legambiente anticipa alcuni dati relativi agli incendi boschivi. Nel 2015 sono cresciuti gli incendi, addirittura con un’impennata rispetto al 2014 che sfiora il 49%. Rispetto a quest’ultimo dato colpiscono soprattutto gli ettari di superficie andati in fumo, più di 37 mila, e la loro collocazione geografica: più del 56% si è concentrato nelle quattro regioni a tradizionale insediamento mafioso.
In due giorni in Sicilia è andata in fumo macchia mediterranea e boschiva più vasta rispetto a quella distrutta dagli incendi in un intero anno nel 2013 e da giugno e ottobre del 2015. Nelle quarantotto ore di fuoco, in cui è bruciata mezza Sicilia, sono divampati contemporaneamente 800 roghi e incendiati 5.626 ettari di terra (di cui 3.747 non boschiva). A tracciare un primo drammatico bilancio è la Regione siciliana, che stima danni per 30 milioni di euro (per il solo rimboschimento) e annuncia misure eccezionali anche per la prevenzione degli incendi.
In 48 ore, complice il vento di scirocco e temperature record (con la colonnina di mercurio che giovedì segnava quasi 46 gradi) il 16 e il 17 giugno nell’Isola sono andati persi 5.626, contro i 5.282 bruciati da giugno e ottobre dello scorso anno in 707 incendi. I danni più ingenti provocati dai roghi si contano nella provincia di Palermo, dove sono andati in fumo 3 mila ettari di superficie (2.100 non boscati), nel messinese (1.200) e in provincia di Agrigento (870).
Quattro anni fa in Sicilia, secondo i dati del comando del Corpo forestale, i roghi hanno distrutto una superficie di 55.741 ettari provocando un danno di oltre 50 milioni di euro (quello ambientale stimato è stato pari a 40,5 mln, il costo di estinzione di 12,6 mln).
Secondo i dati forniti, nel 2012 gli incendi sono stati 1.276, ma solo 4 sarebbero divampati per presunte cause naturali; 1.111 avrebbero una presunta origine dolosa; 61 colposa.
Crocetta: leggi speciali contro gli incendiari
Favorire la riforestazione con un provvedimento amministrativo che vieta i pascoli per 5 anni nelle aree incendiate e un disegno di legge che prevede di elevare a 20 anni il divieto di edificabilità nelle aree boschive colpite dai roghi. Sono le due misure speciali, che il governo regionale intende mettere in campo dopo gli incendi che giovedì scorso hanno devastato la Sicilia. «Il ddl contiamo di approvarlo in giunta già la prossima settimana in Giunta», ha detto in conferenza stampa il governatore della Sicilia Rosario Crocetta, specificando che la legge nazionale prevede un divieto decennale. «E' il messaggio che voglio dare alla mafia della speculazione - ha detto - non avrete alcun vantaggio se incendiate i boschi»
E sull’emergenza incendi in Sicilia, Gianfranco Zanna presidente di Legambiente Sicilia afferma: “Fermo restando che si è trattato di un'ondata di scirocco eccezionale, la Regione Siciliana si è distinta per l'ennesima volta per la sua latitanza. Sono anni, ormai, che, inascoltati, chiediamo che vengano rispettati i tempi per la predisposizione dei servizi antincendio e che le squadre entrino in servizio nei giusti tempi. Ma, evidentemente ettari di boschi in fumo, case evacuate, animali carbonizzati, e i milioni di danni non sono un buon motivo affinché la Regione si dia una mossa. E la storia si ripete puntualmente ogni anno”.
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