Appello al sindaco di Niscemi minacciato: non dimetterti

Politica | 27 novembre 2015
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Caro Sindaco,
ho letto delle intimidazioni a Lei rivolte negli ultimi tempi e Le esprimo la solidarietà del Centro Pio La Torre. Ma di fronte alle gravi minacce, non ci si dimette. Mai! Devono dimettersi gli autori delle intimidazioni, mafiosi o no.
In Sicilia nel 2014 sono stati minacciati, in vario modo, 70 amministratori comunali (su 369 casi in Italia), impegnati nella buona amministrazione.
Nessuno sinora si è dimesso e nessuno Le chiederà di essere eroe, ma buon amministratore. Lei informi la Sua comunità e la chiami alla mobilitazione antimafia e anti intimidazioni, Le offra chiarezza e trasparenza e informazioni sulla presunzione degli interessi lesi che potrebbero aver
generato le minacce. 
Lo faccia e chiami tutto il movimento antimafia siciliano, prima di tutto quello di Niscemi e del comprensorio, non solo ad esprimere solidarietà, ma a fornirle assistenza per rafforzare l’azione amministrativa secondo criteri e metodi di partecipazione democratica e di trasparenza.
Se lo farà, e la mobilitazione riuscirà, perché la Sua gente ne avrà compreso lo spirito di servizio e la sincerità vedrà che cambierà idea sulla Sua minaccia di dimissioni.
Il Centro La Torre non mancherebbe all’appuntamento di mobilitazione.

Cordiali Saluti
Vito Lo Monaco
Presidente Centro Studi Pio La Torre



Una minaccia al giorno vuol togliere il sindaco di torno

Sono 361 gli atti di intimidazione e di minaccia nei confronti di amministratori locali e funzionari pubblici censiti da Avviso Pubblico per l'anno 2014, il 3% in più rispetto al 2013. Una media di 30 intimidazioni al mese, praticamente una ogni 24 ore, che colpisce innanzitutto i primi cittadini, anche delle grandi città. È quanto emerge dal Rapporto 2014 di Avviso Pubblico «Amministratori sotto tiro» che riguarda le intimidazioni e le minacce a cui sono soggetti donne e uomini che ricoprono un incarico pubblico su mandato dei cittadini. È il Sud d'Italia, con il 64% dei casi, l'area geografica dove gli amministratori locali e il personale della Pubblica amministrazione risultano maggiormente esposti alle minacce. Segue il Nord Italia con il 14% dei casi e il Centro Italia con il 12%. A livello regionale, il primato degli atti intimidatori e minacciosi nei confronti degli amministratori locali e del personale di Pa per il 2014 spetta alla Sicilia: 70 casi, pari al 20% del totale. A livello provinciale, il primato degli amministratori sotto tiro spetta ad una provincia campana, quella di Napoli (29 casi), seguita da Palermo (28 casi), Cosenza e Roma (19 casi), per concludere con Foggia (15 casi). Sono i sindaci, nel 47% dei casi, seguiti dagli assessori (25%) e dai consiglieri (19%) - in particolare, i capigruppo di forze politiche - per finire con i vice sindaci (5%) e i presidenti e vice presidenti dei consigli comunali, i più bersagliati dalle minacce della criminalità. Nella maggior parte dei casi il Rapporto di Avviso Pubblico sottolinea come siano rimasti ignoti i soggetti che hanno messo in atto gesti di intimidazione e minaccia verso amministratori locali e personale della PA. Un altro dato è la ripetitività degli atti di intimidazione e di minaccia. Quando le autorità competenti sono riuscite a rintracciare dei responsabili, si è trattato per lo più di persone che vivevano condizioni di vita particolari, ad esempio, di disoccupati o persone che hanno perso il lavoro e non riescono a ricollocarsi, persone che chiedono sussidi pubblici, tossicodipendenti, persone sottoposte a trattamento sanitario obbligatorio, pregiudicati, sorvegliati speciali, soggetti che nutrono un sentimento di odio verso migranti o nomadi. A minacciare, in certi casi, sono stati anche dipendenti pubblici - o di imprese che avevano appalti con i Comuni - nei confronti dei quali si stavano per prendere, o sono stati presi, dei provvedimenti disciplinari. Minoritarie sono risultate le situazioni in cui è stato accertato, o è possibile ipotizzare, l'intervento di personaggi legati al mondo mafioso. La principale forma di intimidazione e di minaccia a cui si è ricorso contro gli amministratori locali e il personale della PA è stato l'incendio - 31% dei casi - così come nel 2013. Un'altra modalità a cui si è ricorso per minacciare e intimidire amministratori locali e personale della PA è quella che delle «minacce scritte». In questa categoria, rientrano le lettere contenenti minacce, anche di morte (46% dei casi); lettere che, insieme ad uno scritto, contengono anche dei proiettili. Sono poi quadruplicati i casi di aggressione fisica (12%), che si sono tradotti in agguati compiuti soprattutto da parte di singole persone che hanno dato schiaffi, tirato pugni, bastonate e spintoni agli amministratori locali, non solo in luoghi pubblici ma anche all'interno degli uffici comunali. Sono raddoppiati i casi in cui si è fatto ricorso ad armi e ordigni (8% dei casi).


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