Appello per riconoscere Calogero Cangelosi vittima di mafia
“Mi appello allo Stato italiano perché sia fatta giustizia sull'omicidio di mio nonno, Calogero Cangelosi, dirigente sindacale della Cgil. E chiedo che per il sacrificio della sua vita, in nome degli ideali di libertà e di democrazia per cui ha combattuto, venga riconosciuto vittima della mafia. Il suo corpo è rimasto quattro giorni in casa per attendere l'arrivo di un magistrato. Più volte la vedova ha chiesto verità e giustizia per sé e per i suoi quattro figli. Nessuno ha mai imbastito un processo”. Lo ha detto oggi Sonia Grechi, nipote di Calogero Cangelosi, ucciso dalla mafia il 1° aprile del 1948, delegata della Filcams Cgil di Grosseto, alla commemorazione per il nonno organizzata dalla Cgil e dalla Fillea presso la sala consiliare del Comune di Camporeale.
La giornata del ricordo del 68°
anniversario, per la prima volta alla presenza dei famigliari che vivono in
Toscana, si è aperta con la
commemorazione al cimitero del paese presso la tomba del dirigente assassinato dalla
mafia la sera del 1° aprile di 68 anni fa, mentre tornava a casa da una
riunione presso la Camera del Lavoro da lui diretta. “Quella sera lo scortavano
quattro persone. Perché mio nonno – ha ricordato Sonia Grechi - sapeva di avere pestato i piedi organizzando i contadini in un grande movimento per
l'occupazione delle terre incolte. Un esempio fulgido di cosa significa credere
in ideali posti al di sopra della propria esistenza. Sono emozionata di essere
qui in Sicilia a sensibilizzare i giovani nella lotta alla mafia, nella
conoscenza delle storie dei sindacalisti
uccisi e nella riconoscenza a chi ha dato la vita per noi. Lo devo alla mia
famiglia,a mia mamma, che allora aveva
solo 2 mesi, e a mia nonna, morta a 96 anni, che quando parlava di lui si
metteva sempre a piangere. Perché è stata una perdita incomparabile. Era una
figura straordinaria”.
Presente alla commemorazione anche il sindaco di Camporeale Vincenzo Cacioppo e gli studenti e insegnanti dell'istituto comprensivo di Camporeale. “Oggi la Cgil è impegnata nella lotta per l'affermazione del valore del lavoro, non più come merce, e delle persone, come uomini e donne che hanno dei diritti. Oggi come allora- ha dichiarato il segretario della Cgil Enzo Campo - continuiamo la battaglia che Cangelosi condusse non da uomo solo al comando, come tanti dirigenti sindacali uccisi sono stati dipinti dalla storiografia, ma anelando giustizia e dignità per i contadini che lottavano per il diritto al lavoro e alla terra, per la loro emancipazione, per non sottostare né ai mafiosi, né ai feudatari e ai campieri, né al sistema politico”.
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