Appello ai deputati dell'Ars: varate la legge per i poveri
Lettera
aperta
Al Presidente della Regione
On. Rosario
Crocetta
e agli assessori
della Sua giunta
Al Presidente
dell’Ars
On. Giovanni Ardizzone
Ai presidenti
dei gruppi parlamentari all’Ars
Egregi
Presidenti e assessori,
dal
13 novembre scorso è stato depositato all’Ars il disegno di legge regionale di
iniziativa popolare “Integrazione al
reddito contro la povertà assoluta”. Al di là delle formali assicurazioni di
prenderlo in considerazione, nessun atto concreto di inserimento nell’agenda
parlamentare è stato fatto. Si è avviato l’iter parlamentare della legge di
stabilità, nella quale il governo preannuncia misure generiche contro la
povertà, senza fare riferimento alcuno a un disegno di legge proposto da un
Comitato ampio e trasversale, composto dai sindacati dei lavoratori, da un
largo fronte di associazioni cattoliche e laiche del terzo settore, dall’Anci, dal
Centro Studi Pio La Torre e sottoscritto da quindicimila elettrici ed elettori
siciliani.
Nel frattempo il Governo nazionale ha annunciato
propri provvedimenti di contrasto alla povertà che dovrebbero sollecitare
un’azione convergente e integrata della Regione col primato assoluto della
povertà.
Non è sfuggito a nessuno il significato di una
proposta dal basso su uno dei temi cruciali del nostro tempo. Il numero delle
famiglie povere in Italia dal 2007 ad oggi è cresciuto notevolmente. La Sicilia
mantiene il primato della regione che ospita il più alto numero di poveri. Sono
in povertà assoluta (cioè non raggiungono il minimo vitale di 800 euro di
reddito per nucleo familiare) oltre 200.000 famiglie. Non ci sarà né crescita né sviluppo se la questione non
avrà centralità nelle politiche pubbliche economiche e sociali. La povertà
accresce il disagio sociale dove le mafie pescano la loro manovalanza del
crimine. L’insicurezza sociale determina quel clima generale di diffidenza e
paura che alimenta populismo e demagogia.
Mi permetto, nella qualità di Presidente del Centro
Studi Pio La Torre e di componente del Comitato “No Povertà”, di esprimere la
preoccupazione per il vostro disinteresse, mal dissimulato, per il vostro
silenzio assordante, di fronte la tragedia che investe, secondo l’Istat, la
maggioranza delle famiglie siciliane a rischio povertà.
Incontri annunciati con il Comitato No Povertà,
disdetti all’ultimo minuto, discussioni non chiare sulla scelta dell’Ars, del
Governo e dei gruppi parlamentari provocano ulteriore insofferenza verso la
Regione e la politica.
Sono sempre più numerosi quei siciliani, convinti autonomisti
come chi scrive, che si interrogano se serva ancora difendere la specialità
dello Statuto della Regione che continua a produrre solo privilegi per pochi
invece di essere usato per lo sviluppo di un’Isola, dannata e bella, senza più
industrie, ma con molti danni ambientali, fornitrice di laureati a tutta
l’Europa, fabbrica di precariato e di clientelismo, di corruzione, e di brodo
di colture di illegalità e mafie. Una classe dirigente, di governo e di
opposizione, si qualifica su queste scelte ordinatrici della vita sociale,
economica e civile. Il rifiuto di prendere in considerazione una proposta di
legge dal basso produce un silenzio assordante che non sarà facilmente scordato
dai siciliani. Un atto di resipiscenza della classe dirigente siciliana
cancellerebbe questo duro giudizio, darebbe una speranza di cambiamento alla
gente, alle famiglie indigenti, ai precari, ai disoccupati, ai comuni. Una
politica di contrasto alla Povertà non può fermarsi a misure provvisorie e
assistenziali, deve prevedere politiche di sostegno all’economia, alle imprese
e alle amministrazioni comunali, oltre che politiche di reinserimento nel mondo
produttivo di quanti sono in grado di lavorare, di forme d’inclusione sociale
dei più deboli per assicurare dignità ad ogni cittadino.
Egregi presidenti, accogliete questo appello, non
disperdete ogni speranza di cambiamento.
Cordiali
Saluti
Vito Lo Monaco, presidente del Centro Pio La Torre
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