ASud'Europa diventa cooperativa editoriale
A Sud’Europa, la rivista on line del Centro studi Pio La Torre, penta, per input del Centro, una cooperativa editoriale i cui soci sono gli stessi giornalisti che con la loro preziosa e volontaria collaborazione le hanno consentito di affermarsi, con ampi riconoscimenti, quale spazio politico culturale di analisi e approfondimento. La cooperativa, emanazione del Centro studi, sarà legata alle sue iniziative e battaglie, ispirate da sempre a uno spirito laico democratico, non partitico, ma di sinistra. A Sud’Europa utilizzerà un portale parallelo a quello attuale del Centro La Torre, consolidando la caratteristica di sito di analisi, non d’informazione immediata ma mediata. Alle attuali qualificate collaborazioni si aggiungeranno nuove energie intellettuali, frutto dell’impegno del Centro studi di collegarsi agli studenti e docenti delle scuole italiane all’estero, con la collaborazione del Miur. D’altra parte la sezione junior di A Sud’Europa, avviata da quest’anno in concomitanza col progetto educativo antimafia, ha avuto un sorprendente successo tra gli studenti e il mondo giovanile in generale.
La rivista e il portale si arricchiranno di nuove rubriche che alimenteranno il dibattito, l’inchiesta giornalistica, l’approfondimento politico culturale. Questo nuovo sforzo organizzativo presuppone un sostegno finanziario da parte dei lettori, dalle associazioni democratiche della società civile e dell’economia alle quali ci rivolgeremo in modo diretto e pubblico. Peraltro la struttura cooperativa consentirà di disporre di partita iva e la possibilità di intrattenere rapporti commerciali che saranno sempre subordinati ai comportamenti etici propri del Centro studi.
Rivista, portale, sito consolideranno sempre più gli orizzonti di analisi nazionale ed europea oltre quella regionale muovendo dalla nostra visione dell’antimafia legata a una politica concreta di ampio spettro sociale, economico e culturale. L’imperativo sarà sempre quello di evitare ogni retorica e rivendicare con tenacia politiche pubbliche, pratiche economiche, comportamenti inpiduali che sconfiggano le mafie e ne cancellino la presenza dal mondo del ventunesimo secolo.
Anche per tale impegno A Sud’Europa intensificherà le sue monografie, almeno con cadenza mensile, quali strumenti di ulteriori confronti pluralistici di approfondimenti. In tale direzione continueremo a usare i forum, con la diretta streaming, con le varie forze in campo che abbiamo già sperimentato in particolari momenti politici, sociali, elettorali.
L’obiettivo che ci poniamo è ambizioso perché si tratta di crescere nel momento in cui il Centro La Torre vive una fase di difficoltà finanziaria, assieme ad altre nobili e utili associazioni di volontariato, causata dalle scelte del legislatore regionale che ha voluto correggere l’errore del passato, da noi sempre contestato, di accomunare nella famigerata tabella H del bilancio l’intervento pubblico per l’associazionismo, con nuove modalità che si sono rivelate non semplificative.
Fermo restando il nostro dissenso a essere accomunati con altre forme di associazionismo, a volte clientelare, riteniamo che la Regione decida come sostenere, se lo vuole, in forma diretta e trasparente un Centro studi come il “Pio La Torre” solo per quanto dimostra di saper fare nella diffusione di valori positivi e nell’impegno antimafia per la democrazia.
Abbiamo bisogno di un balzo in avanti per non essere bloccati da coloro che vivono con fastidio l’autonomia culturale del Centro proiettata sempre nell’elaborazione critica culturale, politica e giuridica per spezzare l’infame e condizionante intreccio tra mafia, affari, corruzione e potere politico.
Per gli infastiditi, oltre che per i mafiosi, sarebbe preferibile un Centro dedicato solo al rituale dell’anniversario e non impegnato in molteplici iniziative, tutto l’anno, rivolte sopratutto al mondo della scuola, del lavoro e dell’impresa affinché assuma posizione contro il grave pericolo che le mafie rappresentano per la democrazia.
Questa, d’altra parte, è la nostra profonda convinzione che è anche la nostra unica fede: credere che il Paese possa cambiare in meglio secondo i principi costituzionali di giustizia sociale e uguaglianza.
Vito Lo Monaco
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