Aumentano gli immigrati che lavorano in Sicilia

Società | 24 aprile 2015
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La Sicilia è da sempre stata un luogo nel quale sono confluite diverse etnie. Il numero di stranieri residenti nellisola continua a crescere, pur mantenendosi al di sotto della media nazionale. A rivelarlo è unanalisi del Servizio Statistica ed Analisi Economica della Regione che ha raccolto i dati forniti dall'Istat sui cambiamenti demografici. Al 1° gennaio 2014, risultano presenti nel nostro paese 3.874.726 stranieri non comunitari con regolare permesso di soggiorno (99.493 dei quali registrati in Sicilia) e 4.922.085 stranieri residenti. Alla stessa data gli stranieri residenti in Sicilia sono 162.408 (80.655 maschi e 81.753 femmine), in aumento rispetto allanno precedente di 22.998 unità (16,5%). Le province che registrano una crescita maggiore sono Catania (28,1%), Trapani (20,3%) e Ragusa (19,7%); Messina, invece, presenta lincremento più contenuto (6,9%). Catania si conferma la provincia con la crescita più forte della popolazione straniera (+6.560 stranieri), mentre Enna (+328) e Caltanissetta (+832) presentano gli incrementi più lievi. La maggior parte degli stranieri siciliani risiede nelle province di Palermo (20,3%), Catania (18,4%), Messina (17,0%), e Ragusa (14%), che cumulativamente raggiungono il 69,7% del totale degli stranieri residenti in Sicilia.

I cittadini stranieri residenti allinizio del 2014 rappresentano il 3,2% dellintera popolazione residente nella regione, un valore molto più ridotto di quello nazionale (8,1%). Lincidenza più elevata si registra nella provincia di Ragusa (7,1%) mentre Enna è la provincia con la minor quota di stranieri sul complesso dei residenti (1,7%). Nelle altre province lincidenza si mantiene tra il 2,5% di Caltanissetta e il 4,3% di Messina. Nellennese sono presenti 61 maschi ogni 100 femmine, nel ragusano, invece, prevale il genere maschile (132 maschi ogni 100 femmine). Tale differenza è probabilmente imputabile alla tipologia di lavoro richiesta sul territorio, laddove i servizi di cura alle persone e di assistenza familiare sono il movente principale delloccupazione della popolazione        straniera femminile, mentre limpiego di manodopera maschile proveniente dallestero è tipico di zone ad agricoltura intensiva. Il rapporto di mascolinità è infatti al di sotto della media regionale (98,7%) nelle province di Messina (85,9%) ed Enna (61,1%), tradizionalmente caratterizzate da una popolazione più anziana, mentre è superiore a tale media nella provincia di Ragusa che occupa in agricoltura molti lavoratori immigrati. I cittadini non comunitari presenti in Italia vengono registrati in primo luogo dal Ministero dellInterno, tramite i permessi di soggiorno; quelli comunitari e gli extra comunitari in possesso dei necessari requisiti rientrano fra i residenti solo se ne acquisiscono il titolo formale, in uno dei comuni in cui è suddiviso il territorio nazionale. Le cittadinanze estere maggiormente presenti in Sicilia sono la rumena (29,6%), la tunisina (11,0%) e la marocchina (8,9%) che insieme coprono il 49,4% del totale degli stranieri. La presenza srilankese ha registrato, rispetto al 1° gennaio 2013, un incremento rilevante (23,2%) che segue la variazione degli indiani (29.9%) presenti, tuttavia, nellisola solo con una piccola percentuale (1,1%). La composizione strutturale per genere è differente a seconda dei paesi dorigine, come dimostra il rapporto di mascolinità, che passa da 21,2 e 24,7, rispettivamente per lUcraina e la Polonia a 217,1 e 263,6, rispettivamente della Tunisia e del Bangladesh. Più equilibrato è il rapporto tra i sessi per Albania (119,3%), Mauritius (77,8%) e Cina (102,5%), che rimanda a consistenti differenze qualitative dei rispettivi insediamenti.

Nella fotografia scattata dallISTAT, a livello regionale, gli stranieri sono mediamente "più giovani" degli italiani: ogni 100 giovani di nazionalità  straniera (di età inferiore ai 15 anni) risiedono in        Sicilia        13 ultrasessantacinquenni,    mentre ogni 100 giovani siciliani di nazionalità italiana sono presenti ben 139 ultrasessantacinquenni. Per gli stranieri, i valori oscillano dall8% della provincia di Ragusa al 18,6% della provincia di Messina, che registra anche lindice di vecchiaia più elevato (172,5%) per i residenti italiani. Riguardo alla dipendenza dalle classi in età di lavoro, il peso della componente giovanile (21,9%) prevale nettamente rispetto a quella senile (2,8%) nella popolazione di cittadinanza straniera. Una situazione più equilibrata si registra invece nella popolazione di cittadinanza italiana (rispettivamente 22,2% e 30,9%). Infine, il carico sociale di ragazzi e anziani, cioè coloro che compongono la cosiddetta popolazione non attiva, sulla popolazione attiva (età compresa tra i 15 e i 64 anni) è misurato dallindice di dipendenza totale. Tale indice, a livello regionale, risulta per gli stranieri (24,8%) meno della metà di quello della popolazione di cittadinanza italiana (53,1%).


 di Melania Federico

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